Due apericene - 108 giorni prima

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Dopo l'Epifania l'ufficio di Daniela era gradualmente tornato alla normalità.

L'ultimo a rientrare era stato Stefano che, partito il 31 come Daniela, aveva organizzato con gli amici un trekking di dieci giorni in Nepal, nella valle del Mustang.

Il primo invece, subito dopo capodanno, era stato Matteo che aveva cancellato parte delle delle sue ferie preferendo conservarle per tempi migliori. Partito fidanzato con Chiara era rientrato single dopo pochi giorni, scaricato malamente dalla vegana. La coppia non aveva retto alla prova di una prima, pur brevissima, convivenza.

Daniela gli aveva chiesto il motivo della sua aria abbattuta e con un poco di malizia aveva osservato: «Al posto tuo farei una bella festa». Ma lui era così avvilito che non aveva colto l'ironia e aveva risposto serio: «Credo che in questo momento neppure il carnevale di Rio mi farebbe sentire meglio»

Vedendolo così mogio, lei si era pentita della cattiveria. L'aveva un po' incoraggiato e molto compatito. Cosa che in fondo, probabilmente, era ciò che in quel momento lui desiderava. Quando lui si era ricordato di chiedere delle sue ferie, Daniela gli aveva taciuto di Martino e aveva risposto evasivamente. «Abbastanza bene. A sciare qualche giorno, come tutti gli anni»

Al rientro di Stefano però una bella festa era stata fatta davvero sotto forma di una sontuosa "apericena" offerta da Maurizio. Emozionato come un bambino al primo giorno di scuola, aveva annunciato che «Il premio non lo useremo per il mutuo ma per comprare pannolini»

Un coro di «Davvero?», «Che bello!», «Quando?» e «Povero te!» aveva accolto la dichiarazione e anche Daniela, naturalmente, non aveva potuto sottrarsi all'invito.

La lezione di Arabo gliel'aveva salvata Martino, gentilmente offertosi. Alle otto e trenta era passato a prenderla al locale e grazie all'agilità della moto l'aveva depositata all'Istituto Italo-Arabo prima che la lezione cominciasse. A Daniela era dispiaciuto lasciare la compagnia per prima ma giusto quella sera aveva il test del primo trimestre.

Quando l'aveva spiegato a Maurizio lui era talmente su un altro pianeta che al primo momento le aveva detto: «Ma certo, porta pure chi vuoi!», e non si era capito chi lui pensasse sarebbe arrivato. Ancora il giorno dopo, quando i colleghi avevano chiesto a Daniela come fosse andato il suo esame, non aveva capito assolutamente di cosa si parlasse. Naturalmente le domande erano strumentali, il vero motivo di interesse era la "Harley" che era venuta a prenderla.

«Allora non era vero che non hai il ragazzo. È che alla cena di Natale non volevi portarlo! Ti vergognavi di noi», l'avevano schernita.

«No, no», aveva assicurato lei. «A dicembre di ragazzo non si parlava proprio! Martino l'ho pescato a capodanno sulle piste di sci!»

Le battute sul "Martin Pescatore" che era diventato "l'uccello pescato" si erano sprecate.

«Devi farcelo conoscere», era stato il commento generale e Daniela aveva acconsentito. «Sabato prossimo è il mio compleanno. Volevo offrirvi anch'io una apericena, come Maurizio, il prossimo venerdì. Se non pensate che lui sia di troppo, gli chiedo di venire»

Tutti i suoi colleghi avevano approvato: sia la presenza di Martino che la prosecuzione del clima festaiolo.

Tre giorni dopo, il lunedì, Daniela era sotto casa che aspettava Martino. Avevano combinato di andare in birreria con Elena e Massimo. Un avvenimento inusuale, considerato il giorno feriale. Daniela però godeva di una settimana di pausa tra i due trimestri di studio e per Elena ancora non era cominciata la prima sessione di esami al Politecnico.

Si erano scambiati un bacio e proprio in quel momento le era arrivato un whatsapp da un numero sconosciuto. L'aveva aperto subito immaginando una qualche foto spiritosa come quelle che spesso si inoltravano tra loro. Ed effettivamente una fotografia lo era. La mostrava alla festa di Natale con il seno scoperto e il viso di tre quarti mentre scolava le ultime gocce dalla bottiglia di champagne. Lei aveva un'espressione allegra e divertita e la foto risultava simpatica e piena di vita. Ma ovviamente ne era rimasta turbata. I numeri dei suoi colleghi li aveva tutti memorizzati sul cellulare e non era nessuno dei loro. Inoltre non ricordava affatto che fossero state scattate foto.

