Lo Spirito del Natale Futuro -Basta

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IV

Lo Spirito del Natale Futuro

Basta

Non gli piaceva avere paura. Il fatto è che aveva sempre avuto paura, per tutta la sua vita, e per paura aveva fatto tutto quello che aveva fatto, per paura era stato tutto ciò che era stato. Quella valorosa era la Mezzosangue, che si buttava in prima linea ogni volta che solo intravedeva un pericolo, mentre lui preferiva un cantuccio caldo e riparato dove starsene al sicuro a farsi gli affari suoi. Ma poi si era innamorato di lei, e per la prima volta nella sua esistenza aveva dovuto vincere la paura e fare qualcosa di estremamente temerario e sciocco per averla, sfidando la volontà di suo padre e divenendo un bersaglio per i Mangiamorte che fossero venuti a conoscenza del suo tradimento. E aveva avuto paura, anche allora, ma aveva anche assaporato il gusto sconosciuto dell'agire coraggiosamente, come la sua Grifondoro aveva sempre fatto. E gli era piaciuto. Certo, era da prendere a piccole dosi. Ma gli era piaciuto.

Ed ora invece aveva di nuovo paura. Paura di perderla, paura di averla già persa; ma anche paura di quell'ultima visita che sarebbe giunta a minuti, e che gli avevano presentato come qualcosa di potenzialmente terrificante. Il Natale Futuro tende a traumatizzare le persone. Alcuni non sono stati mai più gli stessi, dopo, anche se forse nel tuo caso sarebbe una benedizione! Ecco, aveva paura, perché a lui, essere se stesso, rimanere lo stesso, non dispiaceva affatto. Insomma, lui apprezzava parecchio l'attuale Draco Malfoy, e non vedeva proprio perché avrebbe dovuto cambiare. Magari poteva modificare qualcosina in superficie, o fingere di farlo, per riavere lei. Ma mutare del tutto? No, decisamente non sembrava una buona idea. E cosa doveva aspettarsi, poi? Da allora, noi Spiriti cambiamo a seconda di chi ci sta davanti. Quindi poteva trattarsi di un'apparizione sconvolgente, che lo terrorizzasse a morte, ma cosa? L'Oscuro Signore pronto a succhiarsi le sue ossa a colazione? Una congrega di Mangiamorte decisi a spartirsi il suo sedere che no, grazie, non gradiva visitatori? O, Merlino non volesse, Potter in autoreggenti e sottoveste? No, non gli piaceva avere paura, ma ce l'aveva.

Perciò, ora che era giunto il momento, se ne stava lì, accucciato nel suo letto, con i sensi allerta, in attesa di qualsiasi rumore o movimento attorno a lui. E poi lo sentì. Un ronzio allo stesso tempo melodioso e fastidioso, perché aveva popolato insieme i suoi sogni di vittoria e i suoi incubi di sconfitta. Un rumore sonoro e spezzato, che si spostava in basso, a destra e a sinistra, ai piedi del materasso, attorno a lui, e che infine si portò alla sua altezza, mostrandosi alla luce di una candela.

Un Boccino d'Oro.

O, come era sicuro che l'avrebbe corretto lo Spirito, il Boccino d'Oro.

Così piccolo e veloce a muoversi, che l'unico segno di umanizzazione che Draco poté scorgere su quella sferetta erano due occhietti disegnati che lo guardavano attenti. Due occhietti da gufo, pensò con un po' di fastidio ricordando il piccolo Timmy.

- Questa non l'ho capita - disse con forzata disinvoltura, alludendo alla forma assunta dallo Spirito.

Quest'ultimo gli ronzò intorno, ma appena lui fece per allungare la mano si ritrasse veloce, con un'espressione nello sguardo che al biondo parve di sberleffo.

- Tu rappresenti il futuro, quindi, perché non ti si può afferrare?

L'oggetto animato si mosse appena su è giù, in quello che parve un assenso.

- Ma certo, appena ci avviciniamo il futuro diventa presente, perciò non lo cogliamo mai. Cos'è, un modo per ricordarmi che non sono mai riuscito a prendere il Boccino? Molto divertente, davvero. Siete dei gran burloni, voi. Ma non c'è proprio niente da ridere.

Canto di Natale di Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora