Parte 5

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Hyunjin

Sono due settimane che non riesco a trovare pace, da nessuna parte io vada. Mi sento tormentato, arrabbiato, irritato. Non c’è una cosa che vada bene nella mia vita.
Dove cazzo sono le forbici per tagliare questa benedetta pizza? Non so più neanche dove si trovano le cose in casa mia, dannato Felix che ha spostato ogni cosa. Lo saprà lui dove saranno, ma non gli scriverò per saperlo.
So bene che ho sbagliato io, lo so benissimo. So anche che sono stato io lo stronzo ad andarmene la mattina come un codardo senza neanche chiedergli scusa di persona.
Allora perché sono così arrabbiato con lui? Non avrei dovuto aspettare una sua chiamata, non avrei dovuto credere che sarebbe venuto a bussare alla mia porta, quindi perché sono così irritato dal fatto che non è venuto lui a cercarmi? Dopo che gli ho detto quelle parole orribili, poi…
Il telefono squilla e mi risveglia da questo momento di autocommiserazione, per il quale tra l’altro ho anche freddato la prosciutto e funghi. Mai una volta che mi vada bene qualcosa.
No, non ho la forza per affrontarlo … ma premo comunque il tasto verde.
“Non c’è bisogno che mi chiami per farmi la morale, sai? So bene da solo che ho sbagliato” non faccio neanche finta che ci sia bisogno dei convenevoli, so bene perche mi ha chiamato.
“Ti rendi conto di quello che gli hai detto?” la voce dall’altra parte è arrabbiata e bassa e non ha tutti i torti ad esserlo.
“Non so cosa mi sia preso, onestamente” sono frustrato, non so neanche io cosa mi passi per la testa, è tutto così strano.
“Sei proprio stronzo, credimi. Dio solo sa quanto quel ragazzo ti ha sopportato nell’ultimo anno e credimi Hyunie, non sei stato una passeggiata. Perché inizi a rompere il cazzo sull’unica cosa che non riguarda te?” sta guidando e me ne accorgo dal fatto che la sua voce è lontana, sinonimo che sta usando il bluetooth e anche dal fatto che l’ultima frase è stata accompagnata anche dalla suonata del clacson che voglio sperare non sia stata indirizzata a me.
“Perché sono un amico di merda?”
“Direi proprio di sì, a questo punto”
“Cosa posso fare, secondo te? È che sento tutta questa rabbia Changbin e non so neanche io a cosa sia dovuta…”
“Guarda, cosa puoi fare non lo so, ma deve essere qualcosa di grosso”
“Gli ho chiesto scusa…”
“Con quel misero pezzo di carta lasciato chissà dove? E secondo te ha senso? Già è un santo che non ti ha mandato a cacare dopo che gli hai detto che finalmente ha trovato uno che se lo scopa e non ti ha cacciato di casa, ma pensi davvero che un foglietto di carta basti a far passare tutto?”
“Poteva essere un inizio, avrebbe potuto dirmi che l’ha trovato, almeno”
“Forse non capisci come è messa la situazione, fidati di me che lo conosco. O ti muovi a chiedergli scusa oppure ritieniti fuori dalla tua vita perché se ti ha detto che non gli interessa più quello che fai, posso assicurarti che se non è ancora vero … più farai passare il tempo e più lo renderai realtà”
“Lo sto perdendo?”
“è un miracolo che tu non l’abbia ancora perso, vorrai dire” mi corregge Binnie e la realtà mi arriva addosso come una doccia fredda, non avevo realizzato quanto la situazione fosse grave fino ad ora.
“Cazzo, cazzo, cazzo… prima Lee Know e ora Felix, perché perdo tutte le persone che amo?”
“Non paragonare Lee Know a Felix. Voi due vi siete lasciati dopo esservi amati tanto, era inevitabile che se ne andasse. Felix ci hai messo tutto te stesso per perderlo, credimi non potevi fare peggio nel momento più sbagliato” sbuffa frustrato.
“Non ti seguo, in che senso è un momento sbagliato?”
“Perché Hyunjin sei così tanto concentrato su te che non ti accorgi di chi ti sta intorno! In quest’ultimo anno in particolare, eravamo tutti così apprensivi con te, ma ehi! Le persone vengono lasciate ogni giorno, che lo vogliano oppure no. Capisco i primi tempi, ma non credi di star esagerando ora?”
Ma come si permette? Parla di quello che non sa, sputa sentenze su quello che non conosce, sta dando dei giudizi senza sapere niente. Ma chi si crede di essere?

Poi realizzo che è la stessa cosa che ho fatto ieri con Felix e di colpo mi cade il mondo addosso.

