Terza parte

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Tutto è immobile.

Il tempo si è fermato in mezzo a quello scontro che sta per accendersi.

Tutto fermo come l'aria che non riesce a raggiungere i polmoni di tutti i partecipanti, perché in quel momento in cui il pugno di Izuku sta per raggiungere Shigaraki Tomura, nessuno riesce a credere a quello che sta succedendo, come anche Shoto che si trova in mezzo alle fiamme dei componenti della sua famiglia venendo ustionato,anche Katsuki non sento più l'aria invadergli i polmoni, troppo affaticati dalla corsa per stare dietro al suo amico/rivale/amore.

Dabi sente freddo mentre il corpo di suo fratello freme per colpa delle sue fiamme.

Kirishima non vede altro che rosso davanti a sé e il fiato gli si mozza in gola.

Mina prova a gridare, ma nulla esce dalle sue labbra.

Kaminari sta correndo per aiutare Jirou che sta precipitando.

Uraraka prova a sollevare l'ennesimo masso, ma sembra troppo pesante.

Tutto si ferma in quel limbo in cui solo un dio può vivere.

E quel dio è la morte che piange insieme a loro durante quei tragici secondi che paiono ore in realtà.

Aizawa, il loro sensei vorrebbe fermare tutto, ma insieme ad All-Might non può fare più nulla e si dispera vedendo i suoi alunni soffrire per qualcosa che non avrebbe mai dovuto esistere o avvenire.

Il pugno di Izuku raggiunge Shigaraki, ma nello stesso tempo in quel volto che sa che dovrebbe odiare, riesce ad intravedere una richiesta di aiuto.

Shoto cade a terra con il corpo segnato dal fuoco e l'aria che fatica ad entrargli nei polmoni, non gli permette di urlare per il dolore che sta provando.

Eijiro piange mentre urla il nome del suo mentore quando lo solleva da terra per accertarsi delle sue condizioni.

Dabi con il respiro pesante comincia a correre, vuole raggiungere l'unica persona che sa quello che ha provato nella sua vita, ma che invece ha ferito con le sue fiamme al posto di quel padre che tanto disprezza.

Katsuki cade a terra, non riesce più a compiere quei pochi metri che lo separano da Izuku.

Tutti piangono per quello che stanno vivendo, ma nessuna lacrima scorre sulle loro guance, troppo sporche per lasciar trapelare il dolore, troppo impegnati per dimostrare al dio della morte la loro paura.

Come si può anche solo pensare che quelle anime che stanno combattendo, una volta che la guerra sarà finita, potranno ancora provare qualcosa al di fuori della paura o del dolore.

Sia ben chiaro, dopo quel giorno, la paura della morte è sparita dai loro cuori come una farfalla uscita da una crisalide, ma la paura di vivere sarà per il resto della loro vita una compagna assai più terribile, perché non potranno mai più estirparla dai loro cuori.

E mentre tutti questi tormenti passano nella mente del dio che finge che non stia capitando veramente nulla, altra gente spera che quei soldati che stanno morendo, possano fare ritorno a casa come se nulla fosse.

Ritornare a casa al posto di cadere in quella tomba che la morte sta preparando.

Ma non è anche quella una tomba nel cuore, la paura di continuare a vivere sapendo tutto quello che si è commesso?

E i primi pensieri negativi si affacciano sulla mente di alcuni.

Siamo nati per morire in questa guerra e forse lo meritiamo.

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