capitolo 1 ( Katy)

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13 settembre
Ore: 10, in pullman per il mio "adorato" college
É due ore che sono in viaggio, due ore passate a tormentarmi con le aspettative per questo nuovo anno.
Non per il rendimento scolastico, di quello non mi preoccupo, anzi me la cavo alla grande. Si tratta delle persone che studiano al college.
Già da quando ho messo piede per la prima volta alla university college di Londra tutti sapevano chi ero: la ragazza strana che vive con la nonna.
Non avevo avuto alcuna possibilità di dimostrare chi ero. Anche se in realtà non sono molto diversa da come mi descrivono: vivo con mia nonna a Ascott, ho sempre la testa fra le nuvole, suono il pianoforte in modo decente, mi piace andare a cavallo e ho paura degli aerei.
La mia casa è antica e piena di animali, tutti di mia nonna, apparte uno: Talia. È la mia cagnolina di razza pastore australiano, e ricordo ancora l'ultimo momento passato insieme prima che io partissi per il college.....

......sono le 20, è l'ora del giretto con Talia.
Prendo il guinzaglio anche se so che non mi servirà a lungo. Quando esco l'aria fredda si abbatte su di me, ma qui il tempo è sempre fresco. Mi incammino nel vialetto di casa a malapena illuminato dai lampioni.
Talia annusa per terra, il suo manto che varia dal bianco, marroncino, al grigietto è agitato dal vento. Mi stringo meglio nel giubbotto imbottito, ricordo quando la mia vicina di casa me l'ha regalato.
È verde con anelli di tutte le tonalità dell'azzurro che si intrecciano in una catena infinita, assomigliano agli avvenimenti della mia vita: si intrecciano confondendomi e non riesco a scorgerne la fine.
Talia mi tira il guinzaglio in modo giocoso, so che vuole correre.
Ci addentriamo in un piccolo boschetto dove la lascio libera, i suoi occhi si illuminano e poi scatta veloce.
Io sorrido, fin da piccola aveva dimostrato di essere gioiosa e vispa, quasi l'opposto di me in quel periodo della mia vita.
Delle goccioline mi cadono sulla testa e comincio a sentire l'odore umido della pioggia. Mi metto a chiamare Talia, dovremo tornare indietro, e quando arriva mi accorgo che ha tutte le zampe bagnate. Lei è tutta scodinzolante, con quegli occhi marroni che tanto mi ricordano la cioccolata.
Ho una vera passione per quella delizia: mi piace al latte, bianca, fondente, con le noccioline, con il riso soffiato, calda, con la panna montata e con i marshmellow poi! Amo quando la sua vellutata dolcezza ti avvolge la bocca, mi manda completa in estasi. E poi sentire quando si spezza sotto i miei morsi, impotente al mio volere...comunque Talia continua a saltellarmi attorno, vuole mostrarmi qualcosa.
Sorrido e la seguo tra gli alberi, finché non arriviamo ad un piccolo ruscello. Non c'era mai stato prima d'ora, forse è nato per le recenti piogge.
Talia entra dentro l'acqua infischiandosene del freddo, per poi uscire e inzupparmi tutta mentre si scuote. Indietreggio per allontanarmi ma inciampo e finisco dritta dentro il ruscello. Mezzora dopo ci ritroviamo entrambe completamente fradice, anche per la pioggia che si è infittita. Nonostante i vestiti mi pesino addosso sono felice come non ero da molto tempo.
Quando arrivo davanti al campanello noto che la nonna ha dimenticato ancora una volta di togliere la foto sopra il citofono. Ritrae noi due circa quattro anni fa, ed io sono cambiata parecchio. I miei capelli erano una massa informe di riccioli biondi, portavo degli occhiali viola leopardati, ho l'apparecchio e sono uno stuzzicadenti.
Ora porto degli occhiali neri che mi fanno risaltare gli occhi color nocciola, e per me è stato un sollievo cambiarli.
Non è successo per volontà mia ma perché li ho persi.
Ero in viaggio con mia nonna in Africa, ed eravamo sul dorso di un elefante quando mi sono caduti. Ci siamo fermati, ma proprio in quel momento una tigre si è messa ad inseguire una gazzella tra le zampe dell'elefante. Così i miei occhiali sono finiti sotto tanti strati di sabbia del deserto del Sahara.
Anche i miei capelli sono migliorati, ora più che un cespuglio sono boccoli che mi arrivano quasi a metà schiena. Ho abbandonato l'apparecchio e ho dei bei denti, anche se non sorrido spesso.
Sto per schiacciare il pulsante quando la nonna mi apre la porta.
Che sappia davvero prevedere il futuro o è solo molto discreta nello spiarmi alla finestra? Conoscendola la prima opzione mi sembra più probabile.
Mi guarda male mentre entro in casa lasciandomi dietro una scia bagnata.
Le rivolgo un sorriso di scuse e vado in bagno, asciugando sia me che Talia. Indosso il pigiama e torno in salotto per augurare sweet dreams a mia nonna, che sta facendo le parole crociate.
-Hai notato che avremo dei nuovi vicini?- Mi domanda, ed io mi avvicino la finestra.
È vero, esattamente di fianco a noi delle persone stanno portando degli scatoloni da una macchina alla casa in vendesi fino a ieri.
Quando mi volto mia nonna mi sta osservando attentamente da sopra gli occhiali, sento che muore della voglia di dirmi qualcosa.
-Avanti, dimmi di che si tratta- Mi arrendo avvicinandomi alla sua poltrona. Nel divano affianco ci sono quattro gatti addormentati beatamente.
-Ho saputo che sono una coppia di genitori con una figlia bisognosi di babysitter!- annuncia lei entusiasta.
Da un po' di tempo mi offro di tenere dei bambini per racimolare qualcosina, ma non ho ancora ricevuto risposte.
-Bene!- Sorrido, amo i bambini, ma so che la nonna vuole dirmi altro.
-E....?- Chiedo interrogativa.
Lei fa un sorriso malizioso ma non dice niente, così io alzo le mani in segno di resa e mi dirigo verso la mia camera.
Talia è già ai piedi del letto che mi aspetta, io mi infilo sotto le coperte, e cullata dal suo respiro mi addormento.....