“Changbin, non parlare di quello che non sai” decido di dire, in modo che non si prolunghi oltre questo discorso perche mi sento di soffrire per due motivi uguali e opposti.
“Va bene, uomo del mistero. Io magari non so, ma Felix sa e se hai portato all’esasperazione anche lui, due domande me le farei. Io al suo posto, con quello che sta passando lui, non avrei perso neanche un secondo con te, ti sei comportato da ingrato”
“Cosa sta succedendo a Felix in questo periodo?”
“Non ci posso credere, tu davvero non lo sai?” mi ride in faccia, come se fosse assurdo per lui che io non mi sia accorto di niente in questo tempo, ma è davvero così strano? Può davvero farmene una colpa?
“Non so cosa?”
“Felix ha avuto una proposta per diventare preside” risponde con tono calmo, ora lo sento meglio e mi rendo conto che probabilmente è sceso dall’auto.
“Ma è meraviglioso, non capisco quale sia il problema!”
“Dovrebbe trasferirsi in New Jersey”
“Cosa?” d’improvviso sento l’aria mancarmi nei polmoni.
“Esattamente, sono mesi che sta facendo i pro e i contro di questa scelta ed è assurdo di come tu non ti sia accorto di nulla”
“Ma lui… vive già lontano da tutti noi, non può andarsene ancora più lontano. Finiremmo per non vederlo più”
“Questo è uno dei motivi per cui non vuole andarsene” ammette.
“E ora c’è anche Coso” il bruciore alla bocca dello stomaco torna a farsi vivo, proprio come quella sera.. proprio come quando gli ho detto che…
“Dovresti smetterla di parlare così, cazzo! Allora non hai imparato nulla! E poi Jeongin gliel’ha presentato proprio perché era stressato e aveva bisogno di un po’ di leggerezza, ma tu ovviamente hai dovuto subito spostare l’attenzione su di te dato che per una volta nella sua vita si stava facendo i cazzi suoi, no? Sappiamo tutti che non è la sua anima gemella, ma sembra stare bene con lui e divertirsi, perché ti costa tanto accettare questa relazione?”
“State andando tutti avanti… senza di me. Ho paura che mi lasci da solo anche lui” realizzo interiormente di essere geloso, ma non so perché qualcosa mi frena da dirlo a Changbin, piuttosto aggiungo “Come potrebbe pensare a me, che sono il suo migliore amico, mentre ha il ragazzo?”
“A parte che sono io il suo migliore amico, ma come vedi io e lui riusciamo ad avere un rapporto normale anche se lui ora sta frequentando qualcun altro. Alla base di tutto deve esserci sempre la consapevolezza che anche se non vi sentite tutti i giorni, non è che smettete di essere amici. Quanti anni hai, Hyunjin? 15 o sono troppi?”
“Sono davvero così egoista?”
“Nono, tu sei proprio un pezzo di merda” mi risponde schietto senza peli sulla lingua, tanto che non mi sforzo neanche di ribattere.
“Cosa vuoi da me? Anche tu hai trovato quella ragazza che ti piace. Non puoi giudicarmi perché ho paura di restare solo”
“sì, ho trovato Nadir che mi piace ma mi crede così farfallone che neanche mi guarda, quindi fino a prova contraria sono solo anche io. Ma a me la scenata non l’hai fatta, e neanche quando IN ci ha presentato Moky o quando Chan e Rosie si sono fidanzati ufficialmente. Pensaci bene Hyunjin perché ,sai secondo me qual è il fatto? Hai paura di perdere lui, perché a lui tieni particolarmente, ma credimi con questo atteggiamento stai solo peggiorando le cose e lui finirà per andarsene”
“Porca puttana”
“E ora aprimi, sono sotto casa tua e vediamo di sistemare sto casino che hai combinato”
“Non credo di meritarlo” gli rispondo mentre vado ad aprire la porta staccando la telefonata.
“Sono qui per Felix, infatti. Per qualche strana ragione senza la tua presenza sembra triste, io ti avrei mandato già a cacare” mi spinge, entrando i casa mia andando diretto in cucina. Si siede senza aspettarmi e si allunga a mangiare un fungo dalla mia pizza ancora intonsa e ormai gelida. Mi era mancato avere qualcuno intorno. Questo mi fa realizzare quanto tempo io passassi in compagnia di Felix, ormai diventato una costante della mia giornata.
“So che mi ami Binnie”
“Sì, faccio solo finta di essere etero è tutta una copertura per arrivare a sposarti”
e anche se questa è solo una battuta, lo so bene, non riesco ancora a gestire la situazione di ansia che mi provoca anche solo sentire la parola matrimonio e il verbo sposarsi.
Se prima avevo paura di andare al matrimonio di Chan, ora ho anche paura di aver perso Felix per sempre.
“Okay, lasciamo perdere le stronzate. Cosa pensi possa fare? Vuoi una birra?”
“Sì, cazzo” risponde allungandosi per prendere quella che gli sto passando, sembra più rilassato rispetto a quando mi stava parlando al telefono “Comunque, io credo che tu debba scusarti sinceramente, fargli capire quanto tieni a lui”
