Atto Finale

81 10 6
                                    

Quell'attimo in cui sai di essere salvo è il peggiore per un sopravvissuto, sei così felice di non essere più in pericolo che il tuo corpo si lascia andare.

La morte arriva perché hai smesso di lottare.

La guerra è finita.

Shigaraki Tomura è stato liberato dal dominio del suo vecchio padrone, morto non avendo più un corpo da ospitare, tutti gioiscono a questa notizia, ma è l'unica buona alla fine dei conti.

Le conseguenze di questa guerra sono sui corpi dei poveri eroi che sono arrivati fino alla fine del conflitto.

Una piaga che dovranno portarsi dietro, come una malattia che li porterà alla disperazione.

Kirishima Eijiro era un eroe meraviglioso, solare e con un sorriso che ti faceva sentire a posto con te stesso. Non sorride più nonostante la sua ragazza lo stringa tra le sue braccia, Ashido Mina ci prova a consolare il suo cuore infranto, ma non ci riesce.

Quel ragazzo tanto dolce ha perso una parte di sé stesso insieme al suo mentore, ora rinchiuso in una cella frigorifera di un ospedale qualsiasi.

Era come un secondo padre che lo aveva istruito sul duro lavoro di essere un eroe, ma la sua scomparsa lo ha trascinato in un'oscurità che sembra essersi trasmessa anche al suo volto.

La famiglia Todoroki piange davanti alla tomba del figlio più giovane, perito per salvare quel fratello che gli ricordava fin troppo bene quel passato che lui stesso aveva subito. La tomba accanto alla sua che si pensava contenere i resti di Touya, è ricoperta di muschio.

Dabi, anzi Touya ora è al fianco del padre a piangere la scomparsa di quel giovane eroe che aveva lottato più di tutti per essere accettato e lottato per trovare una sua identità.

Kaminari Denki è ancora steso su quel letto di ospedale e sa che non si rialzerà più da solo. Jirou Kyoka piange per lui appoggiata sulle sue gambe, ma lui non sente il suo calore, non sente nulla dal collo in giù.

Vorrebbe piangere per la disperazione, però non lo fa, non lo farà fino a quando lei sarà accanto a lui, non vuole dargli un'ulteriore peso. Sa già che i sensi di colpa la divorano.

Ogni tanto quando lei non lo tocca prova ad attivare il quirk, alla ricerca di una qualche sensazione, di una minima scossa percepita sul resto del corpo, come in passato.

Nulla, solo e soltanto il nulla.

Non hanno permesso a Bakugo Katsuki di vedere il suo amico d'infanzia una volta soccorso e ancora adesso se ne vaga per i corridoi dell'ospedale nell'attesa di quella notizia che gli permetterà di varcare la porta della sua stanza.

Vorrebbe urlare in faccia agli infermieri o al personale che vagano per i corridoi, ma si trattiene, non per rispetto verso gli altri pazienti, ma perché vuole conservare le sue energie per quando lo rivedrà.

La chiamata arriva e lui si precipita a rotta di collo verso la camera del ragazzo che ama.

Glielo avrebbe detto appena varcata la porta. Gli avrebbe confessato i suoi sentimenti e avrebbero potuto continuare a lottare l'uno affianco dell'altro.

Midorya Izuku era sdraiato a letto e guardava il soffitto con gli occhi inondati di lacrime, la sua vita era finita quel giorno e sapeva che nulla sarebbe mai più stato come lo era prima, soprattutto il rapporto con il biondo che lo stava fissando con altrettante lacrime che scendevano lungo le guance fino a cedere a terra.

«Mi dispiace...» sussurrò il verdino chiudendo gli occhi, sperando che quel brutto sogno finisse.

«Io ti amo.» urlò Katsuki avvicinandosi al letto del suo vecchio amico d'infanzia.

Izuku non rispose, nonostante volesse dirgli che anche lui lo amava, che lo aveva sempre amato, ma prima voleva farglielo vedere.

Si sollevò a sedere aiutandosi con le braccia per poi scostare il lenzuolo bianco che lo copriva.

Gli occhi del biondo si spalancarono osservando attentamente quello che era successo.

La gamba destra di Izuku non esisteva più dal ginocchio in giù, mentre la sinistra dalla coscia.

«Izuku?» lo chiamò Katsuki con un tremolio nella voce che fece fermare il cuore al minore.

«Potresti mai amarmi nonostante io adesso sia così?» domandò cercando lo sguardo del maggiore che invece fissava ancora i moncherini di quelle che una volta erano le sue gambe.

«Potresti mai amarmi nonostante io adesso sia così?» domandò cercando lo sguardo del maggiore che invece fissava ancora i moncherini di quelle che una volta erano le sue gambe

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Soldier sideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora