Ritornello

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«Marija?»

Ritornò alla realtà, richiamata da Alaya. Sua sorella si era allontanata, da lei e da sua madre. Era già accaduto, per questo aveva l'abito sgualcito. Sua madre non voleva lasciarla andare, non ancora.

«Scusa, mi ero persa nei ricordi» le rispose.

Alzò lo sguardo, la finestra della soffitta era là. Tonda, piccola, solitaria. Il buio le toglieva ogni segno di vita, non vi era alcuna luce.

«Ci vediamo dopo, allora. E mi raccomando...»

Le ultime parole di sua madre erano per lei. Le aveva cinto il polso, l'aveva guardata intensamente. Quelle parole erano decisamente per lei. Un nodo la strinse, vedendo quello sguardo, sentendo la commozione nella sua voce.

Annuì e salutò, poi si avviò per non pensare. Passò il vialetto di ciottoli, passò il piccolo cancelletto e arrivò in strada. C'erano molte persone, tutte dirette verso la periferia. Erano tutti sereni, erano tutti contenti: era la sera della fiera, come si poteva essere infelici? Tutti erano là, dai vecchi ai giovani, tutti spensierati e liberi. Sarebbe stato bello, essere come loro.

Alaya guardava le stelle, persa ormai nella loro distanza, lontana da quel mondo. Sarebbe stato davvero bello, essere come loro.

Doveva distrarsi.

«Oh guarda, la nostra vecchia scuola!» esclamò.

Indicò un edificio, alla loro destra, un enorme blocco grigio e tetro all'esterno, ma dentro decorato dalla fantasia dei bambini. Corridoi zeppi di cartelloni, pareti colorate, finestre decorate, tutto nato dalla creatività infantile. Ora, però, sembrava solo quello che era, un enorme blocco grigio.

«Non comprendo la tua sorpresa, è sempre stata qui» rispose Alaya, pragmatica.

LA conversazione poteva morire, e non doveva. Stava a lei proseguire.

«Volevo solo ricordare com'era a quei tempi.»

Alaya si voltò, fredda, e la squadrò, fredda. Non aveva trova un buon argomento di conversazione.

«Io preferirei non farlo.»

Quanto ingenua era, non aveva valutato che la sua gioia poteva essere strazio per gli altri. Era stata impulsiva, peccato.

«Mi ero scordata, i bambini...»

«I bambini erano bambini», rispose Alaya, «Erano gli insegnanti il problema.»

***

Il mare le scorreva affianco, un mare di pastelli e tempre, azzurro e un po' verde, non molto curato, ma vivace. Cartelloni sopra parlavano di strani animali, ancor più stranamente rappresentati dai bambini. Poco si sapeva stavano ancora scoprendo quella fauna, i grandi, i piccoli ben poco potevano capirne e interpretare.

Lei ignorò tutto, finché non trovò la targhetta di una classe, quella classe. Spinse la porta, trascinandola a destra. Alaya era là dentro, seduta al suo posto, toccata dal sole, nascosta tra le sue braccia.

Brutto segno.

«Perché sei qua da sola?» chiese, preoccupata.

Alaya era brava in molte cose, ma non a relazionarsi. Si sforzava, ci provava: scendeva a giocare, provava a parlare, oppure si appoggiava a lei. Quindi, per quanto Alaya lo preferisse, non era normale che fosse là, da sola, in classe.

«La maestra» rispose Alaya.

Una sola parola, ma era tutto chiaro. Quasi tutto, in realtà, non sapeva il perché.

Stay with Me - Krys Talk RemixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora