Era notte, precisamente l'1:35. Giada già stava sulla "sua" panchina. La notte prima aveva fatto un gesto molto coraggioso a lasciare quel bigliettino in tasca ad Alberto, con la scusa dell'abbraccio. Sperava che il ragazzo l'avesse trovato, e che soprattutto si sarebbe presentato. Mentre aspettava, suonicchiava un pochino la sua chitarra, giusto per far passare il tempo.
Si fecero le due, ed Alberto stava quasi correndo per arrivare in tempo. Ci teneva tantissimo, ed aveva anche una piccola sorpresa per Giada. Si avvicinò da dietro, sentendola strimpellare la chitarra. Si fermò ad ascoltarla per qualche istante, godendosi l'atmosfera, per poi coprirle delicatamente gli occhi. "Chi è?" chiese poi, dolcemente.
Lei sorrise, contenta che il ragazzo si fosse presentato. "Un tizio alquanto inquietante?" rispose la ragazza, facendo sentire il suo sorriso. "Chissà, forse sì, forse no" rispose Alberto, con un sorriso altrettanto grande. Le scoprì gli occhi e le mise davanti una rosa bianca. "Ma questa?" chiese Giada sorpresa, posando la chitarra accanto a lei. "Un piccolo pensierino" rispose Alberto, sedendosi accanto alla ragazza. "Non dovevi" commentò lei, tenendo stretta la rosa. Alberto sorrise, avvicinandosi un po' di più.
"Da quanto sei qui? Mi hai aspettato tanto?" le chiese. "Dall'una circa, di solito vengo comunque qui a fare le mie passeggiate antistress" rispose la ragazza. "Capisco. È davvero una coincidenza, anche io vengo qui spessissimo, specialmente durante le giornate nuvolose e piovose" ammise Alberto. "Che cosa carina. Come ti è andata la giornata?" chiese poi Giada, per fare conversazione, mentre metteva via la chitarra nella sua custodia, e poggiandoci la rosa sopra.
"Mah, normale. Sono stato ad un paio di seminari, ho bestemmiato internamente contro il mio professore di algebra... A te invece?" si lamentò Alberto. "Anche io normale, ho avuto un laboratorio di disegno, poi vabbè corsi normali sulla storia della moda" rispose la ragazza.Passarono il resto della notte a chiacchierare, di tutto e di più, come se si conoscessero da sempre. Non appena videro l'alba iniziare a spuntare, decisero che fosse ora di tornare ognuno a casa sua. Nuovamente Alberto accompagnò Giada fino al portone di casa. "Ci rivediamo sempre lì, alla stessa ora?" propose Alberto, e lei non poté che accettare.
*
Si fece Agosto, Alberto e Giada ormai si incontravano in media una volta ogni due giorni, sempre sulla stessa panchina, e sempre alle due di notte. Ed in quelle settimane Alberto si era anche dimenticato di chiederle il numero, non lo riteneva più così importante.
Come al solito, i due si incontrarono sempre sulla 'loro' panchina, quella volta alle 23. "Eccolo" sorrise Giada, alzandosi per abbracciare il ragazzo, che ricambiò felice. "Che vuoi fare oggi?" chiese Alberto. "Ho voglia di passeggiare un po' per Milano... hai voglia?" propose Giada. "Ma sai che ci sta? Andiamo dai" tese la mano Alberto, e la ragazza prontamente gliela afferrò, lasciandosi trascinare per le vie della periferia di Milano. In un'oretta arrivarono in Duomo, prendendo la metro.
"Andiamo al Mc?" le propose Alberto, e Giada fu ben felice di accettare. Così entrarono e ordinarono i panini. Alberto insistette per pagare, e alla fine la ragazza cedette. Una volta pronti gli ordini i due li ritirarono e si avviarono verso Parco Sempione. Mangiarono tranquilli, ridendo, scherzando e rubandosi il cibo a vicenda.
"Ehi, quella era mia!" si arrabbiò fintamente Giada, notando che Alberto le aveva rubato l'ultima patatina fritta. "Se la vuoi te la vieni a prendere" tentò Alberto, mettendosi la patatina tra i denti. Lei gli lanciò uno sguardo di sfida, per poi avvicinarsi velocemente e prendere mezza patatina, senza nemmeno sfiorargli le labbra. Si allontanò poi, sorridendo vittoriosa. "Bastarda" sussurrò Alberto, e Giada sorrise ancora di più. "È quello che ti meriti" gli disse poi, con una linguaccia. Alberto ridacchiò, scuotendo la testa. Quella ragazza lo stava facendo impazzire, ogni giorno di più.
"C'è un piccolissimo problema" disse Giada, all'improvviso. "Del tipo?" chiese Alberto, spostando lo sguardo sulla ragazza. "Del tipo che sono le 3 del mattino" continuò lei. "E quindi?" il ragazzo la incitò a continuare. "E la metro apre alle 6..." sospirò Giada. "Eh pace, aspetteremo" disse Alberto, tranquillo. "Fa un po' fresco però" disse Giada, iniziando a tremare leggermente. Non si era presa una felpa, pensava che sarebbe rientrata in casa abbastanza presto. Alberto non disse niente, ma si tolse la felpa e la fece indossare alla ragazza. "Ma tu non hai freddo?" si preoccupò lei. "Stai tranquilla, ormai sai che sono un termosifone" rispose Alberto, avvolgendo la ragazza tra le sue braccia.
Stavano seduti su una panchina, Giada con la schiena contro il petto di Alberto, a guardare le stelle e ad ascoltare i suoni della natura notturna. Ben presto arrivò l'alba, e altrettanto presto si fecero le 6. "Hai da fare oggi?" chiese Alberto a Giada, e lei rispose negativamente. "Hai voglia di passare da me, allora?" tentennò lui poi, restando alquanto sorpreso alla risposta positiva della ragazza. Era una sorpresa anche per lei, però proprio non aveva voglia di interrompere il quality time che stava passando con Alberto.
"Ho un sonno assurdo" si lamentò Giada, stropicciandosi gli occhi. "Vuoi compagnia? Si stanno chiudendo gli occhi anche a me" disse Alberto, accompagnando la ragazza in camera sua. "Grazie" disse la ragazza, stendendosi a letto e subito dopo rannicchiandosi come un gattino. Alberto si stese accanto a lei, non troppo vicino dato che si era accorto di quanto alla ragazza desse fastidio il troppo contatto fisico. Lei lo apprezzò davvero tanto.
Dopo circa tre ore Alberto si svegliò, trovando lo spazio accanto a sé vuoto. Sospirò tristemente, e risistemando il letto notò un foglietto. Lo prese e riconobbe la calligrafia di Giada.
Hey, sono sgattaiolata via.
Non ti volevo svegliare, sei troppo tenero mentre dormi... Comunque grazie davvero per la nottata e per l'ospitalità, spero ci rivedremo magari di giorno da qualche parte.
In caso ti interessasse, te lo sei meritato :)
G.E sotto c'era scritto un numero di telefono che Alberto subito salvò nella rubrica, sotto il nome di "G. 🥀". Subito dopo le scrisse un messaggio, dandole appuntamento in Duomo la sera seguente. Sarebbe stato il loro primo appuntamento serio, ed era già teso come una corda di violino...
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IN REVISIONE Saturnalia // Tananai
FanfictionPRIMA FANFICTION IN ASSOLUTO SU TANANAI - Che a dirsi "Ti amo" siamo buoni tutti quanti È ad essere contenti che non siamo in molti Ed io sono contento quando tu mi guardi Ed io sono contento di poter guardarti E di svegliarmi a fianco a te che dor...