La sveglia sta suonando, è una melodia che ho suonato io al pianoforte da piccola, me la insegnò mio padre.
Ho già tutto pronto per partire, mi vesto con quello che la nonna ha scelto, visto che mi reputa incapace di vestirmi da sola: jeans chiari, camicetta a fiori, converse bianche e basse e la mia borsa inseparabile, nera con gli elefanti bianchi.
La mia camera si trova su una specie di torretta, quindi le scale per scendere sono strette, e mia nonna le ha ricoperte con amuleti portafortuna. Forse per evitare una mia possibile caduta catastrofica.
A colazione mi riempio di cibo, e sono stupita che la nonna non sia ancora rientrata dal suo giretto mattutino con Talia.
Come se l'avessi chiamata, fa il suo ingresso proprio ora, con una Talia che piagnucola come se sapesse che sto per partire.
-Dove siete state per tutto questo tempo?- domando chinandomi per accarezzare la cagnolina dietro le orecchie.
-mi sono fermata a parlare con i nuovi vicini, sono brave persone e puoi andare da loro il prossimo weekend!- Mi dice.
Prendo valigia e borsa,e mi dirigo all'ingresso, perché vedo che il mio pullman sta arrivando.
-Perfetto nonna, ci vediamo venerdì sera- le dico schioccandole un bacio sulla guancia. Attraversando il vialetto di nascosto mi infilo i miei orecchini con le piume che la nonna reputa esagerati e salgo dallo sportello aperto dall'autista.
Una morsa mi stringe il cuore a pensare che passeranno cinque giorni prima di rivederle, ma la ignoro e prendo posto su un sedile in fondo. Saluto la nonna dal finestrino, e quando stringe gli occhi capisco che ha notato gli orecchini.
Accidenti a lei e alla sua vista lunga!
Il pullman parte e io mi infilo gli auricolari nelle orecchie. Sospiro e mi abbandono sullo schienale. Sarà un lungo e noioso viaggio....
Da Katy,
in viaggio per l'inferno

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