capitolo 1 Natasha

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13 settembre
Ore:.....basti sapere che sono in ritardo per lavoro!
Sono una di quelle persone che prende tutto molto alla leggera, apparte quando qualcuno mi tocca la famiglia. Però ci sono volte in cui io stessa ho degli istinti omicidi nei confronti dei miei fratelli. Come ieri sera.....
......"Hey bella!" una mano mi strattona la vita lasciata scoperta dalla maglia corta, ma io, minuta come sono, sguscio via, fendendo la folla stipata a casa mia.
Questa volta mio fratello me l'avrebbe pagata cara! Il giorno dopo cominciava il lavoro per me e la scuola per lui, e lui che fa? Indice un party gigantesco a casa nostra, con tanto di musica a tutto volume e gente ubriaca che schiamazza. Appena lo vedo mi dirigo verso di lui furibonda, perché nonostante lui abbia 20 anni e io 17, dimostra di avere un comportamento molto più irresponsabile del mio.
Visto che i nostri genitori sono sempre via per lavoro, in quanto devono mantenere cinque figli, Bradley si permette di fare feste su feste.
Per fortuna sta notte una lontana zia chiamata dalla mamma si è accaparrata i miei fratelli più piccoli, percui almeno loro sono riusciti a dormire in modo decente.
Quando sono abbastanza vicina gli tiro un pugno sulla spalla, distogliendo la sua attenzione dal gruppo di amici.
Due ragazze barcollanti che si appoggiano l'una all'altra ci passano accanto, e sto per gridare contro mio fratello, ma mi batte sul tempo.
-Che cavolo hai fatto alle braccia?- Chiede con gli occhi sbarrati.
Sospiro, perché so che si riferisce alle scritte e ai disegnini che me le ricoprono dalle spalle ai polsi. Un sorriso mi affiora sulle labbra, mentre ripenso alla serata passata fuori per delle corse clandestine.
Le ho vinte tutte come al solito, non per vantarmi, ma sono parecchio brava.
Ma ciò non mi distoglie dal fatto che quando sono tornata a casa ho scoperto che il mio fratellone aveva fatto una festa senza avvertire.
Bradley scorge nei miei occhi uno sguardo assassino, così mi abbraccia stretta, per assicurarsi che non lo strangoli.
-Rilassati, ora mando via tutti, promesso- mi bisbiglia all'orecchio, sollevandomi i capelli rossi dal taglio sbarazzino.
-Meglio per te che succeda in fretta- ribatto brusca. Mentre passo accanto al bancone della cucina prendo un bicchierino di qualcosa, sicuramente alcol, e poi vado avanti.
Sto per salire le scale, quando con la coda dell'occhio vedo Bradley che cerca di convincere i suoi amici ad andarsene, ma quelli sono troppo ubriachi per capire, continuano a sorridere e annuire rimanendo lì impalati.
Perfetto ragazzi, è ora di dare un taglio a questo party indesiderato. Mi arrampico sopra un tavolo e grido a squarciagola
-Polizia, sta arrivando la polizia!-
C'è un momento di gran trambusto, quando tutti si catapultano fuori dalla porta. Afferro la maniglia e lanciando un'ultima occhiata al buio della notte, chiudo l'uscio e tiro un sospiro stanco.
Bradley si getta sul divano con una bottiglia in mano e chiude gli occhi, assaporando il silenzio.
-Grazie Reddy- mormora, e io in risposta sbuffo, perché ero sempre io quella che risolveva i casini e lui quello che li combinava.
Ma è il mio fratellone, quindi decido di non ucciderlo e salgo le scale per andare in bagno a fare una doccia. Davanti alla porta trovo un ragazzo disteso a pancia in giù, così lo sposto con il piede alzando gli occhi al cielo e poi mi chiudo a chiave, nel caso si svegli e provi ad entrare. Quando esco mi infilo una maglia gigante e vado in camera, che puzza di fumo perché qualcuno deve averci fatto un giretto.
