Se qualcuno avesse mai chiesto a Camilla perché le piacesse tanto scrivere lei non avrebbe avuto idea di cosa rispondere. I libri erano sempre stati al centro della sua vita, sin da quando imparò a leggere. Le permettevano di evadere dalla realtà, di sognare, di vivere centinaia di avventure senza spostarsi dal suo divano, visitando anche luoghi incantati o epoche del passato.
Sapeva che sarebbe diventata una scrittrice da quando svolse il primo tema a scuola, non arrendendosi fino a quando non iniziò a pubblicare i suoi primi best seller tramite la piccola casa editrice "Lichtlink", la cui direttrice, Cassandra Licht, era stata l'unica a credere in lei nonostante la sua giovane età. Da allora non si era più fermata e scrisse ogni genere di romanzo in pochissimo tempo, trovando l'ispirazione in ogni angolo del paese e in ogni suono che udiva.
Non aveva mai provato quello che veniva comunemente definito "blocco dello scrittore", e, anzi, viveva nella convinzione di essere completamente immune a quella maledizione letteraria, almeno fino a quando non ne venne colpita pure lei, proprio quando era all'apice della sua carriera.«Secondo me hai solo bisogno di una vacanza» interruppe il suo flusso di pensieri Nicole, bevendo un altro sorso del suo frullato e bagnandosi le labbra con la punta della lingua.
Le due ragazze si conoscevano dai tempi del liceo, e da quando avevano finito entrambe gli studi era loro abitudine incontrarsi ogni sabato mattina allo stesso bar al centro del paese, facendo sempre la stessa ordinazione e sedendosi sempre allo stesso tavolo. Era una tradizione che onoravano ogni settimana, fatta eccezione per quando Nicole partiva per uno dei suoi viaggi in qualche isola sperduta o città orientale.
«Oppure di una semplice serata in compagnia» intervenne Anna con una scrollata di spalle, posando la sua bevanda e iniziando a giocare col bicchiere
Quella mattina si era unita pure lei, riuscendo a trovare un istante libero fra tutti i suoi impegni e approfittandone per dedicare la giornata agli amici, anche se non immaginava quanto Camilla fosse disperata per la sua situazione.
Prima che la scrittrice potesse dire la sua le tre ragazze vennero raggiunte da un altro membro della compagnia, Thomas, il più loquace tra loro ma anche il più difficile da raggiungere. Esattamente come Nicole, pure lui aveva l'abitudine di girovagare per il mondo, con la sola differenza che i suoi viaggi non erano quasi mai dedicati allo svago, bensì allo studio e alla conoscenza.
«Salve, bellezze, che si dice?» le salutò, andando ad accomodarsi accanto a Camilla e circondandole le spalle con un braccio
«La tua bella è in crisi per un libro» tagliò corto Nicole, non permettendo tante repliche «E qui nessuno sa effettivamente come aiutarla, quindi si accettano tutte le idee più folli e inverosimili»
«Prima di tutto io non sono la "bella" di nessuno, e poi-»
«Sei consapevole del fatto che tutti noi qui presente crediamo che tu e Thomas possiate essere una splendida coppia, vero?» chiese in maniera retorica Anna, inarcando un sopracciglio e accompagnando il gesto con un sorrisetto malizioso «Così come te, Nicole, e il tuo Alberto»
«Che c'entra lui ora?» partì in difesa la giovane, smettendo di giocare con una ciocca dei suoi capelli chiari come il fieno.
Alberto era l'unico ragazzo che Nicole non aveva mai voluto presentare a nessuno, proclamandolo come il suo "migliore amico d'infanzia" ma non accennando a mostrare neppure una foto di loro due insieme. Erano certi della sua esistenza solo tramite le storie di Instagram e un incontro del tutto casuale tra Thomas e il ragazzo misterioso fuori da scuola, in una gelida sera d'inverno.
Era successo parecchi anni fa, quando entrambi avevano avuto l'idea di andare a prendere Nicole per riaccompagnarla a casa dopo che lei si era fermata a fare dei corsi di recupero. Volevano farle una sorpresa, ma alla fine la sorpresa la ebbero loro.«Hey, Thomas,» riprese Nicole, cercando di salvarsi da quell'imbarazzo «Tu però non hai detto nulla riguardo alle nostre teorie su te e Camilla, non è che devi dirci qualcosa?»
«Gente, tutte queste chiacchiere e cospirazioni stanno iniziando a stancarmi» li bloccò la scrittrice, prima che la situazione degenerasse «E poi l'unico e solo "Re del gossip" è sempre stato Gigi. Qualcuno lo ha visto di recente?»
Tutti negarono col capo, portando Camilla a lasciarsi scappare un sospiro di rammarico.
