Daniel era morto.
Regina non riusciva a crederci.
Sua madre l'aveva ucciso, e poi l'aveva trascinata a palazzo per sposare il re. Due giorni e si sarebbe celebrato il suo matrimonio.
Calde lacrime le rigarono il viso mentre, chiusa nella sua stanza, tremava di terrore. Non voleva questa vita. Voleva solo tornare indietro e fuggire con Daniel, lontano, al sicuro. Felici. Avrebbero dovuto essere felici, e invece...
Cora entrò nella sua stanza e lei scattò come una molla.
«Non devi piangere, il re non può vederti così.»
Regina trovò a stento il coraggio di parlare.
«Non farmelo sposare, ti prego!» singhiozzò. Cora le ricolse uno sguardo carico di disgusto.
«Datti un contegno. Una regina non mostra mai le sue debolezze.»
«Non voglio sposarlo, madre, ti prego!»
«È la cosa migliore che potesse capitarti. Non capisci che voglio che tu abbia una vita splendida?»
«Avevo una vita splendida, con Daniel!» le urlò contro tra le lacrime, fregandosene, per un momento, delle conseguenze.
Cora si inalberò.
«Avresti avuto una vita misera! Tu non hai idea di cosa significhi vivere in povertà, essere umiliata ogni giorno da chi ha più potere solo per nascita! Sei una principessa, Regina, non puoi abbassarti a sposare un popolano!»
«Io lo amavo, ero felice con lui. Non voglio essere una principessa!»
«Sei nata principessa, Regina. E, credimi, quando ti saresti resa conto che non avevate denaro a sufficienza neanche per un pasto, l'amore sarebbe svanito. L'amore è un'illusione, Regina. È una debolezza che porta solo dolore e miseria.»
«Non mi interessa il denaro, non mi interessa la corona e non voglio diventare regina!»
Cora la guardò con disprezzo. «Non sai quello che dici. E ora preparati per la cena.»
«No» disse, ferma, incrociando le braccia sotto il seno.
Gli occhi di Cora lampeggiarono di rabbia a stento repressa.
«Non farmelo ripetere.»
«NO» ringhiò nuovamente. Non sapeva da dove le venisse il coraggio di ribellarsi, ma eccolo lì, come una fiamma accesa al centro del petto. E fu un errore.
Con un gesto, Cora fece apparire un vestito sontuoso addosso alla figlia e poi la sollevò in aria.
«Resterai lì finché non sarà ora di cena» sentenziò prima di uscire.
Regina scalciò come una forsennata tentando di liberarsi nonostante non ci fosse niente di visibile a trattenerla. La morsa della magia della madre non era dolorosa, ma opprimente, e stare sospesa in aria con quel corsetto a stritolarle il busto le toglieva il fiato. Non ci mise molto ad esaurire le forze. Si afflosciò come un burattino con in fili laschi, sospesa in aria, gli occhi gonfi e rossi per le lacrime versate.
Quando, un'ora dopo, l'incantesimo si sciolse depositandola delicatamente a terra, si accasciò sul pavimento.
Si asciugò le lacrime mentre due serve venivano a prenderla per scortarla al banchetto.
Gli ospiti, insieme a Cora e Henry la aspettavano a tavola, lei dritta come un fuso e di un'eleganza impeccabile, lui con le spalle curve e intento a bere un abbondante calice di vino rosso.
Cora le indirizzò uno sguardo severo.
«Spero che tu abbia avuto modo di riflettere.»
Regina abbassò lo sguardo e annuì sedendosi accanto al re, troppo stanca per essere altro che remissiva.
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FanfictionRegina stringe un accordo con l'Oscuro per sfuggire alla vita che sua madre ha progettato per lei, ma di certo non pensava di finire in un mondo così bizzarro...