Nel comodino c'è una foto dei miei genitori con io in mezzo, sorridente e ancora convinta che in fondo all'arcobaleno si trovasse l'oro. Spalanco le finestre e lascio che il vento mi sfiori i capelli ancora bagnati.
Poi mi lancio sul letto, e il sonno arriva prima ancora che io mi accorga di aver chiuso gli occhi....
Per cui potete capire come mai questa mattina il fatto che mi abbiano svegliata le grida dei miei fratelli non ha giovato affatto sul mio umore. Affacciandomi alla finestra ho fatto a malapena in tempo a vedere la macchina sgangherata della zia sparire oltre la curva.
Probabilmente non vedeva l'ora di andarsene e liberarsi di quelle scimmie pazze dei miei fratelli. Indosso dei pantaloni corti e strappati, stivaletti, top senza spalline con una scritta che intima alla gente di non scherzare con me.
Lentamente, ancora avvolta dal sonno, scendo le scale, e trovo i miei fratellini che si rincorrono. Cherie, 4 anni più piccola di me, porta un paio di occhiali e due trecce more, è brava scuola ( beata lei, perché io non so neanche il significato della parola studio) e i due fratelli gemelli, Timothy e Anthony, anche loro mori e molto vispi, hanno 9 anni e pensano più che altro a fare scherzi.
In questo momento hanno rubato il diario segreto di Cherie.
Mi chiedo cosa abbia da scrivere una dolce e ingenua 13enne come lei.
Un terribile malditesta minaccia di scoppiare nel mio cranio, ma per fortuna Timothy mi vede, da di gomito a Anthony, e i due si siedono sugli sgabelli. Cherie li segue subito dopo.
Quanto mi piace incutere timore nei loro giovani cuori!
Stanno per beccarsi una ramanzina lunga come una scala per la luna, quando due braccia mi avvolgono da dietro.
-fai un respiro profondo e prepara la colazone, Reddy- mi mormora conciliante Bradley.
Sbuffando mi dirigo verso il frigo, e con gli avanzi che trovo preparo il pasto. Bradley indossa il giubbotto e prende lo zaino per andare alla preuniversità.
Io invece, non essendo portata per lo studio, ho optato per andare a lavorare appena ho potuto.
Gli do un bacio veloce sulla guancia e lo spingo fuori dalla porta.
Bene, di uno mi sono liberata.
Torno in cucina dove i miei fratelli si stanno azzuffando di nuovo.
Appena varco la soglia tornano composti, atteggiamento che mi fa sorridere. Noto che hanno i vestiti stropicciati del giorno prima, quell'arpia di zia che mi ritrovo non si è neanche preoccupata di cambiarli.
Guardo l'orologio sgangherato appeso alla parete. Ho solo 5 minuti per portarli a scuola.
-Correte a vestirvi mascalzoni!- Grido, mentre io stessa corrono camera per afferrare la mia borsa. Lancio un'occhiata allo specchio, dove i miei occhi azzurri ricambiato lo sguardo da un viso abbronzato, e mi dirigo in garage.
Entro in macchina ed esco fuori sgommando, per fermarmi davanti alla porta l'ingresso che si sta richiudendo adesso alle spalle dei miei fratelli. Salgono in macchina e io parto a tutta velocità, schivando gli altri mezzi fermi nel traffico di Havana.
L'ebbrezza della velocità si diffonde dentro di me, e i gridolini entusiasti dei miei fratelli non fanno che alimentarla.
Molti suoni di clacson risuonano attorno a me, ma non mi importa, perché questo è il posto dove voglio stare in eterno, con il piede affondato nell'acceleratore e il tempo che scorre fuori dal finestrino. Non c'è niente di meglio.
Dalla vostra pazza Natasha,
Detta Reddy per i miei capelli

Spazio per me
Allooooora gente, questo è il primo libro che scrivo su wattpad insieme a due mie amiche, lovebooksaretta e ministero_della_magia. Diteci cosa ne pensate

ho bisogno di voiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora