3,2,1 si parte!

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Era una di quelle giornate in cui aprivi gli occhi e ti sentivi libero da tutto.
Il sole batteva sul mio viso e io non potevo fare altro che sorridere mentre mi guardavo intorno, seduta ai piedi del mio letto disfatto.
La stanza, illuminata da tutti quei raggi caldi, mi ricordava che l'estate era iniziata e la scuola era finita, finita per sempre. Sí esatto, avete capito bene, per s e m p r e!
Proprio ieri avevo esordito con il mio esame orale, ultima prova fatale.
Era andato bene tuttosommato, certo, forse sarebbe andato meglio se non avessi cominciato a parlare con un tono di voce così spaventato, e la Signorina Johnson non mi avesse chiesto di ripetere ogni singola parola.
Adesso peró, non volevo più pensarci, mi sentivo leggera come una piuma e l'unico mio pensiero era di godermi questa vacanza giorno per giorno.
Da quì a qualche ora avrei abbandonato Doral e insieme ad Anne, avrei raggiunto South Beach.
Anne era l'amica piú cara che avevo. La conobbi proprio a South Beach quando entrambe avevamo 5 anni. I nostri genitori erano soliti trascorrere le loro due settimane di riposo in questa località e il caso volle che tra tutte quelle bambine intente a costruire castelli di sabbia, Anne propose proprio a me di andare a giocare con lei, e dico proprio a me perchè tra un bagno, qualche schizzo e qualche costruzione sulla spiaggia, parlando, scoprimmo di abitare nella stessa città.
Stessa età, abitazioni a pochi isolati di distanza, stesso luogo di vacanza, successivamente i gusti che si riscoprivano sempre più simili, e per finire, stesse scuole superiori, insomma potete immaginare il forte legame che si era stabilito tra me e lei.
Da qualche anno le nostre famiglie ci permettevano di trascorrere l'estate distanti da loro, sia perchè eravamo maturate, sia perchè erano consapevoli che se non in questo modo, a Miami non ci avremmo più messo piede, e sapevano che con il passare degli anni quel posto era diventato il nostro paradiso, pieno di amici conosciuti estate per estate.
Il padre di Anne aveva all'improvviso cominciato ad odiare il mare, diceva di non sopportare più il frastuono che era costretto a sentire ogni giorno sulla spiaggia, il rumore delle onde, il sole troppo caldo, la folla, e insomma cosí aveva convinto la moglie a seguirlo in campagna.
Per quanto riguarda i miei invece, mia madre aveva perso un amico che, em.. era stato dilaniato da uno squalo, terribile, ed ecco perchè aveva chiuso la sua relazione con South Beach.
Mai e poi mai avrei fatto lo stesso, cose di questo genere capitano tutti i giorni, sono spaventose, ma se dovessimo rinunciare a tutto per paura di lasciarci le penne, allora saremmo già morti dentro.
Dire addio a South Beach poi, una spiaggia come un'altra finchè dovevo ancora crescere, poi un'estate boom, era cambiato tutto, realizzavo piano piano cosa era realmente. Era il mio Eden.
L'ora del tramonto. Era stato sicuramente a quel punto che i miei occhi abbandonarono quella visione innocente che ha una bambina, ed entrarono nell'ottica di un adolescente.
Il cielo che diventava arancione, non significava più aver voglia di correre in hotel per cenare e scappare in centro con Anne per accapararci il nostro gelato gusto Nocciola e yogurt, no, significava che la sera stava arrivando, le famiglie abbandonavano la spiaggia lasciando il posto ai più giovani, la musica si intensificava, la notte era festa, una festa che si sarebbe prolungata per tutta l'estate.
Quando hai 5 anni certe situazioni non sei in grando di percepirle, le vedi, ma non le vedi, poi un giorno è come se qualcuno ti togliesse quella sorta di velo che hai davanti agli occhi, e l'uomo buffo che faceva strani movimenti sulla spiaggia alle 2.00 del mattino, in mezzo ad un suono fastidioso, diventa il ragazzo più bello di sempre che balla sulle note della tua canzone preferita.

<<Charlotte, c'è Gregory al telefono, scendi!>> Gridó mia madre dal piano inferiore. Mi stropicciai gli occhi e con calma raggiunsi il soggiorno. << Pronto Greg?>> <<Charlie, io sono arrivato da qualche minuto, per che ora sarete qui?>> <<Non lo so, Anne non è ancora passata, partiremo fra qualche oretta>> Risposi cercando di trattenere uno sbadiglio. << Qualche oretta?! Io raggiungo i ragazzi allora, non posso stare qui ad aspettarvi>> <<Come vuoi Greg, ti chiameremo non appena ci metteremo in viaggio, salutaci tutti>> << A dopo.>>
Gregory, era un compagno di scuola che da qualche anno si aggregava a noi per andare a Miami. Da quando c'era lui, venivamo ospitate nella piccola casa che il nonno gli aveva lasciato in eredità. Per questo motivo la nostra vacanza aveva avuto la possibilità di prolungarsi, le spese erano assai inferiori rispetto alle quote che avremmo dovuto pagare all hotel.
<<Charlotte hai preparato tutti i bagagli?>> << Sí mamma, non c'è bisogno che tu me lo richieda ogni mezz'ora>> <<Voglio solo esserne certa, il telefono perfavore?>> Gli porsi il telefono e mi spostai in bagno. Avevo intenzione di cominciare a prepararmi.
Faceva caldo, erano le 11.00, in casa regnava la calma. Mi tolsi il pigiama e lo lasciai cadere sul pavimento. Stavo aspettando che l'acqua della doccia diventasse tiepida al punto giusto.
Una decina di minuti dopo ero lavata e profumata, pronta per il lungo viaggio a cui stavo andando incontro.
Avevo la sensazione di aver dimeticato di fare qualcosa. Mi ricordai di non aver dato neanche un'occhiata al cellulare, ero distratta dalla mia quiete interiore. Mi precipitai immediatamente a guardarlo.
"Una chiamata persa da Greg"
"Hai due nuovi messaggi su Imessage"
"5 Chiamate perse da Anne"
"Anne: mi rispondi?!"
"Anne: Sei viva ?"
<<Cazzo.>>
All'improvviso sentii il campanello suonare, capii che era Anne per il tono di voce con cui le si rivolgeva mia madre.
<<Charlot..>> <<Arrivo!>> Non le diedi la possibilità di terminare la frase.
Avevo preso tutto. Dopo aver salutato Anne, caricai tutto quello di cui avevo bisogno in auto.
<<Bè che dire, ci si vede prossimamente mamma! Salutami papà, e digli nuovamente che mi dispiace non averlo potuto salutare di persona>> <<Tranquilla tesoro, vi siete già salutati ieri. -Mi strinse forte a sè- Fai buon viaggio!>>

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