E sarà triste lo so
Ma la tristezza però
Si può racchiudere
Dentro una canzone
Che canterò
Ogni volta che avrò voglia
Di parlarti
Di vederti
Di toccarti
Di sentirti ancora mioÈ arrivato il giorno dell’udienza preliminare. Isaac si presenta al mattino presto con un abito elegante da prestare a Stiles e la colazione per tutti. Stiles non riesce a mangiare niente: la notte prima non è riuscito a chiudere occhio, Derek lo ha sentito muoversi nervosamente sul divano per ore, finchè non gli ha chiesto se volesse dormire con lui. Stiles si è infilato nel letto e Derek lo ha cullato fino quasi alle prime luci dell’alba. Ora Stiles è più o meno seduto al tavolo mentre continua a battere il piede sul pavimento. Derek gli mette una mano sul ginocchio. «Andrà tutto bene. Vai a cambiarti.»
Stiles si limita a rivolgergli un sorriso teso, prima di sparire in camera.
«Andrà bene, vero?» chiede mostrandosi insicuro ad Isaac.
«Sì, abbiamo ottime possibilità» lo rassicura.
«Come sta Cora?»
«Bene. Se non altro ora ho capito perché era sempre così irritabile.»
«E Ben? Come ha preso la notizia?»
«Ha detto che gli sta bene, a patto che non gli debba prestare il suo slittino.»
Derek ride. «Sarà un fratello fantastico.»
«Lo credo anch’io.»
Derek sente Stiles urlare. «Der, non so allacciare questa cosa, aiuto!»
Si precipita in camera e lo trova intento a litigare con la cravatta. Derek ridacchia e gli si avvicina: gli toglie la cravatta dalle mani e gliela lega attorno al collo, in un nodo perfetto.
«Ho paura» sussurra.
Lo abbraccia e annusa i suoi capelli prima di lasciargli un bacio. «Appena ti vedranno vestito così, ti lasceranno andare» gli dice tentando di stemperare la tensione.
«E se invece il giudice decidesse di mandarmi in prigione?»
«Troveremo una soluzione. Non ti abbandonerò.»
«Anche se non ti voglio in aula?»
«Tranquillo. Ti aspetterò fuori - lo rassicura - adesso però dobbiamo andare.»
Stiles si stacca dal suo abbraccio e si gira verso lo specchio per controllarsi un’ultima volta. «Sono carino?» chiede insicuro.
«Sei bellissimo» si lascia sfuggire.
Stiles arrossisce per poi scompigliarsi leggermente i capelli. «Ecco, così sto meglio» dice.
Scendono trovando Isaac già in macchina che li stava aspettando. Il viaggio fino al tribunale fu piuttosto silenzioso e carico di tensione. Arrivano e i posti auto erano tutti occupati. «Isaac, voi andate. Io cerco parcheggio e poi vi aspetto fuori» dice Derek risoluto.Isaac e Stiles escono dalla macchina e il riccio gli da le chiavi. Derek passa accanto a Stiles e gli fa una veloce carezza al braccio per poi entrare in auto e allontanarsi: deve parcheggiare praticamente davanti alla centrale di polizia. Cammina a passo svelto e si scontra contro qualcuno: sta per perdere l’equilibrio quando delle braccia lo trattennero. «Ehi, ti sei fatto male?» gli chiede una voce conosciuta.
«No, scusami ma non stavo guardando dove andavo.»
«Tranquillo. Dove stavi andando così di fretta?»
«In tribunale.»
«È il grande giorno. Come stai?» gli chiede cominciando a camminare al suo fianco.
«Sono un po’ agitato. Ma Isaac dice che se la caverà con poco» spiega.
«Non intendevo quello. È da tanto che non dividevi casa con qualcuno.»
«Oh, per quello va bene. Anzi, non pensavo che fosse così facile abituarsi alla presenza di qualcuno» gli confida.
«E come farai quando se ne andrà?»
Quella domanda lo spiazza: fino a quel momento Derek non ha mai pensato al fatto che prima o poi se ne sarebbe dovuto andare.
«Derek…»
«Lo so. Io…sono arrivato. Ci sentiamo» dice praticamente scappando da Parrish.
Arriva davanti all’aula dove doveva comparire Stiles e Derek si siede su una sedia davanti alla porta, facendosi forza per non entrare. Aspetta per quelle che gli sembrano ore con la domanda di Parrish che continua a rimbombargli in testa. Finalmente escono e sul volto di Stiles compare un meraviglioso sorriso: Derek si alza giusto in tempo per afferrarlo al volo mentre gli si lancia tra le braccia. «Mi hanno dato solo 500 ore di servizio civile alla mensa dei poveri» dice felice.
«Visto? Ti avevo detto che sarebbe andato tutto bene»
Derek lo vede mordicchiarsi nervosamente un labbro. «Cosa succede?» chiede.
«Devo lasciare un indirizzo dove possono rintracciarmi.»
«Puoi dargli il mio» gli propone fin troppo velocemente.
