Capitolo 2: La stramba Di Highway Patrol

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Mentre la notizia del giovane era appena pervenuta in città, Ryan e Tommy erano di nuovo insieme, mentre Ben lascia a letto Stacy per schiarirsi le idee.

<<Cosa pensi sia successo a quel ragazzo?>> Disse sconvolto Tom, anche se non era molto interessato all'argomento.
<<Non so, probabilmente si sarà sbronzato a schifo ieri sera e avrà urtato con l' auto da qualche strana parte>> disse Ryan insciente del fatto che sua sorella, avesse passato la sera con la sua coppia.
<<Non penso che la sbronza possa in qualche modo fermare il cuore.. o per lo meno.. fermarlo per due minuti>>
<<Tom, siamo ancora troppo giovani per entrare nel mondo della criminologia, nel caso questa storia la coinvolgesse.. direi di non impicciarci troppo, lo sceriffo è alquanto severo nei confronti di chi si intromette nei casi della polizia...>>
<<Già...>> E così, andando avanti verso casa di Alex, dove c'era anche Marty, il dialogo tornò sul famoso gioco Wizards Against Knights.

Ben stava camminando per strada quel giorno, sconvolto, il suo amico aveva perso la vita. Ad un certo punto si rese conto che non aveva saputo niente neanche di Rosie, la ragazza. Ben decise allora di procedere verso casa della ragazza e una volta suonato il campanello, ebbe la terribile notizia che Rosie, non fece ritorno quella sera. Cercò invano di non allertare i genitori della ragazza, che pensavano che lei avesse passato la notte da loro.
Andando da Stacy e raccontatole ciò, l' unica cosa che si potesse fare, fu quella di andare dallo sceriffo e segnalare la scomparsa della giovane donna.
<<Sai che ti dico? Segnaliamo tutto allo sceriffo, ho sentito dire che è competente e non si è mai fatto sfuggire un caso>> disse Ben.

Alex, Marty, Ryan e Tommy tentavano di concludere una partita a Wad, ma la testa ricadeva sempre sull'accaduto al ragazzo. Alex così, durante un silenzio totale, confessò:<< A me questa storia puzza di stronzata>>, continuò senza ricevere risposta dai compagni, << cioè, al diavolo, chi è che sopravvive a due minuti di completa agonia senza palpiti di cuore? Ci stanno mentendo>>
<<Non possiamo saperlo per certo, poi perché l' avrebbero fatto?>> disse Ryan
<<Business>> disse Marty
<<Ma che cazzo centra il business>> disse Alex, e mentre le voci dei ragazzi si accavallano una sull'altra e stava per nascere un nuovo litigio, Tommy, il più piccolo, ma che in quell' attimo diede l'impatto di essere il più responsabile, diede un'idea al gruppo:<< Ragazzi, e se andassimo a capire cosa è successo dallo sceriffo? L' unica cosa che può accadere, è che ci caccino!>> quest'idea venne accolta a braccia aperte dal gruppo, e così, partirono, speranzosi di trovare risposte.

Ben e Stacy arrivarono alla stazione di polizia, erano circa le 8:38 di mattina.
<<Salv..>
<<Si ragazzi, la giornata è lunga, troveremo il vostro cagnolino non preoccupatevi, arrivederci>> disse lo sceriffo più scontroso che mai, senza neanche un minimo indizio del motivo della visita da parte dei ragazzi.
<< Cos..? Oh.. oh no, siamo quì per denunciare la scomparsa di una nostra amica>> disse Stacy
<<Sicura che non eravate nel bel mezzo di un round classico, di nascondino?>> Disse lo sceriffo,
<<Può gentilmente non interrompermi? La nostra amica, Rosie Cleveland, è scomparsa, e il suo fidanzato era Adam>>
<<E Adam sarebbe..?>>
<<Ma a che diavolo di corpi speciali ci affidiamo??!?>> Disse Stacy, alquanto avvilita. Uscendo dalla stazione, che aveva accolto il nuovo nome di Highway Patrol.
<<Adam è il ragazzo deceduto la scorsa notte capo>> disse il collega dello sceriffo, così facendo, l' attenzione di quest'ultimo, si riaccese subito.
<< Manderò delle squadre speciali per controllare sul posto>>
<<He.. Hey, è casa mia quella>> disse Ben<<pensate davvero che io non sappia cosa c'è o cosa si nasconde in casa mia?>>
<<Oh tranquillo, dacci solo le chiavi così eviteremo di rompere la tua amatissima porta del cazzo>>
<<Ben, non controbattere, è inutile ragionare con lui>> concluse Stacy che era rientrata nella stanza per prendere con se Ben.
La discussione si fermò quando si sentirono dei rumori provenienti dalla scrivania dello Sceriffo.
<<Sta fermo>> <<ei fammi spazio>> balbettavano i ragazzi nascosti sotto la scrivania del capo.
<<Ryan?!? Ma che diavolo ci fai qui a quest' ora?>>
<<Oh, lo conosci? Bene portate via questi marmocchi, dobbiamo lavorare>> disse lo sceriffo Michael.
Mentre uscivano, Stacy che teneva la mano a Ryan, con Ben e i suoi amici poco dietro di loro, notò che una signora entrò nella stazione di polizia, la stessa signora che Ryan aveva visto accendere quelle candele e spargere quel sale, le stesse che rimasero impassibili durante la notte, nonostante la pioggia e il vento, ma che quella mattinata erano spariti.

