19 - «Voglio saperlo»

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Jungkook pov

Aprii lentamente le palpebre e un fascio di luce mi accecò talmente tanto da portarmi una mani davanti agli occhi così da ripararmi.
Mi guardai intorno e constatai che mi trovavo su un letto di ospedale; nel braccio avevo attaccata una flebo e portai uno sguardo anche nell'altro, pieno di lividi. Portai tutto il peso della testa all'indietro e mi godetti quell'attimo di pace che non provavo da tempo. Mi inumidii le labbra e in seguito le morsicai per il dolore che provavo in tutto il corpo. Rammentai tutto ciò che successe: l'hotel, Joowon, il suo tentativo di stupro e io che ero riuscito a difendermi.
Ricordavo ogni dettaglio.
Buttai un'occhiata sul comodino e presi la bottiglietta d'acqua, avevo la gola secca e mi sentivo disidratato.
Fui sul punto di bere finché qualcuno bussò alla porta ed entrò.
Erano Yoongi, Taemin e Jimin.

"Ehi" - dissi con voce soave - "siete venuti a trovarmi"

"Come ti senti?" - domandò Taemin.

Sospirai. "Un po' un rottame" - replicai. Ed ecco che il mio pensiero si indirizzò a lui.
"Dov'è Taehyung?"

I miei amici si guardarono tra loro in attesa che almeno uno di loro rispondesse.

"Lui sa che sono qui?" - chiesi nuovamente, sperando che parlassero.

"Sì ma non è voluto venire". Quella risposta fu un pugno sullo stomaco.

"Abbiamo avvertito tua madre"

"Cosa!? Che le avete detto!?" - chiesi preoccupato. E in quel momento temetti che fosse venuta a conoscenza di tutto quanto.

"Che sei stato aggredito da un passante che ha cercato di derubarti" - disse Jimin. E a quel punto mi domandai se gli altri sapessero della reale situazione. Yoongi di sicuro, dato che era stato lui a soccorrermi.

"Perché non ci hai detto del tuo lavoro?" - domandò Taemin. Il suo tono non fu accusatorio; percepii discrezione e pacatezza, senza nessun giudizio, e questo mi rassicurò.

"Mi vergognavo" - dissi abbassando la testa.

"Beh non hai nulla per cui provare vergogna. Ti serviva un lavoro e hai trovato quello"

"Scusa se gliel'ho detto, Jk... È solo che..." - esternò Jimin.

"Non ti devi scusare" - replicai - "non c'è p-problema Jim..." - accennai un piccolo sorriso affinché non si sentisse a disagio.

"Non ti giudicheremo mai, ricordalo sempre" - disse Yoongi. E poi si avvicinarono tutti a me e mi abbracciarono. Fu un contatto caloroso e da cui potevo percepire l'amore incondizionato che provavo nei loro confronti. Loro erano i miei fratelli. E sarebbe stato così in eterno.

"Appena uscirai da qui fai la denuncia" - mi suggerì Yoongi - "anche se sarà un po' complicato"

"Perché? Che è successo dopo che sei venuto a soccorrermi?"

"Quel figlio di puttana se l'è data a gambe. Mi ha visto ed è fuggito via"

E mi rabbuiai. "Non so che cosa mi sia venuto in mente, pensavo che incontrandolo sarei riuscito a scappare dai miei problemi e..." - la mia voce si spezzò e cominciai a piangere silenziosamente.

"Jungkook può capitare di sbagliare. Dopo questo fatto non farai più quell'errore però mi posso permettere di darti un suggerimento?" - esternò Jimin.

"S-Sì..."

"Ascolta..." - e non fece in tempo a finire poiché la porta della stanza si aprì e mi si illuminarono gli occhi.

"Mamma" - dissi quasi sussurrando.

"Figlio mio" - replicò correndo verso di me. Mi prese il viso con le mani e in seguito anche lei mi abbracciò.

From sunset to eternity | TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora