Capitolo 8

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13 Novembre 2022 - 01:30, Notte

Si beh, quel cane mi stava inseguendo, era l'unica cosa che potevo f-.. Agata?

Siamo stati tutto il tempo a parlare da quando siamo tornati. Sì, certo, fino a che mentre non raccontavo di quell'incontro ravvicinato con un cane nella vita reale, non ha iniziato a russare. Volevamo soltanto rilassarci un po' e fermarci un attimo prima di tornare a fare casini, prima di rischiare di morire nuovamente. Essere stati così vicini alla morte ha portato Agata a ragionare, a soffrire ed avere paura più di quanto ne avesse mai avuta fino ad ora, ma finalmente si sarebbe sfogata. Immaginavamo saremmo stati chiusi lì a lungo, bisognava quindi agire più di cervello che di spada, avremmo quindi deciso che il nostro prossimo passo, e probabilmente il più sensato fino ad'ora, sarebbe stato quello di visitare per bene la città. 


10:00, Mattina

Era ancora insolito svegliarsi in un mondo che non è il tuo. Specialmente da quando ti svegli perchè una ragazza apparentemente di ferro, ti russa accanto e non capisci ancora tanto bene il motivo. Stare qualche minuto a osservare i lineamenti del suo viso stava diventando un'abitudine, seguita dall'imbarazzo che si presentava quando si svegliava perchè l'aria che respiravi dal naso era concentrata sul suo viso. Agata aprì quegli occhioni, ancora più teneri appena sveglia, osservando prima i miei occhi e poi il mio naso. Decise però che non era il momento giusto di svegliarsi, guizzò un lampo nei suoi occhi e li richiuse.

Ehi, l'orario è quello che abbiamo deciso. Non puoi dormire per il resto della tua vita qui dentro.

E saresti tu ad impedirmelo?

Quelle parole che dovevano sembrare così minacciose, seguite da un lungo sbadiglio lo erano molto di meno. Quella situazione mi divertiva particolarmente, avvicinai la mia mano al suo viso, afferrandogli il naso tra l'indice e il medio, stringendolo.

Beh, facciamo che se non ti alzi ti soffoco.

Portò le sue mani alla mia tentando di staccarmela dal suo viso. E dannate statistiche, ci riuscì senza troppi problemi. Mi guardò quindi nuovamente, questa volta con aria di sfida, ma si tirò su lentamente poggiando la testa sul mio cuscino, toccando con la nuca la mia spalla.

Dai, dai. Altri cinque minuti e ci alziamo, prometto.


10:20, Mattina.

Ed erano passati molto più di dieci minuti così. Non avevo il coraggio di chiedergli di spostarsi e di alzarci. O meglio, non mi andava proprio in quel momento. Però ehi, mi ero ripromesso che non avremmo finito per restare tutta una vita in questo mondo, stesi su un letto. Dovevamo alzarci. E se non l'avrei fatto io per primo, sarebbe finita sul serio in quel modo. Alzai la sua testa dalla mia spalla con una mano, spostandomi da lì velocemente, così da farla cadere sul cuscino, affrontando la sua espressione irritata con un sorrisetto malvagio. Un paio di rapidi tocchi all'inventario e mi accorsi che gli unici vestiti che avevo erano quelli che indossavo sotto la mia armatura, scelti all'inizio del "gioco". Ecco uno dei nostri problemi fino a quel momento, non esserci curati di noi lì. Perchè sì, dovevamo continuare a vivere.

Lei seguì le mie mosse senza troppi lamenti, era chiaramente seccata di doversi alzare ma ero sicuro sarebbe stata una delle migliori giornate che avremmo passato in questo gioco dell'orrore. Per la prima volta usciti senza armi dalla taverna ci avviammo verso il mercato cittadino con i soldi guadagnati fino a quel momento, certo che a guardarci saremmo stati proprio una coppia improponibile. Cosa penso-.. coppia da battaglia, intendo. Arrivati sul posto si fissò con una bancarella che vendeva oggetti da battaglia. La minacciai di gettarla su una trappola per ratti giganti se non si sarebbe mossa entro pochi secondi, ci avviammo quindi verso la prossima, vendeva semplicemente quelli che in un altro gioco avrei chiamato oggetti inutili, oggetti da decorazione, per una casa. Erano oggetti decisamente migliori di quelli che avevamo in taverna ed.. ehi. Ecco che un'idea balenò nella mia testa.

Hai saputo delle case in vendita? Cioè.. quelle che si possono acquistare e restano tue, insomma. Senza dover dipendere da nessuno.

Uhm-.. si, sentito parlare.. e?

Beh, non abbiamo un obiettivo preciso, no? Che ne dici se, come ogni persona normale magari, puntassimo a comprarne una? Sai, sarebbe figo.

Soli? TU ed IO?

Come stiamo vivendo fino ad ora, scusa? Solo perchè possiamo comprare la colazione al piano di sotto non è che sia tanto diverso, eh. E poi.. sei tu che ti infili sempre nel mio letto, che cambia?

La ragazza girò lo sguardo arrossendo, accennai però un sorriso divertito questa volta, felice di aver vinto, e non solo contro Agata, ma per aver capito che oltre al cercare di non morire, avrei potuto fare altro qui.

Girammo bancarella per bancarella fino a sera, finchè non ci venne tanta di quella fame che decisi di andare in una sorta di ristorante. Certo, dannata ambientazione medievale, non sarebbe stato niente di speciale, ma meglio di quello che preparava il gigante alla taverna con le sue pessime skill di cucina.


//Beh.. non sò, ero in un momento di noia e ho scritto il capitolo quasi tutto d'un fiato. Mi ha fatto davvero piacere quante persone mi abbiano scritto di continuare e quindi eccomi qua. Ditelo ai vostri amici, ai vostri genitori, le vostre nonnine e i vostri animali. Sono tornato.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 10, 2016 ⏰

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