Ch. 34: Passaggi e segreti

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《Chi non vuol far sapere una cosa, in fondo non deve confessarla neanche a se stesso, perché non bisogna mai lasciare tracce.》
GIULIO ANDREOTTI

Ancora mezzo addormentato e disteso al centro di un enorme letto a baldacchino in ferro battuto, analizzo spaesato questa immensa e grottesca camera. Un lampadario a bracci, impreziosito da una pioggia di cristalli, pende dal soffitto lavorato a stucco oro. 

Il mio sguardo si sposta con curiosità sui dettagli che caratterizzano l'ambiente nel quale, la scorsa notte, sono crollato in un sonno senza sogni, vinto dalla stanchezza.

I ricordi di ciò che è successo sono confusi: quello che c'è stato con Alexis, il viaggio infinito ed estenuante, il rapimento e la paura che mi pompava nelle vene, il ritrovamento di mio fratello, la risoluzione completa di quello stupido enigma. Tutto mi ha condotto al limite di un esaurimento nervoso.

A Liam è sempre piaciuto scherzare, ma questa volta ha davvero esagerato!

Mentre la mia mente vaga tra mille pensieri, mi perdo sulle linee dolci di un quadro che affianca il caminetto. Ritrae una  donna dai capelli corvini, adornati da splendidi fiori. Tra le sue braccia un neonato che sorride: occhi verdi e brillanti e riccioli d'oro. Sembra antico, ma i colori sono tanto vivi da farlo apparire contemporaneo. La persona rappresentata è di una bellezza unica, quasi angelica.

Ripenso alla stronza che, per due giorni, non ha fatto altro che prendermi per il culo.

Avverto la rabbia riprendere a farsi strada, quando, d'improvviso, colgo un movimento impercettibile oltre l'intelaiatura.

- Oh, porca puttana! - Esclamo, raddrizzandomi a sedere sul materasso. 

Il dipinto si guada intorno, da una parte all'altra, come posseduto.

Ma che cazzo?

Una risata profonda, proveniente da oltre la parete, mi giunge ovattata. Le due iridi grigie, che avevano animato il ritratto, tornano nere e un rumore sordo si diffonde nella stanza.

Il fondo del camino lentamente si apre, mostrando un passaggio, simile a quello che abbiamo usato per arrivare qui, e l'uomo con il codino fa il suo ingresso con la massima naturalezza.

- Come va, ragazzo?

Io mi limito a fissarlo, forse per lo sgomento dovuto all'entrata a effetto, o forse perché non so realmente cosa rispondere.

- Mi spiace per ieri. Dovevamo portarvi qui e spaventarvi un po', ma ho l'impressione che la situazione sia stata presa troppo seriamente. - Cammina per la camera, accampando quelle che sembrerebbero delle scuse. 

- Senza offesa, io non so chi lei sia, ma non credo ci fosse altro modo per "prendere" la situazione di ieri. - Preciso,  irritato.

Il vecchio smette di controllare la presenza di polvere sul mobilio e si siede ai piedi del letto dandomi le spalle, con lo sguardo rivolto alla vetrata.

- Onestamente, ero convinto che tuo fratello ti avesse scritto di essersi unito a noi. E pensavo che il rompicapo che abbiamo preparato fosse di facile risoluzione. Non mi aspettavo che il vostro prelievo diventasse tanto difficoltoso. - Ridacchia, - Ci avete dato del filo da torcere! Soprattutto la tua fidanzata! - prosegue, voltandosi e rivolgendomi un occhiolino d'apprezzamento.

- Non è la mia fidanzata, sta con Liam! - Sputo, con un pizzico di fastidio.

Il tizio con la barba che nasconde due labbra sottili aggrotta le sopracciglia, confuso, analizzando le mie parole. 

- Mi aveva detto che farvi venire qui sarebbe stato un'occasione per permettervi di chiarire e di avvicinarvi. Ma… suppongo, di aver capito male. - Conclude, continuando a studiarmi. Sono io che, a questo punto, risulto perplesso.

REFLEXED [Concluso In Revisione] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora