Litigi.

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<<Allora ci fai entrare o no?>> Mi disse incurvando il sopracciglio sinistro.
Per il troppo imbarazzo non riuscii a nascondere la collera, quest'ultima prese il sopravvento.
<<Ma cosa vuoi? Perchè sei qui? E se non volessi farti entrare? Sei un povero cretino, Un impertinente del caz... >>
<<Hey tranquilla, non ti agitare troppo, ti ho vista vomitare, questo è niente in confronto!>> Rise.
Il mio volto si coloró di rosso sia per l'imbarazzo che per la rabbia.
<<Vista vomitare?>> Domandó John confuso.
Feci per chiudere la porta, ma il biondo infiló un piede nel mezzo e mi guardó soddisfatto. Mi arresi, e per smaltire la rabbia mi allontanai il più possibile.
Invitai John a sedersi. Nel frattempo notai che lo schermo del mio cellulare continuava ad illuminarsi.
"Io vengo a prenderti, Ho detto di rispondermi! Non osare mai più sbattermi il telefono in faccia!"
Sgranai gli occhi ricordandomi di mia madre.
<<Scusate un attimo.>>
Mi girai di spalle e composi il numero di mia madre velocemente. Rispose al volo.
<<Cretina!>> Mi gridó contro.
Mi girai sorridendo, assicurandomi che i due "ospiti" non avessero avuto modo di sentire.
<<Mamma non posso parlare, perfavore>> Affermai sotto voce. <<Charlotte, io ti vengo a prendere! Cosa ti sta succedendo?>> Il suo tono aumentava sempre di più e la situazione si faceva sempre più incredibilmente imbarazzante.
<<Mamma, non posso parlare! Ho ospiti!>>
<<Charlotte, guardati bene dal richiamarmi presto, o te lo prometto che tu torni a casa!>>
<<A dopo mamma.>> Misi giù esasperata e mi voltai nuovamente verso i ragazzi.
<<Scusatemi, eccomi. Bene allora, volete dirmi cosa ci fate qui?>>
Justin si mise le mani tra i capelli e scosse la testa.
<<La festa, Charl, te lo avevo accennato ieri!>>
<<Esatto accennato, Non mi avevi detto che saresti piombato in casa mia senza preavviso, insieme a quest'altro imbecille!>>
Justin si alzó di scatto e con rabbia mi afferó per un polso, mi fece arretrare finchè la mia schiena non si scontró con la parete alle mie spalle.
<<Ti ho detto che non devi permetterti di parlarmi, o trattarmi in quel modo. Portami
rispetto, cazzo!>> Ringhió.
Tentai di liberarmi dalla presa. Ero arrabbiata, probabilmente parte della mia ira si stava portando avanti da ieri sera, dopo che lo vidi scomparire con Victoria.
Non avrei dovuto trattarlo male, ma la gelosia mi stava accecando. Lui mi piaceva da morire, la mia attrazione nei suoi confronti cresceva ogni istante, anche adesso, lei cresceva, e non si fermava mai. <<Ti stai prendendo troppa confidenza ragazzina.>>
<<Tu, ne hai presa troppa. Non ti azzardare a parlami come se fossi superiore a me.>>
Tirai fuori le palle e lo guardai con aria di sfida. Lui serró la mascella.
<<Fanculo, non avrei mai dovuto aiutarti.>>
<<Io non te l'ho mai chiesto, e ma l'avrei voluto. Mi fai schifo, da sempre.>>
Mi guardó con disprezzo.
<<Stupida sgualdrina.>>
Lasció la presa, e pieno di rabbia raggiunse la porta per poi abbandonare l'appartamento.
Io rimasi a bocca aperta, incredula di ció che mi aveva appena urlato contro.
John mi raggiunse.
<<Mi-mi dispiace.>> Affermó dispiaciuto. <<È tutta colpa mia, avrei dovuto avvisarti, ma volevo farti una sopresa.>>
<<Non preoccuparti.>> Cercai di sorridere, anche se mi fu difficile poichè stavo trattenendo le lacrime.
<<Scusalo, era solo arrabbiato, non lo intendeva davvero. Sai.. è difficile che lui si preoccupi per una ragazza, so che lo ha fatto per me, è un grande amico, ma rimane comunque un gesto a cui non è abituato. probabilmente si è sentito umiliato.>>
Anuii con il capo.
<<Dai va a prepararti, ti aspetto qui fuori.>>
Mi sorrise e io ricambiai.
Salii le scale e trovai An in cima che mi attendeva, mi accolse con un abbraccio, ed io scoppiai in lacrime.
Lei mi accarezzó i capelli con delicatezza.
<<Stai tranquilla Charl..>>
<<Lui, lu..>>
<<Shh, ho sentito tutto, ma cerca di tranquillizzarti.>>
<<Io non ce la faccio, più lo guardo, più lo desidero, ma giorno dopo giorno vedo ogni possibilità frantumarai sotto ai miei piedi.>>
Scosse la testa e mi lasció un bacio sulla fronte.
<<Dove devi andare?>>
<<Ad una festa..>>
<<Ne hai voglia?>>
<<Così e così..>>
<<Dai fatti una doccia che poi mi diverto io a truccarti!>> Mi sorrise e mi asciugó le lacrime.
Le diedi un ultimo abbaccio e mi infilai nella doccia. Lasciai che l'acqua bollente accarezzasse ogni centimetro della mia pelle, sentii i miei muscoli rilassarsi.
Cercai di non pensare a ció che era accaduto poco fa e mi concentrai, invece, su quanto fosse bello il carattere di John.

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