L'alloggio di Chuuya in quella camera d'ospedale non fu duraturo, necessitava giusto di qualche giorno per stabilizzarsi mentalmente dopo l'esperienza turbolenta nella quale era finito per colpa sua. Nonostante questo, quel giorno sembrava perfettamente in forma per affrontare la giornata, sempre però di cattivo umore.
Stava attendendo l'arrivo del castano, infastidito dal fatto che fosse perennemente in ritardo, dinanzi la struttura quasi decrepita dell'ospedale. La schiena robusta ma magra trovava riposo su un rigido muretto di marmo grigio, mentre giocava con la cartina della sigaretta con l'indice e il medio, osservandola mentre bruciava lentamente.
Inspirò il fumo che gli si infiltrava nei polmoni e gli bruciava la gola col suo sapore acre, un brivido lo percorse lungo la schiena rapidamente.
Non gli era mai piaciuto fumare, riteneva che solo gli stolti potessero ridursi a fare qualcosa del genere che ti corrodeva pian piano, ma era solito farlo comunque. Non ne era dipendente, la nicotina non era qualcosa che amava introdurre nel suo corpo, aveva quest'abitudine solo quando era nervoso, o dopo uno scatto d'ira particolarmente violento.
Buttò fuori il fumo grigiastro con un sospiro, creando piccoli cerchi con esso, muovendo le labbra in modo tale da formare una piccola O, per rendere la forma più realistica.
Mentre era focalizzato nell'impresa, un'auto accostò dinanzi al muretto sul quale stava rilassando la schiena, e intravise quel volto familiare all'aprisi del finestrino.
"Non pensavo fumassi."
Dichiarò Osamu con uno sguardo curioso, poggiando il gomito sul finestrino aperto dell'auto corvina, non appena vide il rosso avvicinarsi al veicolo, con aria frustrata.
"Ora ti interessa se fumo o meno?"
Nakahara fece roteare gli occhi verso l'alto, pentendosi già di aver accettato di andare con lui, chissà dove tra l'altro.
L'altro notò quel movimento e, conoscendo Chuuya come la suola delle sue scarpe, rise di gusto sotto i baffi capendo che non fosse di ottimo umore.
Decise di astenersi dal provocarlo ulteriormente, facendogli cenno di entrare nella vettura. Così fece, accomodandosi sul sedile passeggero di fianco a quello del guidatore, assumendo una posizione scomposta, piegando una gamba per adagiarla sullo stesso sedile sul quale era seduto.
"Spero per te che le scarpe siano pulite."
Si raccomandò il castano, senza ricevere in cambio alcuna risposta, iniziando a guidare il veicolo con concentrazione.
Aveva gli occhi fissi sulla strada e su quello che accadeva in essa, quasi dimenticandosi la presenza del più basso di fianco a lui.
Quest ultimo fece scivolare via il suo cappello dalla chioma fulvina, tenendolo tra le dita e osservandolo: non riusciva a credere come fosse ancora intatto dopo tutti questi anni.
Dazai tolse lo sguardo dalla strada accorgendosi che l'ex partner si stesse muovendo un po' troppo, notando i ciuffi rossi scoperti, senza il cappello che li riparasse.
Il cuore del più alto gli si strinse nel petto mentre guardava il suo viso, mentre i ricordi pian piano raffioravano.
Si stava sentendo
in colpa?
Scacciò instantaneamente via quel pensiero, uno come lui non si sarebbe mai potuto sentire in colpa per un uomo del genere, che non aveva mai mostrato un minimo di riguardo nei suoi confronti. Non che lui avesse fatto lo stesso, non erano mai stati amiconi, quindi non aveva motivo di sentirsi tutta quella pressione addosso, eppure quella sensazione non riusciva a fargli trovar la pace di un attimo fa. Cercò di ignorare quello che stesse succedendo nel suo corpo e continuò a fissare la strada nella quale la macchina si stava muovendo, attento a non farci rimettere qualche passate che attraversava sulle strisce.
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匚ㄖ尺尺ㄩ卩ㄒ乇ᗪ // sᴏᴜᴋᴏᴋᴜ
Fanfic"Voleva eliminare ogni traccia di lui, per quanto gli riguardasse, perché lo odiava a morte. Voleva davvero che fosse morto, sarebbe stata una conclusione positiva per entrambi, così Chuuya non l'avrebbe più visto e Dazai sarebbe probabilmente sotto...