Confessioni.

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Verso le 3.00 del mattino rientrammo a casa. Il resto della serata lo avevo trascorso seduta al bancone del bar mentre An aveva ripreso a scambiarsi baci sempre più lunghi con Gregory.
Non avevo fatto altro che ripensare a Justin, al suo cambiamento e ad ogni singolo particolare che lo riguardava.
Nonostante ció, nè io nè An, ne avevamo più riparlato.
Una volta nel letto cominciai a rigirarmi da un lato all'altro, nulla era in grado di scacciare i pensieri riguardanti quel ragazzo, dalla mia testa.
<<Charl?>> Mi sentii chiamare tutto d'un tratto. <<Cazzo era lui. Non riesco a togliermelo dalla testa.>> Rimasi perplessa. <<An, hai appena ricominciato con Greg..>> Sospirai.
<<Charl, non intendo in quel senso, intendo che sono rimasta scioccata dal suo cambiamento. È incredibile.>> <<Lo so.>> Affermai leggermente irritata, anche se non consapevole del perchè. <<È diventato affascinante. Ha perso tutta la sua dolcezza ed è diventato incredibilmente spettacolare>> <<Lo è sempre stato.>> Risposi seccata.
<<Tutto bene Charl?>> Mi domandó probabilmente confusa.
<<Certo An, solo che, ecco, preferirei non parlare di lui. Raccontami di Greg piuttosto.>>
<<Con Greg tutto alla grande, sta volta è la volta buona me lo sento.>> Sospirai, e scuotendo la testa nel buio, tentai di sprofondare nel sonno, ma una strana affermazione mi interruppe.
<<Charl, quest'estate voglio farlo per la prima volta. Voglio che sia Greg la mia prima volta.>> Sorrisi anche se lei non poteva vedermi. <<Sai, con lui mi sento a mio agio, e comunque vada, non mi sentiró mai sprecata.>> Continuó.
Entrambe, nonostante la nostra età, eravamo vergini. Io aspettavo la persona giusta, e così anche lei. A quanto pare sembrava che per una delle due fosse giunto il momento ed ero felice che volesse lasciarsi andare con un ragazzo che sapevo volerle un bene dell'anima.
<< E tu Charl?>> <<Io sto ancora aspettando.>> <<Non preoccuparti, troverai anche tu qualcuno di speciale.>> Con queste parole nella testa riuscii a lasciarmi cadere in una dormita profonda che si prolungó fino alle due del pomeriggio seguente.
<<Sveglia! È ora di andare in spiaggia!>>
Aprii lentamente gli occhi e a poco a poco i miei occhi misero a fuoco la figura di Anne che cercava in tutti i modi di farmi aprire le palpebre il più velocemente possibile.
<<Finalmente!>>
Riconobbi che era già pomeriggio a causa dei raggi caldi e giallastri che penetravano obliqui dalla finestra.
<<Preparati che si va in spiaggia!>>
Mi strofinai gli occhi e con calma mi recai in bagno.
Com'era bello svegliarsi tra l'aroma delle palme, e il suono dei gabbiani che si estendevano nel cielo infinito.
Il rumore delle macchine che si annullava, le voci dei passanti che con gioia si dirigevano verso la spiaggia. Un mondo che avrei voluto vivere per sempre.
Indossai un costume a due pezzi rosa che mi aveva regalato mia madre qualche anno prima, dopo una splendida promozione a pieni voti.
Senza badare al tempo che trascorreva veloce, mi ritrovai sdraiata sulla sabbia. Il sole scottava e fui costretta a riempirmi di protezione nonostante il tardo orario. Tenevo gli occhi chiusi e ció mi permetteva di concentrarmi meglio sul rumore delle onde che si infrangevano sul bagnasciuga.
Verso il calare del sole An, che aveva passato tutto il pomeriggio ad amoreggiare con Greg, mi chiese cortesemente di andarle a comprare un pacchetto di sigarette e io che mi stavo leggermente annoiando, accettai volentieri.
Attraversai la strada e con una corsa raggiunsi il primo tabaccaio che vidi. Presi le solite sigarette che Anne desiderava e uscii velocemente dal negozio invaso da un terrificante odore di fumo.
Alzai lo sguardo e mi stoppai d'improvviso davanti alla figura imponente che la notte precedente mi aveva lasciato il segno.
Sentii il cuore fermarsi e riuscii a deglutire con fatica.
Lui era davanti a me, poco meno di un metro ci separava. Mi guardava mentre espelleva fumo da quelle sue labbra perfettamente delineate. Guardava me e io mi sentivo sprofondare, sarei voluta scomparire. Mi sentivo a disagio.  <<Charlotte giusto?>> Mi disse all'improvviso mantenendo un tono di voce abbastanza distaccato.
Sentii la testa girare, mi sentivo confusa. Anuii velocemente. Sorrise mentre si portava la sigaretta alla bocca. <<La mia grande cotta segreta da bambino.>>Scosse la testa divertito per poi sputare il fumo. Si voltó verso la direzione della spiaggia con fare strafottente. Non aveva intenzione di dire nient'altro, e così neanche io. Cercai di tornare da dove ero arrivata il più velocemente possibile. Non sentivo le gambe, pensavo mi stessero per abbandonare da un momento all'altro.
Una volta raggiunti i miei amici, non feci parola dell'accaduto e decisi di farmi un bagno per cercare di tornare in me stessa.
Poco dopo fui aggiornata sui programmi della sera che prevedevano di rimanere in spiaggia fino a tarda notte. L'idea non mi faceva schifo, tanto meno quella di poter incontrare Justin.
Nella testa continuavano a girarmi le immagini del suo visino innocente e sorridente che si era trasformato in un volto cupo e maturo. Il suo corpo esile che era sbocciato. La sua voce che da piccola si era fatta grande, calda. Il suo ciuffo che non gli copriva più la fronte, ma di un colore più chiaro, era stato buttato all'indietro. Le sue braccia ricoperte da inchiostro. Le sue labbra, che bè, erano sempre quelle fottutissime labbra che avrei voluto baciare anni prima. Ogni tanto mi veniva un tonfo allo stomaco quando ripensavo alle sue parole, al fatto che anche lui avesse una cotta per me tempo fa, al fatto che ancora adesso lui sapesse il mio nome.

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