2. What am I?

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(Monsters - Imagine Dragons)

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Mi ritrovo a vagare senza una meta mentre ordigni scoppiano intorno a me e il caos dilaga.
Nessuno si è accorto della mia presenza. Nessun proiettile mi ha sfiorata. Sono come invisibile.
Non riesco ad orientarmi in questa città, ma piano piano cominciano a riaffiorarmi alla mente dei ricordi.
Palazzi in costruzione, grattacieli, una grande statua, persone che passeggiano, scuole, cantieri, bambini, anziani. Il ricordo di una città fiorente, la sensazione di una felicità passata che si fa spazio nel mio petto.
Da dove viene tutto questo? Non ricordo nulla. Il mio nome, il mio paese, la mia età... non so chi sono.
Ma potrei descrivere questa città com'era un tempo, nei minimi dettagli.
Mi sale alla mente un fotogramma di una vita passata, che però non sento mia.
Attraverso questi occhi, vedo la statua che regge una fiaccola e un libro, il volto di un uomo, due bambini che giocano a palla, un gruppo di turisti, degli anziani che discutono di politica.
E io sto stringendo la mano a qualcuno, ma non controllo le azioni del corpo in cui mi trovo.
Sento un sorriso spuntare sulle mie (o dovrei dire sue?) labbra e mentre la mia testa si gira, torno al presente.
Quel che è appena successo non mi chiarisce di certo le idee. Sono nel panico e non so cosa fare.
E proprio quando credo che le stranezze siano finite, un ronzio e un dolore acuto si fanno largo nella mia testa.
Mi accascio a terra e inizio a urlare, ma il dolore non smette, si amplifica. Tengo gli occhi ben aperti e intorno a me il tempo sembra fermarsi.
Continuo ad urlare e nella mia testa si materializzano milioni di schemi. Formule matematiche, diagrammi, mappe.
E nel frattempo la guerra si è fermata. I proiettili sono sospesi a mezz'aria, in attesa di colpire un bersaglio. I fucili sono puntati. I muscoli tesi. Tutto sembra in equilibrio. Un equilibrio pronto a spezzarsi in qualsiasi momento.
Il dolore non smette, le mie urla nemmeno, gli schemi continuano a succedersi, milioni di milioni, uno dopo l'altro. Finché non la vedo. La falla nel sistema. Il tassello che mi permetterà di porre fine a questa guerra.
Non so perché qualche istante dopo il tempo si sblocca e io inizio a correre. Il dolore aumenta sempre di più. Sento solo l'impulso di correre anche se qualcosa nel profondo mi suggerisce di fermarmi e ricominciare a urlare.
Non riesco a capirci nulla, sono davvero confusa, la mia testa sembra che sia in procinto di scoppiare. Ricordi si affollano nella mente. Gente che non conosco, città che non ho mai visto, frasi, discorsi, documenti.
Corro per quelli che mi sembrano dei chilometri, poi entro in un palazzo. È come se le gambe facessero tutto da sole. Non sono stanca ma sento che dovrei esserlo. La mia mente non comanda nulla. Voglio fermarmi ma non ci riesco.
Imbocco le scale. Terzo piano. Due svolte a destra. Una a sinistra. Tre a destra. Ancora una a sinistra. Non so dove sto andando.
Spalanco la porta che mi ritrovo davanti.
C'è un uomo seduto su una sedia, dietro una grande scrivania.

È lui che comanda la guerra. Uccidi lui, ferma la guerra.

Una voce si insinua nella mia testa, il ronzio smette. Avrei solo voglia di urlare. Ma le mie gambe si muovono da sole. Non controllo le mie azioni. E l'uomo non sembra notarmi.
Estraggo un coltello dalla tasca del pantalone e inizio a sudare. Non voglio. Non lo voglio uccidere. Non sono un assassina. O forse si? A giudicare da come sto sudando direi proprio di no.
Ma le mie gambe continuano ad avanzare e io non posso farci niente.

Si signore, funziona ancora, ma non al 100%. È normale dopo quello che è successo...

La voce riappare. E nel frattempo, senza nemmeno accorgermene ho tagliato la gola dell'uomo.
Aveva moglie? Figli? Chi era? Era davvero a capo della guerra? Mille domande senza una risposta.
Vorrei piangere, davvero. Non so cosa mi stia succedendo. Un brivido mi attraversa la schiena e riprendo il controllo del mio corpo.

Non è più lei, bisogna formattare...oppone resistenza...ovviamente...

Frammenti di discorsi senza senso che avvengono nella mia mente si alternano con momenti di silenzio. E la guerra? Mi affaccio a una delle ampie finestre e noto con stupore che le strade sono vuote.
Una fitta alla tempia, mi indica che forse sto per ricordare qualcos'altro. Ma prima di poter fare qualsiasi azione, mi ritrovo a terra.

Non voglio rinunciare. Era una dei migliori.

Un attimo dopo, è il buio.

Ever since I could remember,
Everything inside of me,
Just wanted to fit in (oh oh oh oh)
I was never one for pretenders,
Everything I tried to be,
Just wouldn't settle in (oh oh oh oh)

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N.d.A: Hola! So che la situazione è attualmente molto confusa, ma piano piano capirete meglio.
Spero che come storia vi intrighi almeno un po'.
Vi dico già da subito che non so se riuscirò ad aggiornare settimanalmente oppure no, spero di riuscirci ma con la scuola agli sgoccioli...non si sa mai!

Se vi piace lasciate una stellina o anche un commento ;)
Al prossimo capitolo 😘

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