L'Angelo Canterino -Tutto ciò che voglio per Natale (seconda strofa)

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V

L’Angelo Canterino

Tutto ciò che voglio per Natale (seconda strofa)

Che non tutti i Weasley fossero dei completi imbecilli, il biondo lo seppe con certezza quando, al loro ritorno, vide uno dei gemelli sondare attento il viso della Mezzosangue in cerca di quel diffuso rossore che lo caratterizzava dopo l’attività fisica, e sganciare dei soldi al suo compare. Era evidente su cosa avessero scommesso, ma il vincitore sembrava comunque un po’ restio ad accettare la sua giusta ricompensa, quasi gli dispiacesse averci azzeccato: continuava infatti a esaminare meticolosamente la Caposcuola, come in cerca di qualche fosco indizio. Cosa credevano che fosse, lui, un mostro pronto a saltarle addosso senza il suo consenso? Non capivano ciò che c’era tra loro? Poi rifletté sul fatto che nessuno lo capiva, o i suoi compagni di Casa non si sarebbero mai permessi di trattare così la sua ragazza, e decise che da quel momento in poi avrebbe dovuto rendere la situazione un po’ più chiara a tutto il mondo, perché nessuno si permettesse più di infastidire la Mezzosangue. Il privilegio di farlo restava ancora tutto di Draco, e lo sarebbe rimasto per sempre.

Poco desideroso di trascorrere con quei falliti tutto il giorno, il Serpeverde informò la sua Grifondoro che gli restavano alcune cose da sistemare, e si allontanò veloce da quel luogo, sibilando tra i denti le sue scuse alla padrona di casa e accordandole anche troppo generosamente che sarebbe stato lì per cena. Aveva in effetti alcune faccende in sospeso, ideuzze che gli erano saltate follemente in testa in quelle notti, e che non riusciva a spiegarsi se non con l’effetto di qualche oscuro incantesimo; ma aveva soprattutto una cosa da prendere, una cosa che gli era apparsa ovvia e giusta come un’illuminazione ed una redenzione, nel momento in cui era rinato immergendosi nel corpo di lei. Non ebbe lo stomaco di chiedere dove avrebbe dovuto dormire, e pur sperando con tutto se stesso che avessero almeno il buon gusto di arrangiargli anche solo una branda con la sua Mezzosangue, in modo che il contatto con la sua pelle gli facesse scordare la sistemazione da accattoni a cui doveva abbassarsi, dubitava che la chioccia di quella casa accettasse di buon grado situazioni promiscue sotto il suo tetto, e si preparò psicologicamente al peggio.

Sbrigati i suoi impegni, senza smettere un secondo di ripensare a lei, ai suoi baci, alle sue carezze, a quelle parole che sospirava solo durante l’amore – pensieri che gli causarono più di un momento di imbarazzo, davanti a passanti allarmati dalle reazioni del suo corpo o a maliziose commesse stupidamente lusingate dalla falsa supposizione di averle suscitate - ritornò in effetti in tempo per il pasto serale, uscendo dal camino con un sacco pieno e trovandoli tutti in attesa davanti all’albero, mentre il suo arrivo veniva tempestivamente annunciato da una canzone dell’Angelo Canterino, che non aveva smesso di trillare un minuto nei suoi abiti.

He'll make this December, the one you'll remember, the best and the merriest you ever did have. Everybody's waitin', they're all congregatin', waitin' for the man with the bag!

Avrebbe potuto mollarlo giù in qualunque momento, ma l’aveva invece portato addosso tutto il giorno, in una tasca interna del mantello vicino al cuore, e l’addobbo gli aveva tenuto caldo durante quella nevosa giornata in un modo che non sapeva definire; perciò non aveva nessuna intenzione di metterlo via, finché non fosse tornato a casa con la sua Mezzosangue, per adornare con lei un albero di Natale tutto loro.

La famiglia riunita si stava piacevolmente rilassando prima di cena, ad eccezione di mamma Weasley che trafficava ancora ai fornelli; la Caposcuola aveva un’espressione di vero giubilo, mentre si alzava dalla poltrona in cui era affossata nella lettura per andargli incontro, e non poté fare a meno di immaginarsela così anche in futuro, sprofondata in un libro sul divano, che l’accoglieva al ritorno a casa, nella loro casa, e non in quel tugurio fatiscente, e solo quello sguardo negli occhi della giovane e quella proiezione della loro prossima convivenza bastò quasi per fargli dimenticare l’orrenda notte che gli era stata sicuramente riservata. Quasi. Dopo averle sfiorato delicatamente le labbra, staccandosi controvoglia da lei prima che il loro ritrovarsi fosse reso meno casto e decisamente più compromettente dall’automatica risposta del suo corpo da giovane maschio assolutamente sano e normale – perché chi non avesse reagito così vicino a lei doveva avere qualche problema, e a chi invece avesse reagito così vicino a lei e di fronte a lui aveva tutte le intenzioni di creare dei problemi lui -, la prese per mano per appartarsi in un angolo – per quanto fosse possibile appartarsi in quello zoo iperaffollato – e trasse dalla borsa un piccolo pacchetto.

Canto di Natale di Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora