"Non vai nemmeno oggi a lavoro?"
"Non pensarci neanche, e poi Kunikida mi ha specificamente detto di restare a casa, ha detto che vuole parlarti."
Osamu sospirò mentre enunciava quanto gli aveva riferito il biondo, ancora scettico sulla questione ma ormai non si poteva far nulla a riguardo, Chuuya avrebbe dovuto stringere i denti e sopportare.
"Eh?"
"Mi hai sentito, non chiedermi nulla."
Il tono del castano sembrava irritato, poiché non c'era affatto bisogno di sottoporre Chuuya ad un interrogatorio quando stava semplicemente facendo una tregua con l'altro ed alloggiando a casa sua per un po'.
Non ebbero nemmeno il tempo di approfondire che un sordo bussare alla porta giunse alle loro orecchie.
Infastidito, Dazai si alzò dal divano per procedere ed aprire la porta al collega, trovandolo dietro di essa con uno sguardo pungente, mentre faceva per pulire le lenti degli occhiali tondi con un piccolo straccio opaco.
"Buongiorno Kunikida!"
Chuuya trattenne una risata al solo udire la voce dell'altro addolcirsi con forza alla vista di Kunikida, sapendo che lo stesse facendo solo per cortesia.
"Stai zitto, non sei tu con cui devo parlare."
Pronunciando quelle parole, il maggiore tra i tre fulminò Nakahara con lo sguardo, che sembrò ricambiare il gesto in modo spavaldo, squadrandolo dalla testa ai piedi nonostante la sua altezza smisurata.
"Dazai, ora puoi andartene perché devo rimanere solo con lui."
"Va bene, ma sappiate che mi sento escluso."
Il suicida incrociò le braccia, fingendosi offeso per poi levare le tende e recarsi in cucina, lasciando i due andarsene nella stanza del rosso stesso.
Si sedettero su delle sedie prese dalla cucina, uno di fronte all'altro, entrambi osservandosi con sguardi seri, in un momento di silenzio che sembrava opprimerli.
"Chuuya Nakahara, giusto?"
Il silenzio si ruppe mentre Doppo tirò fuori dalla tasca della giacca il suo taccuino, ancora non sapeva come ce la facesse ad entrarci, ma grato finché esso ci riusciva.
Chuuya annuì, reputandola una domanda inutile, aspettandosi il resto.
"Perché hai deciso di alloggiare da Dazai?"
"In verità non è stata mia l'iniziativa, mi ha chiesto un paio di volte di stare da lui finché non ho accettato controvoglia."
Kunikida sembrò incredulo alla risposta del rosso che sembrava veritiera, non sapendo il motivo per il quale Osamu potesse volere un mafioso in casa sua.
"E in che rapporti sei con lui?"
"Non chiamarli rapporti. Ci odiamo a morte come abbiamo sempre fatto, ma questo è il nostro modo di tollerarci a vicenda probabilmente."
Il biondo deglutì, ammutolito dalle risposte schiette dell'interrogato, che non sembravano essere in qualche modo macchiate da bugie o tranelli.
Nonostante ciò, continuò ad interrogarlo, sentendo nel petto che le sue domande divenivano via via più stupide e irrilevanti.
"Non lo tradiresti durante il tuo alloggio qua nonostante voi non siate in ottimi rapporti, vero?"
"Ovviamente no. Per quanto mi importa potrebbe crepare, tanto non aspetta altro, ma nonostante questo non lo tradirei mai in questo modo, anche se lui sarebbe capace di farlo nei miei confronti.
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匚ㄖ尺尺ㄩ卩ㄒ乇ᗪ // sᴏᴜᴋᴏᴋᴜ
Fanfic"Voleva eliminare ogni traccia di lui, per quanto gli riguardasse, perché lo odiava a morte. Voleva davvero che fosse morto, sarebbe stata una conclusione positiva per entrambi, così Chuuya non l'avrebbe più visto e Dazai sarebbe probabilmente sotto...