olympe || k.th x chubby reader [embrace yourself series] [ITA]

sette

『 Novembre 2019 』

🌨

Io e Taehyung eravamo ormai amici intimi.

"Aspetta. Per favore non riattaccare, sto ordinando proprio ora-" poi ordinò bevande e pasticcini mentre io ero sdraiata sul letto con Suga sopra di me "Fatto. Aspetto il mio ordine".

"Hai ordinato i bignè?".

"Sì, (y/n). Me l'hai detto quasi dieci volte, credo di averlo afferrato".

Risi "Volevo solo essere sicura".

Nei fine settimana, di solito veniva a casa mia per la colazione del mattino. Era una cosa nostra e mi piaceva molto.

Kimhee era a conoscenza della nostra amicizia, ma non mi chiedeva favori particolari a scuola. Sono quasi certa che Taehyung le abbia detto di rimanere naturale nei miei confronti, e questo mi ha fatto piacere.

Fare amicizia con il fratello della mia allieva non era una cosa così importante, ma non volevo che gli altri lo sapessero. Si sarebbero potute diffondere strane voci, e io mi rifiutavo che ciò accadesse.

Tredici minuti dopo, Taehyung bussava alla mia porta. Gli aprii e lo feci entrare, strappandogli velocemente dalle mani il sacchetto del cibo. Non ci fece caso, però, e accarezzò Suga mentre quest'ultimo gli correva incontro.

"Allora, che sapore ha?" 

Mi leccai le labbra piene di panna montata, poi porsi a Taehyung il bignè rimasto. Lui lo divorò felicemente, masticando rumorosamente.

"Cosa facciamo oggi?" Chiesi, ignorando il rumore che faceva

"Shopping".

Per qualche secondo lo fissai con aria assente. Amavo i vestiti ma odiavo fare shopping. La maggior parte dei negozi non vendeva abiti della mia taglia, il che era imbarazzante, visto che dovevo sempre chiedere, nel caso fossero nascosti in un ripostiglio. Anche i clienti erano una rottura, mi guardavano e giudicavano invece di farsi gli affari loro. Lo shopping era divertente, ma la gente lo rovinava.

"Cosa c'è che non va?" disse accigliato "Non ti piace fare shopping?".

Una parte di me voleva negare, ma non aveva senso mentirgli. Nelle ultime settimane Taehyung aveva imparato molto su di me e aveva sviluppato la capacità, sorprendente e strana al tempo stesso, di vedere attraverso di me.

"Non sono dell'umore giusto".

"Perché?" Che tipo invadente.

"Non c'è motivo". Mi alzai dalla sedia: "Non importa. Andiamo, se è questo che vuoi".

Prima che potessi allontanarmi, mi afferrò il polso e mi costrinse a guardarlo in faccia. Il mio sguardo si incollò immediatamente al suo, pieno di preoccupazione. Implorò silenziosamente una risposta.

"Non la otterrai comunque".

Scosse la testa da sinistra a destra, lo sguardo preoccupato nei suoi occhi mi esortava silenziosamente a dire la verità.

Sospirando, finalmente mi adeguai. "Non mi sento a mio agio nei negozi di abbigliamento. Devo chiedere quasi sempre la mia taglia e quando lo faccio, i commessi mi guardano in modo strano. Preferisco lo shopping online".

Immediatamente il suo sguardo si ammorbidì e mi lasciò il polso, facendomi cenno di sedermi. "Perché non li ignori? Sono stupidi a pensare che ogni donna debba essere una modella".

Mi strinsi le labbra. "Comunque. È fastidioso. È ancora peggio quando uso lo spogliatoio, finisco per restituire dieci capi su undici solo perché non mi stanno bene. È imbarazzante!".

"È imbarazzante solo se tu credi che lo sia", mi afferrò delicatamente la mano e la strinse "Lo faccio anch'io, non è un problema. Non..."

"Perché non sei grasso!".

Si schernì, alzando gli occhi al cielo. "E anche se lo fossi? Sei sempre un essere umano come tutti gli altri. Sei bella, gentile e divertente; non sei diversa da me né da Miss Universo". Le sue labbra si incurvarono improvvisamente in un sorriso seducente. "E se posso essere sincero, mi piaci più di qualsiasi Miss".