Luigi, per gli amici "Gigi", era il classico ragazzo silenzioso e solitario, colui che passava costantemente inosservato ma era sempre a conoscenza di tutto ciò che accadeva attorno a lui. Se non si sapeva qualcosa si poteva chiedere a lui, ma prima bisognava riuscire a trovarlo!
A scuola era cresciuto all'ombra dei suoi compagni, facendosi però riconoscere quando vi era bisogno di ribellarsi ai professori o a qualche adolescente che si credeva più grande e forte degli altri, ed era stato proprio questo ad aver attirato l'attenzione di Camilla, spingendola a compiere l'ardua impresa di stringere amicizia con lui, riuscendo poi a poco a poco a farlo entrare nella compagnia.
Non era di certo il più loquace del gruppo, ma grazie a quel suo modo di fare originale aveva conquistato tutti in pochissimo tempo, lasciando ogni volta un'impronta indelebile nei loro ricordi.«Forse sarebbe il caso di andarlo a trovare» riprese Nicole «Tanto sarà come sempre a casa sua, no?»
«Già. Vado io, e ci vado subito» agì di scatto Camilla, prendendo le sue cose e salutando gli altri con un cenno della mano «Scusate se scappo di fretta, però forse è proprio lui a potermi aiutare col mio blocco. Non so a chi toccasse offrire oggi, ma giuro che la prossima volta pago io!»
Luigi, nel frattempo, si stava godendo l'ennesima maratona di anime in tutta tranquillità.
Aveva sistemato la libreria il giorno prima, cambiando l'ordine dei Funko Pop esposti e trovando il modo di mettere in risalto i suoi gadget da collezione tramite dei led nuovi comprati con un'offerta su Internet.
Era talmente fiero di se stesso che per quel giorno aveva abbandonato la comoda tuta per dei jeans e una polo, deciso ad andare a fare compere. Non prima di qualche episodio, però, che finirono per diventare parecchi.
Nulla avrebbe potuto rovinare quella giornata, anche perché nulla rovinava mai la sua perfetta routine, ma non appena sentì il telefono squillare capì che i suoi programmi erano andati in fumo, così come le sue speranze di uscire in tutta tranquillità.
Osservò il telefono per qualche istante prima di decidere se rispondere o meno, lasciando che la fastidiosissima suoneria di sistema sostituisse le melodiose voci dei suoi personaggi preferiti ancora per pochi secondi, cercando di leggere il nome della persona che lo stava cercando e perché volesse proprio lui senza dover per forza alzarsi dal divano.
Nessuno lo chiamava mai, fatta eccezione per qualche telefonata da parte dei suoi genitori o di Camilla, ma solo quando dovevano incontrarsi per andare in libreria a fare scorta di manga una volta ogni due mesi circa. Considerando che aveva ancora un paio di volumi da leggere, attese che il telefono smettesse di produrre quel frastuono da solo, permettendogli così di godersi nuovamente l'episodio, questo almeno fino a quando qualcuno non suonò al campanello.«Okay, oggi non è giornata, ho capito» sbuffò tra sé e sé, avviandosi verso la porta e dandosi una veloce sistemata ai capelli, giusto per essere sicuro che fossero in ordine.
Per lui era come un'ossessione: poteva anche indossare il peggior indumento mai fabbricato, ma l'importante era non avere una sola ciocca fuori posto. Estate o inverno che fosse, i suoi capelli avevano sempre lo stesso taglio ordinato, ed erano pettinati in un modesto ciuffo in grado di slanciare i suoi lineamenti, dandogli un'aria curata e composta.
Aveva sempre uno specchietto con sé, pronto per ogni evenienza, e in casi di estrema necessità era in grado di utilizzare una qualsiasi superficie liscia e leggermente lucida per poter osservare la sua immagina riflessa e controllare che fosse tutto in ordine.Si era infatti dato un'ultima controllata sul vetro della porta prima di aprirla, facendo così scontrare il suo sguardo con quello di Camilla all'istante, lasciando lei leggermente perplessa
«Ho provato a chiamarti per avvisarti del mio arrivo, ma non hai risposto» si giustificò la ragazza, non sapendo bene cosa dire per spiegare la sua improvvisata
«Emergenza gossip?» tagliò corto Luigi, pronunciando quella frase senza batter ciclo, come se si fossero visti pochi minuti prima e stessero continuando una conversazione lasciata in sospeso
«Emergenza gossip»
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ONNISCIENZA
FantasiCamilla conosceva bene i libri in cui si rompeva la quarta parete, ma per quanto li ritenesse interessanti non aveva la minima intenzione di scriverne uno. Rompere la quarta parete significava rendere il personaggio consapevole di essere frutto dell...