Jungkook pov
Quella sera avevamo cenato tutti e quattro insieme e stranamente il mio patrigno non fece scenate di nessun genere, meno male perché non avevo nessuna voglia di stare a sentire i suoi sfoghi verso di me, si limitò a parlare di lavoro, cosa che tra l'altro faceva praticamente sempre. Mia madre lo stava ad ascoltare ma si vedeva che anche lei era satura di tutto ciò che lui diceva, non faceva altro che parlare di se stesso e questo di certo non era sano per l'ambiente familiare e di sicuro anche quello inerente alla coppia. Perché non lo lasciava? Questo era un quesito che mi attanagliava di continuo. Se stavo così era anche per colpa sua perché non perdeva mai occasione di insultarmi. Mentre tentavo di mandare giù un boccone il mio sguardo si diresse verso Taehyung e alla serata che avevamo trascorso assieme, cercai i suoi occhi e lui ricambiò per poi riabbassarli sul piatto, mi sembrava che anche lui non avesse appetito.
E mentre con la forchetta infilzavo un pezzo di carne non potei fare a meno di ripensare al momento precedente e alle parole che avevo percepito da parte di Taehyung, forse ero io ad aver capito male e sicuramente era così, non poteva aver detto quella frase, non a me e non in quel momento, eppure una parte di me continuava a credere che lo avesse esternato sul serio.
No, probabilmente ero io che come al solito avevo frainteso tutto, fine del discorso.
In ogni caso avevo bisogno di parlarne con qualcuno perché quegli incontri con Taehyung stavano portando ad una strana atmosfera e non nego che in certi momenti mi sentivo un po' in imbarazzo. Necessitavo discuterne con un amico e l'unico su cui potevo contare era Jimin, il solo che era restato al mio fianco nonostante non lo meritassi. Mi mancavano gli altri miei amici, Taemin e Yoongi, che avevo trattato male e avevano tutto il diritto di non volermi più rivolgere la parola.
Non mi meritavo niente. Facevo schifo.
Ci alzammo dalla tavola dopo un'ora che parve interminabile, mia madre e Jinsoo si diressero in salotto come erano soliti fare in quanto dopo mangiato guardavano la tv mentre a me e a Tae toccava sparecchiare come ogni sera. Mi misi in piedi e lui fece lo stesso, fui sul punto di prendere il piatto ma mi precedette: ci ritrovammo a tenerlo entrambi e ci guardammo in contemporanea. All'improvviso, senza una spiegazione plausibile, il cuore mi accelerò all'improvviso.
"Lascia pure, faccio io" - esternò con esile voce. Così mollai la presa e afferrai le altre stoviglie.
Ecco che mi tornò alla mente ciò che mi disse in spiaggia. E se provassi a chiederglielo? Semplicemente domandargli cosa avesse detto e fine del discorso. No, avrei aspettato."Sei stato bene oggi?" - mi domandò mentre lavava i piatti.
Mi diressi verso di lui. "Io... sì, grazie" - mi limitai a dire.
"Io ti aiuto?"
Non capii il perché mi fece nuovamente quella domanda. "Sì, Tae, mi stai aiutando molto, te l'ho già detto. Perché me lo chiedi di nuovo?"
Mi parve un po' imbarazzato e si grattò la testa in maniera un po' goffa. "I-Io... non mi ricordavo, scusa" - e tornò a sciacquare nervosamente le stoviglie. Passava nervosamente la spugnetta sulle forchette e sembrava agitato.
"È tutto ok?" - gli rivolsi la parola.
Sembrava distratto finché la mia voce non lo riportò alla realtà.
"I-Io... sì... è tutto a posto" - replicò.
"Sei sicuro?"
"Sì, perché me lo chiedi Jungkook?"
"Niente è solo che stai torturando quella povera forchetta da due minuti buoni" - indicai il lavello.
Mi accostai a lui e da dietro gli presi le mani; lui si spaventò e cercò di spostarsi ma con scarsi risultati.
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From sunset to eternity | Taekook
FanficJungkook è un ragazzo problematico che frequenta l'Accademia d'Arte di Busan, facoltà mal vista dal suo patrigno che decide di non pagargli più gli studi. La vita di Jungkook sarà messa a dura prova dove dovrà fronteggiare un lavoro inusuale e i mil...