Nello studio dello sceriffo e della sua squadriglia, ad un certo punto si spense la radio. Entrò la donna.
<<Buongiorno, e lei è la signora..?>>
<<Dolly>>
<<Signora Dolly>> ribattè lo sceriffo <<mi dica>>. <<Sono venuta ieri sera per parlare di un sogno che mi ripercorre da ormai settimane>>
<<Certo, e adesso io e il mio vice siamo tutt'orecchie>> poi continuò <<le ricordo che però siamo poliziotti non psicologhi..>> con le risate del vice che si sovrapponevano all'ultima parola.
Così iniziò il racconto della donna.

"Ogni sera mi addormento allo stesso orario, ma non lo faccio apposta, arriva quell'ora in cui non c'è la faccio più. A me piace questa cosa, perché riesco a dormire molto bene, ma da un po' di settimane faccio sempre il solito incubo. È notte fonda, sono tornata ventiduenne, quindi siamo nel '57, e sto finendo di lavare i piatti. Mio padre è tornato da lavoro stanco e stremato e dorme sulla poltrona. Sento il mio cane causare un rumore con le sue unghie dietro la porta, era all'esterno della mia casa voleva entrare. Sto andando ad aprire la porta, ma vedo che il mio cane sta dormendo sul divano. Il rumore diventa sempre più forte, cerco di svegliare mio padre ma non trovo più ne il divano dove c'era il cane ne la poltrona dove c'era mio padre. Ad un certo punto tutti i mobili si sciolgono, diventano tutt'uno con il pavimento, rimane solo quella dannata porta. La cosa più brutta però è che quando la porta cede e si apre, ciò che vedo è un tatuaggio rappresentante una dannata croce, impresso su di una figura che a me piace chiamare: Satan savior. Esco dalla casa e mi addentro nel bosco. Cercando di scappare. Non so perché io continuo a fare questo stupido errore, nonostante tutte le volte che ho ripetuto il sogno considerando che sono consapevole di cosa accadrà dopo. Prendo l' unico candelabro che si è salvato e mi addentro nel bosco.

Trovo due bambini, abbastanza grandi, e un terzo che vola sopra di loro

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Trovo due bambini, abbastanza grandi, e un terzo che vola sopra di loro. Vedo che il terzo sopra di loro ispira un enorme quantità d' aria, una volta fatto ciò, i due bambini sopra di lui cadono per terra e lui vola ancora più in alto, sempre più in alto, sempre sempre più in alto, fin quando non mi adocchia e viene verso di me. Poi io mi sveglio"
<<Capis...>> Lo sceriffo venne interrotto dal suo vice <<oddio... Questo sogno, questo sogno l' ho già sentito, lo ha fatto anche mio figlio ieri notte>> così detto, il vice sceriffo continuò spaventato dicendo: << e se fosse una maledizione?>>
<<È solo un sogno, nulla di concreto. Soltanto un punto astratto residente  nella nostra mente>>
<<Si ma si ripete ogni sera, ogni notte..>> disse il vice sempre più preoccupato, e mentre la signora stava uscendo dalla stazione, cadde in un vuoto totale e atterrò sopra dell' erba bianca. Lo sceriffo e il vice non se ne accorsero, stavano continuando a parlare del sogno.

Mentre Rosie atterrò in uno spazio completamente vuoto, con solo una casa nei dintorni. Dolly atterrò su Ohio, ma non era la loro Ohio. Una Ohio completamente in fiamme. Una Ohio con delle strisce di sangue che percorrevano ogni muro, di ogni casa. In meno di trenta minuti, anche Dolly non c'era più.

La situazione iniziò a sfuggire di mano ai corpi speciali, mentre il vice e lo sceriffo stavano parlando ancora del sogno ricorrente, si accorsero dell'assenza della donna.
Nel luogo dove Dolly cadde, si trovò un candelabro, spento e per metà, distrutto.

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