«Quante altre volte, poi, ti sei trovata nella stessa situazione?» domandò ad Alaya, proseguendo lungo la via.
Erano ancora nella cittadina, ma alle basse case già si sostituivano i campi, cupi, verdi sotto il cielo notturno. L'ignoto, vicino alla certezza cittadina, con le sue pallide luci.
«Finché non mi sono resa conto di quanto fosse stupido.»
Osservò Alaya con curiosità: mai aveva ritrattato le sue posizioni. Sicura di sé era stata da piccola ed era cresciuta con lo stesso vigore, per quanto lo esprimesse meno. Ma era stato là, racchiuso nei suoi occhi lillà, stabile ma mai passivo. Era un giudizio silente, quello di Alaya, per pochi. E forse era meglio così, celare le opinioni, quando erano scomode.
Lei, curiosa, ogni tanto le aveva chiesto di svelare quanto la sua mente produceva, tutti quei pensieri complicati ed elaborati. Era curiosa, voleva sapere, anche se non capiva. Aveva un dono, Alaya, nello spiegare. Polarizzava l'attenzione, incuriosiva i più svogliati, travolti a insaputa da un fiume in piena. Spiegava per piacere, per passione, ben conscia delle sue parole. In molti non lo facevano, nemmeno gli insegnanti: ripetevano, ripetevano e ripetevano, ma erano parole vuote, dette per obbligo. Dette perché dovevano.
Forse Alaya aveva ragione, forse Crysis manipolava pure loro, laggiù, in quella terra ancora verde, ingenua e tranquilla.
Ingenua e tranquilla era pure lei, per eredità, per influenza, forse. Quei pensieri non le appartenevano, non era Alaya lei. Le bastava poco: la sua famiglia, gli amici, le piccole gioie e le soddisfazioni quotidiane. Cosa facesse Crysis, non era importante. Importante era che nulla cambiasse, non di nuovo. Quanto restava, doveva restare, sempre.
Spostò lo sguardo, verso i cupi campi. Lo stomaco si chiuse, pressato dai pensieri. Le illusioni, quanto voleva aggrapparsi ancora a loro. La spensieratezza giovanile, la sua ingenuità messe alla prova si stavano spezzando, spezzando il ritmo, il suo mondo.
Nulla restava come prima, tutto sarebbe cambiato. Restava l'ignoto, lo stesso che vedeva nel buio dei campi, laggiù verso i monti che non riusciva a vedere, figure informi, che solo i suoi ricordi riuscivano a ricostruire.
«Marija, siamo arrivate» le disse Alaya, appoggiandole una mano sulla spalla.
Un semplice tocco, eppure per Alaya significava molto. Era affetto per lei, era calore, era vicinanza. La sollevò, per poco, difficile non pensare che le sarebbe mancato.
«Scusa, ero...»
«Non pensarci, ti prego.»
La luce negli occhi di Alaya si era oscurata, il lillà parve divenire ametista. Erano unite, ancora, anche in quel momento. Diverse reazioni, ma sentimenti comuni. Tutto sarebbe cambiato, per entrambe. La rottura era per entrambe.
Non era quella la promessa, la stessa fatta in soffitta anni prima, tra la luce e il pulviscolo. Doveva alleviare quel peso, anche per Alaya, dovevano divertirsi, come sempre. Quello il patto, quello quanto avrebbe fatto.
«Hai ragione» disse, infine, prendendo la mano di Alaya e portandola con sé, ancora una volta, per sempre nei suoi ricordi.
Quelli non li avrebbe persi, mai.
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Stay with Me - Krys Talk Remix
Bilim KurguIspirata all'omonima canzone/ Artista Mendum Marija ed Alaya sono sorelle, ma nel carattere sono molto diverse. Una è solare e prende la vita con semplicità, mentre l'altra è più seria e distaccata. Sin da piccole si sono sempre promesse di andare o...