La serata trascorreva noiosa. Ero in compagnia di John da qualche ora, ma sfortunatamente Justin non si era fatto vivo. Non potevo pensare ad altro, cercavo di concentrarmi sull'amico, ma pur quanto fosse carino, non riuscivo a provare alcun tipo di attrazione.
<<Ti vedo distratta, ti va di andare a ballare?>> Anuii. Mi prese la mano sorprendendomi. Camminammo verso la festa e mischiandoci tra il rumore e la folla, cominciammo a muoverci.Le seguenti nottate furono tutte uguali, nulla di differente. John era premuroso, un ragazzo davvero gentile e soprendente, ma nonostante fosse ben chiara la sua cotta nei miei confronti, non aveva mai azzardato un bacio. Lo trovavo molto rispettoso e diverso dal comune.
Il tutto prese una piega diversa quando, il mercoledì seguente, accettai come sempre l'invito di John a raggiungerlo alla spiaggia. Questa volta peró, ci incontrammo nel pomeriggio e in compagnia di Greg ed An passamo una giornata divertente. L'acqua era abbastanza tiepida e fu un piacere per me immergermici. Non mi spinsi troppo al largo per paura della corrente che forzava verso il mare aperto. Quando tornai dagli altri, John mi propose di rimanere con lui per la serata. Accettai volentieri. Chiese anche alla neocoppia di restare, ma rifiutarono.
An mi prese in disparte e mi sussurró un paio di parole all'orecchio.
<<Domani capirari perchè non ho potuto accettare.>> Rimasi confusa da questa affermazione, ma cercai di non pensarci troppo.
La notte sembrava procedere come le medesime scorse, finchè ad un tratto, mentre io e John stavamo seduti sotto il tendone del chiosco in spiaggia, scorsi la sagoma di Justin raggiungerci mano nella mano con una ragazza. La trascinava dietro di se, mentre si avvicinava a noi a passo svelto. Mi guardó e spostó subito l'attenzione sull'amico. <<Ci siamo anche noi sta sera.>> Si sedette al nostro tavolo, ivitando a malomodo anche la mora che si portava dietro, a sedersi. Avevo lo stomaco in subbuglio, era da settimane che non lo vedevo, mi era mancato. Quando il cuore rallentó i battiti, riuscii a concentrarmi meglio sulla ragazza al suo fianco. Sentii il mio corpo riempirsi di invidia. La mora somigliava tanto a quella poco di buono che vidi con Justin tempo fa su quella scalinata maledetta, la protagonista delle mie fantasie mentali.
Questa peró, aveva il viso più paffutello, e gli occhi più scuri contornati dal trucco. Un rossetto rosso acceso le copriva le grandi labbra carnose. Notai che quest'ultime avevano lasciato un grosso segno sul collo del biondo. Pervasa dalla gelosia presi a guardarla male senza accorgermene. Lei lo notó e come se mi avesse letto la mente, si sentì in dovere di stuzzicare Justin davanti ai miei occhi. Le sue stupide mani si posavano ovunque sul suo corpo, ma fortunatamente lui non sembrava darle retta. Parlava con John, non so di cosa, perchè ero concentrata sulla ragazza, ma so che il discorso si era portato avanti per 10 lunghissimi minuti.
<<Vi va di bere qualcosa? Offro io!>> Propose John su di giri. Presa dalla rabbia accettai senza pensarci troppo.
Ordinai un long Island, Il moro mi imitó.
Justin e la sua accompagnatrice presero invece un drink leggermente più leggero.
Lo buttai giù in tre soli sorsi. Purtroppo la testa cominció a girarmi a breve, ma nonostante ció ero decisa a prendere qualcos'altro. Mentre ero intenta a leggere la lista degli alcolici disponibili, la ragazza faceva di tutto per catturare l'attenzione di Justin. Senza ritegno, fregandosene del resto del mondo, si gettó sul suo collo e lo riempì di baci. Vidi l'eccitazione
crescere negli occhi di quel ragazzo bellissimo.
Si giró di scatto e afferró il volto di lei con la mano destra. Si avvicino e con poca finezza intreccio la sua lingua a quella della mora. Avvertii una vampata di calore e mi precipitai a chiedere un altro drink. John mi seguì a ruota, intontito dall'alchool allo stesso modo in cui lo ero io. Bicchiere dopo bicchiere, ci ritrovammo a ridere a sproposito. Stavamo prendendo in giro una barista sulla trentina che non riusciva a smettere di fare strane smorfie mentre preparava i drink. La cosa ci divertiva così tanto che smisi di notare i gesti volgari che si scambiavano i due di fronte a noi. <<Un altro sex on the beach perfavore>> ordinari ridendo. Justin staccó le sue labbra dalla ragazza e si voltó verso di me, poi qualche istante dopo prese a guardare male John, e incurvando le sopracciglia assunse un'aria interrogativa.
<<Come cazzo la vuoi conciare?>> Domandó severo. John rideva, non faceva altro che ridere. Io ridevo con lui, non capivo niente, mi sentivo leggera. Il biondo si alzó con rabbia dal suo posto e venne verso di me. Mi prese per un braccio e mi fece alzare. Mi ritrovai in piedi. La testa mi girava, avevo la nausea e mi sentivo confusa.