Il pensiero le era corso subito all' Astronauta. La didascalia sembrava altrettanto enigmatica. Diceva semplicemente "Ogni promessa è debito." A cosa diavolo si riferiva? Poi per tutta la serata non era arrivato più nulla.

Martino aveva visto la foto ma non aveva capito che fosse appena arrivata. Invece di mostrarsi geloso aveva commentato che lei era molto fotogenica e «bella più che mai!» Daniela gliene era stata grata, tanto del complimento quanto del fatto che non avesse fatto domande. Ma quando lui le aveva detto che gli sarebbe piaciuto averne una copia, istintivamente gliel'aveva negata.

In quel momento invece, avrebbe avuto voglia di mostrarla a Elena e di parlargliene. Con i due ragazzi presenti però, proprio non era possibile. Tanto più che, tornati in città, i rapporti tra Elena e Massimo si erano molto raffreddati. Proprio per questo, anche se la serata in birreria era stata piacevole, si era un po' persa quell'allegria e quell'entusiasmo che aveva caratterizzato i giorni sulla neve. Martino comunque non solo aveva accettato volentieri l'invito all'apericena di venerdì ma aveva anche rilanciato, proponendo a Daniela di festeggiare il suo compleanno al ristorante, loro due da soli, il giorno successivo.

Nei giorni successivi Daniela aveva riguardato spesso la foto, chiedendosi cosa fosse questa "promessa". Possibile che non si ricordasse di aver fatto una promessa a qualcuno? Oppure, al contrario, che qualcuno avesse promesso di mandarle una foto? Va bene che aveva bevuto ma non così tanto!

L'apericena del suo compleanno era stata un successo. Martino si era integrato con facilità e perfino Matteo aveva lasciato per una sera la sua aria da cane bastonato. Per Daniela era stata anche l'occasione di fare gli auguri a Laura che, emozionata ancor più di Maurizio, le aveva chiesto speranzosa se le si vedeva già la pancia. Lei, pur di compiacerla, le aveva mentito spudoratamente. Alle undici si erano salutati tutti e Martino l'aveva lasciata a casa dei genitori.

Fino a mezzanotte era stata una bella serata.

Prima era arrivata, sempre dallo stesso numero, una foto. La stessa foto, ma schifosamente ritoccata. Si vedeva Daniela ingrandita solo dalla vita in su: la camicetta semiaperta era stata eliminata e sembrava totalmente nuda. Ma, quel ch'era peggio, era che anche la bottiglia era stata eliminata. Al suo posto era stato inserito il profilo delle natiche e della pancia debordante di un uomo grasso ed evidentemente anziano, il cui membro sproporzionato sembrava impugnato da lei. Quella che era una foto carina, allegra e vivace era stata trasformata in un'immagine volgare e disgustosa nella quale l'espressione di Daniela aveva preso un significato completamente diverso.

La foto non aveva didascalie ma non ce n'era bisogno. Lei aveva cominciato a tremare e non era riuscita a trattenere le lacrime. Si era sentita violata come non mai nella vita. Insozzata senza motivo in maniera ignobile e vigliacca. E nonostante la rabbia che questo le suscitava non riusciva a evitare un assurdo senso di colpa. Come se quella foto non fosse solo il delirio di un bastardo degenerato ma la conseguenza di un suo errore. Ferita in modo doloroso, si era resa conto di non essere, e di non essersi, per nulla preparata a proteggersi dall'astronauta.

Qualche minuto dopo era arrivato un whatsapp delirante.

Puttana. Sei una puttana ributtante. Ti sei regalata per i due centesimi di una moto che fa cagare a quello schifoso Uccello Pescatore. Pochi giorni lontano da me e mi hai accantonato come un vecchio straccio. Ero felice di vedere quanto ti mostravi carina. Quanto ti eri avvicinata a me in questi mesi. Lo vedevo sai, con che cura sceglievi le acconciature e i vestiti che mi piacciono di più. Invece in poche ore ti sei dimenticata tutto. STRONZA! Ti sei divertita a farmi stare male? Bene adesso ti farò stare male io. E quanto, non l'immagini neppure. Che bastarda che sei!

Oppure sei solo stupida? Una cretina cui basta un uccello motorizzato per perdere la testa? Se sei solo cretina, forse puoi rinsavire. Ti do 24 ore di tempo per liberarti di lui e dimostrarmi di esserti pentita. Se non lo farai tu, lo farò sparire io. O pensi che vorrà ancora vederti dopo che gli avrò mostrato la puttana che sei? E peggio per lui se non gli bastasse. E peggio per te se non te ne sarai liberata. So come punirti in modo da fartelo rimpiangere per sempre.

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