Capitolo 2

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-non capisco perché ti ostini a tenere quei fottuti occhiali- borbottò il moro assalendo nuovamente la bocca del suo amante mentre quest'ultimo alzava gli occhi al cielo ma rispondeva con altrettanta foga al bacio. Bacio che avrebbe di sicuro portato ad altro se solo un colpo di tosse non avesse fatto staccare velocemente i due.

-Zach!- protestò il moro quasi ringhiando e incrociando le braccia al petto.

-siete in un corridoio- fece notare l'uomo dai capelli rossi osservando critico i due -se dovete fare queste cose andate in camera.

-sgridi sempre noi. Sai quanta altra gente fa così?- chiese Adam sbuffando e appoggiandosi meglio alla parete alle sue spalle un po' deluso che Miles per incrociare le braccia al petto avesse tolto le mani dai suoi fianchi.

-ma non li vedo, incontro sempre e solo voi quindi se volete scopare filate in camera-

-Zach non è che vedi solo noi, vuoi vedere solo noi- ringhiò Miles -è ancora per quella volta che abbiamo involontariamente fatto saltare l'ala nord?-

-ragazzi sono serio quando dico che vedo solo voi due in giro quindi vedere di non farvi beccare altre volte- e così dicendo l'uomo sorpassò i due passando in mezzo a loro e voltandosi nuovamente per accertarsi che non riiniziassero a baciarsi in mezzo al corridoio.

-stronzo- ringhiò ancora il moro guardando malissimo Zach che finalmente era scomparso dalla loro vista -ci odia-

-è solo stressato perché lui non ha nessuno e quindi guarda male tutti. noi due gli capitiamo sempre davanti e per questo è più arrabbiato del solito- sospirò Adam.

-Adam non difenderlo. Io voglio scopare!-

-troviamo un altro posto dove farlo o ci impariamo a memoria gli orari di Zach in modo da non trovarcelo davanti ogni volta-

-intendo adesso!- protestò ancora Miles -andiamo in camera e diciamo a Ian di sloggiare- Adam sospirò a quelle parole, non gli piaceva cacciare di camera il loro migliore amico, ma anche lui proprio come Miles voleva continuare quello che avevano iniziato e quindi seguì il rosso fino ad arrivare alla loro camera tripla. Camera che Adam ormai condivideva con Miles e Ian da quasi dieci anni.

Quando era arrivato per caso in quella dimensione era rimasto sconvolto e spaesato tanto che gli ci era voluta una settimana buona per capire quello che lo circondava e soprattutto di fidarsi della gente li presente. Gli avevano fatto tante, troppe, domande appena arrivato e lui aveva risposto solo a quella che chiedeva il suo nome perché non si era minimamente fidato di quella gente e a posteriori aveva fatto tremendamente bene. E aveva fatto bene anche a rimettersi immediatamente gli occhiali agli occhi anche se erano rotti.

Suo padre gli aveva mentito eccome! Certo che sapeva cosa fossero le scie che il ragazzo aveva sempre visto, o meglio ne aveva una vaga idea. Le scie non erano altro che la magia dell'albero. L'albero sacro donava i poteri magici a coloro che riteneva degli e Adam era in grado di individuare tutte le persone scelte dall'albero. Anche quando aveva visto quel portale, quando aveva solo dodici anni, aveva visto la magia dell'albero sacro all'opera e quella volta era per lui. Stando li, in quella dimensione dove era nato l'albero sacro il rosso aveva scoperto che molto spesso l'albero sceglieva di donare poteri anche a ragazzi e ragazze che non provenivano da una famiglia magica da generazioni e quando secondo l'albero arrivava il momento giusto ecco che faceva apparire un portale che li portava nell'altra dimensione dove avrebbero imparato a governare i loro poteri. Tutti li pensavano che Adam fosse uno di quei ragazzi ma il rosso dubitava fosse realmente così. Sapeva perfettamente che anche suo padre aveva i poteri dell'albero e una delle prime lezioni che aveva seguito li gli aveva insegnato che anche avere un solo genitore scelto dall'albero significava avere i poteri. Ma Adam non aveva mai corretto nessuno per la sua origine, all'inizio perché non si fidava molto di quelle persone e poi perché aveva scoperto la verità dietro i suoi occhi: era maledetto.

Aveva letto in biblioteca mentre cercava qualcosa sui suoi occhi, che aveva gelosamente tenuto celati a tutti, che gli eredi figli di due famiglie importanti avrebbero avuto poteri maggiori che avrebbero in qualche modo cambiato tutto.

Adam all'inizio aveva semplicemente storto il naso e aveva continuato a sfogliare le pagine del libro cercando qualcosa sui suoi occhi ma poi si era ricordato delle ali dorate che aveva visto dietro la schiena della sorella ed era ritornato indietro a controllare quella pagina. Non diceva altro oltre a quella maledizione, ma a matita in basso erano stati appuntati due nomi con un punto interrogativo affianco; Reyna e Kynan. Non c'era voluto molto al ragazzo nel riconoscere il nome del padre e aveva immediatamente fatto due più due capendo anche perché l'uomo fosse scappato da quella dimensione e non avesse mai detto niente della magia. Lui e Kaitlyn erano i due ragazzi maledette.

Adam giorno dopo giorno, in seguito a quella scoperta, aveva pregato che Kaitlyn non trovasse mai il portale per quella dimensione. Non di certo perché non voleva la sua sorellina li ma era certo che essere entrambi in quella dimensione avrebbe portato solo e soltanto guai. Non sapeva bene cosa sarebbe successo perché non si era mai esposto tanto a chiedere informazioni su quella cosa ma era certo non sarebbe stato nulla di buono.

-Adam?- il rosso alzò lo sguardo uscendo finalmente dai suoi pensieri e osservando Miles facendogli un sorriso.

-che c'è?-

-eri di nuovo nel tuo mondo. Stai bene?-

-si Miles, sto bene- sussurrò il rosso cercando di cacciare via la sua sorellina dalla mente. Non era il momento di deprimersi pensando a lei.

-ottimo perché mi serve davvero una mano per scacciare via Ian dalla nostra camera-

-cosa volete fare voi due?- chiese proprio il castano guardando di sottecchi i due suoi compagni di camera che aveva difronte.

-Zach ci ha beccati di nuovo e noi vogliamo scopare quindi sloggia- ringhiò Miles entrando nella camera per poi essere seguito a ruota da Adam che lanciò un veloce sguardo di scuse a Ian.


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