I due amici cominciarono a litigare, non riuscivo a comprendere neanche un parola.
<<Sei un idiota! Non sai regolarti, non reggi un cazzo e porti nella merda non solo te, ma anche chi sta con te. Finisce sempre allo stesso modo!>> John non rispose, si giró verso la cameriera e sempre ridendo ordinó qualcos'altro. Justin si infurió. Accentuó la stretta della sua presa sul mio braccio e cercó di portarmi via. <<No lasciami! John, aiutami, mi porta via da te, dobbiamo baciarci anche noi.>> Mi voltai verso Justin e cercai di liberarmi. <<Lasciami non puoi divertirti solo tu, lasciami!>> Non potevo rendermi conto di quello che usciva dalla mia bocca. Lui non mi diede retta. Incitó la mora a tornare alla festa, e una volta congedata, mi tiró verso un'auto nera. Sembrava essere una Lamborghini, ma visto il mio stato non potevo esserne certa.
Aprii la portiera e mi spinse al suo interno. Subito dopo si mise alla guida. Con la mascella serrata, teneva il suo sguardo fisso sulla strada, mantenendo l'aria severa di sempre.
<<Hey, fermati perfavore. Non mi sento bene.>> Si affrettó ad accostare e mi aiutó a scendere. La testa mi girava troppo velocemente, sentivo che stavo per vomitare. Mi chinai su un'aiuola e solo dopo essermi liberata, mi accorsi che Justin mi stava tenendo i capelli mentre fumava una sigaretta guardando altrove.
Mi sentii completamente in imbarazzo.
<<Mi dispiace.>> Non disse niente. Risalì in macchina e aspettó che io feci lo stesso. Poco dopo eravamo fermi davanti alla villa. Ci impiegai qualche secondo per realizzare che se An mi avesse visto in queste condizioni, me l'avrebbe sicuramente fatta pesare. Con l'Alcool ancora in circolo, presi a piangere come una disperata. <<Non posso entrare non voglio, ti prego non voglio.>>
<<Shhh!>> Cercó di zittirmi, ma non avevo alcuna intenzione di dargli retta. Mi sentivo agitata e alzai il tono della voce. <<Abbassa la voce, smettila!>>
Mi mise un mano sopra la bocca per tentare di tapparmela. <<Se qualcuno ci sente, è la fine. Chissà cosa cazzo potrebbero pensare!>> <<Non voglio entrare!>> <<Non farlo, ma ti prego taci!>> Mi calmai e lui si accasció sul sedile.
Ad un tratto abbandonai l'auto. Justin mi guardava confusa attraverso il finestrino.
Mi sedetti sul marciapiede.
<<Grazie del passaggio!>>
Abbassó il vetro. <<Cosa hai intenzione di fare?>>
<<Resteró qui fino a che non mi sentiró bene!>> Risi e socchiusi gli occhi, la testa era tornata a girarmi.
<<Muoviti, entra.>> Si allungó per aprirmi la portiera.
Poco dopo ero nuovamente seduta al suo fianco. Mi rannicchiai su me stessa e cominciai a fissarlo. Era così bello. Potevo vedere i suoi occhi brillare, mentre fissava il vuoto. Le sue labbra socchiuse, così morbide, sembravano fatte di velluto. Erano un delizioso invito ad un bellissimo bacio. Oh sì, quanto avrei desiderato baciarlo. D'improvviso si accorse di essere osservato e le sue iridi incrociarono le mie. Nessuno dei due aveva l'intenzione di distogliere lo sguardo. Avertii i miei zigomi arrossire. Mi morsi il labbro e buttai fuori una sorta di risatina. Lui mi guardava serio, sicuramente stava pensando a qualcosa. Impossesata da uno strano coraggio mi avvicinai al suo viso e nuovamente mi morsi il labbro inferiore mantenendo un sorriso sul volto. A dividerci era poco più di un solo centimetro. Guardó la mia bocca, e ci impiegó qualche secondo prima di riportare il suo sguardo dritto nei miei occhi. Baciami, baciami.
<<Che cosa stai facendo? Posso saperlo?>> Interruppe il momento con questa frase, ed io mi rimisi composta. Per un attimo ci avevo creduto, credevo davvero che avrebbe potuto baciarmi, e invece no. An aveva proprio avuto ragione, non mi avrebbe mai reputata alla sua altezza. Mi girai sul lato opposto per evitare di guardarlo. Mi accovacciai e cercai di chiudere gli occhi.
<<Charlotte, Charlotte svegliati.>> A fatica spalancai le palpebre. Mi sentivo confusa, frastornata e la mia testa stava per esplodere. Mi stiracchiai coccolata dai primi raggi di sole.
Mi accorsi di non essere nel mio letto. Addosso a me era appoggiata la giacca di Justin e quando mi voltai lui era lì accanto ed io ero ancora nella sua macchina, che ora riconobbi essere realmente una Lamborghini.
<<Io devo andare adesso.>>
<<Che ore sono?>> Domandai. <<Sono le 6.30 del mattino.>> <<Sei stato qui tutta la notte?>> Annuì spostando i suoi occhi sulla strada. Sorrisi. <<Grazie.>> Lo salutai, e corsi in casa. Lui partì solo dopo che fui entrata.