“Lo sai quanto tengo a lui, Bin, e credo che lo sappia anche lui altrimenti sarei davvero l’ultimo pezzo di merda sulla terra”
Lui annuisce col capo e inizia a camminare su e giù per la stanza e io lo seguo con lo sguardo, come se lui detenesse la verità assoluta.
“Perché non gli fai una sorpresa?” e invece mi sbagliavo.
“Di nuovo?”
“Ah, giusto qua abbiamo il principe di Scozia, sia mai che faccia due volte la stessa cosa”
“Sto solo dicendo che gli ho organizzato una festa a sorpresa per il suo compleanno, che altra sorpresa potrei fargli?”
“Forse non servono grandi gesti, ma tante piccole accortezze?”
“Forse ho una idea”
Geniale, geniale Binnie.
҉
“Ciao, scusami se disturbo” dico fermando la ragazza che nel piccolo giardino di questa scuola sta raccogliendo i palloni e le corde con cui i bambini devono aver giocato nella ricreazione “Sto cercando Lee Felix. Per caso sai dove posso trovarlo?”
Lei lascia cadere tutto ciò che aveva raccolto in un gesto totalmente teatrale, alzando le braccia al cielo e urlando a bassa voce
“Sono veramente arrabbiata e delusa da quell’uomo che ha così tanti ragazzi belli che lo vengono a cercare e neanche uno per me” ed è così buffa che finisco quasi per mettermi a ridere. Poi collego le parole che ha detto e realizzo che forse anche Coso è venuto a prenderlo qui a lavoro…
“Comunque è il mio collega, ora è in aula a cercare di far addormentare le pesti per il riposino dopo la pappa. Vuoi che te lo chiamo? Chi sei?”
“Posso aspettare che finisca, non sono do fretta davvero. Sono un suo amico, mi chiamo Hyunjin, ma vorrei che questo a lui non lo dicessi”
Quando pronuncio il mio nome lei sbarra gli occhi come se mi conoscesse, ma è durato così poco che probabilmente me lo sono immaginato.
“Perché non vuoi? Sei forse un maniaco che lo perseguita?”
“Diciamo sono un amico in una situazione un po’ brutta che non credo abbia voglia di vedere. Ma non sono un maniaco, lo giuro”
“Beh, vedendo come ti sei presentato saresti davvero un maniaco molto particolare” asserisce mentre mi squadra dall’alto in basso.
“Te lo vado a chiamare, okay? Aspetta qui, purtroppo non posso farti entrare nel suolo scolastico, è contro la legge”
“Non preoccuparti aspetto qui fuori, non mi muovo di un millimetro”
“Nel caso mi costringesse a dire chi sei e scegliesse di non vederti, noi stacchiamo alle 15” e mi fa l’occhiolino.
Grazie, ragazza stramba.
Mi guardo intorno e penso che questo posto rispecchia totalmente Felix in ogni cosa, a partire dal grande sole colorato intagliato nel legno che si trova sul cancello, dalle finestre che assumono i colori dell’arcobaleno, e dalle farfalle disegnate sulla facciata per far sentire i bambini come se fossero in un prato. Capisco perché sia così combattuto sull’accettare l’altro lavoro e lasciare questo posto.
Devono esserci diverse classi perché anche da fuori è ben udibile il frastuono dovuto ai tanti bambini che parlano tutti insieme e sorrido immaginando il mio amico dietro la cattedra che cerca di dare uguale attenzione a tutti perché non permetterebbe mai ad un bambino di sentirsi ignorato.
“Mi ha detto di dirti che c’è un motivo per cui non ti chiama e che non devi presentarti mai più qui”
Mi si blocca il respiro appena la ragazza di prima esce dicendomi queste parole e il sorrisino che prima avevo, lascia spazio ad una espressione probabilmente di puro terrore. Mi appoggio al muretto sentendo le gambe all’improvviso cedermi, ma lei si affretta a corrermi vicino e a chiarirsi “Dio mio, sto scherzando! Quanto sei melodrammatico, se avessi saputo che ti sarebbe venuto un mini infarto non avrei scherzato così” sorride lei un po’ a disagio portandosi una mano dietro la nuca consapevole di aver esagerato.
“Aula 3, bussa due volte. Non preoccuparti di svegliare i bambini, non stanno dormendo. Una cosa veloce, ho detto che sei qui per una consegna urgente. Scusami ancora per lo scherzo, era divertente nella mia testa” la respirazione automatica che mi sono autoimposto mi permette di tornare a sentire nuovamente gli arti periferici del mio corpo che fino a due minuti fa sentivo anestetizzati. L’unico motivo per cui riesco a muovermi è forse perché so che sto andando da lui, come se stessi andando a prendermi una scarica di adrenalina.
Stringo forte il pacchetto che ho tra le mani, come se potesse darmi la forza che ora che sto per incontrarlo. dopo quasi due settimane di silenzio, mi manca.

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