«Non voglio continuare a disturbarti»
«Non lo fai. Anzi, mi piace averti in giro per casa» gli confida mentre Derek comincia a respirare meglio.
Stiles sorride per poi andare con Isaac a firmare tutte le carte. Tornano a casa e dopo aver salutato e ringraziato Isaac, Derek e Stiles decidono di festeggiare ordinando una pizza.Stiles comincia a recarsi alla mensa due giorni dopo: è tutto elettrizzato perché può finalmente uscire. Derek gli propone di accompagnarlo ma lui gli risponde che preferisce andare da solo. Torna alle nove con uno splendido sorriso e un sacchetto in mano. «Deduco che sia andata bene» dice Derek sorridendo a sua volta.
«Sì, mi hanno messo a cucinare e ho conosciuto una volontaria che è la proprietaria di una pasticceria qua in città. Mi ha fatto i complimenti dicendo che ho una buona manualità. Credi che possa lavorare altrove mentre svolgo il servizio sociale?» chiede entusiasta.
«Che io sappia sì se sono orari diversi. Perché?»
«Mi ha proposto un contratto da apprendista per due anni. Lo stipendio farà schifo ma…mi sarebbe sempre piaciuto diventare pasticcere.»
Derek lo guarda e vede i suoi occhi brillare come non aveva mai visto fare da quando si conoscono. «Domani chiediamo a Isaac come fare, va bene?»
Stiles non rispode ma si limita ad abbracciarlo. «Grazie.»
Derek gli accarezzai i capelli con la voglia di farlo per sempre. Si stacca a fatica. «Cos’hai lì?» gli chiede indicandogli il sacchetto.
«Oh, la cena. Abbiamo diviso quello che è avanzato» spiega.
Derek sente la pancia brontolare e Stiles ridacchia. «Scusa, non ho ancora cenato perché ti stavo aspettando» dice in imbarazzo.
«Allora mangiamo» risponde Stiles sorpassandolo per andare in cucina.
Finito di cenare sparecchiano e si siedono un po’ sul divano a guardare la TV. Poco dopo Derek sente un peso sulla mia spalla: si gira e vede Stiles addormentato contro di lui. Gli cinge le spalle con un braccio accarezzandogli piano i capelli. Derek si perde ad osservare i suoi lineamenti delicati, le lunghe ciglia che si poggiano sugli zigomi e le labbra rosse come il peccato leggermente dischiuse: è bello, forse il ragazzo più bello che avesse mai incontrato. Ma è solo un ragazzino e Derek non può permettersi di fare qualcosa che lo faccia allontanare da lui. Osserva la sua bocca e la voglia di baciarla è tanta, forse troppa. Parrish ha ragione: ne uscirà distrutto! Stiles ha travolto la sua vita come un piccolo uragano e ora avrebbe fatto fatica a stare senza di lui.
Sospira pesantemente per poi alzarsi attento a non svegliare Stiles e rimboccargli le coperte. Prende il cellulare e va in camera: manda un veloce messaggio a Isaac per chiedergli quando può chiamarlo il giorno dopo e legge l’sms di Parrish in cui gli chiede com'è andata in tribunale. Sta per rispondergli ma poi decide di far partire una chiamata. Risponde al secondo squillo. «Ehi.»
«Scusa per l’orario. Ti disturbo?» chiede.
«No, stavo per andare a letto adesso. È successo qualcosa?»
«No, avevo solo bisogno di compagnia.»
«Oh - esclama sorpreso - è tanto che non lo facciamo così. E Stiles?»
«Sta dormendo.»
«Bene. Cosa stai indossando?» gli chiede con voce roca.E cominciano così il loro gioco: Derek è già eccitato e ci mette davvero poco a raggiungere il culmine accompagnato dalle parole di Parrish. Viene copiosamente nella sua stessa mano immaginando due occhi ambrati che lo guardavano liquidi di piacere. Saluta Jordan e mette giù per poi ripulirsi velocemente e andare a letto.
Il giorno dopo Derek si sveglia con un gran mal di testa ma deve comunque alzarsi per andare a lavoro: va in cucina e trova il tavolo apparecchiato solo per lui, Stiles è sul divano che guarda la TV. «Buongiorno» dice passandogli una mano tra i capelli.
Stiles si scosta dal suo tocco e lo guarda arrabbiato. «Non toccarmi.»
Derek lo guarda stupito e ferito da quella reazione. «Ho fatto qualcosa di male?» gli chiede confuso.
«No. Però la prossima volta che vuoi fare una telefonata erotica con il tuo amico di letto assicurati di essere solo in casa.»
Derek si trova a boccheggiare sentendosi colpevole. «Stavi dormendo.»
«Non so se te l’hanno mai detto ma sei piuttosto rumoroso.»
Arrossisce. «Mi dispiace» dice senza capire bene per cosa si sta scusando.
Stiles sembra ritornare in se stesso e lo guarda con occhi sgranati. «Io…no…scusami tu…questa è casa tua e puoi fare quello che vuoi…solo che tu mi piaci, mi piaci davvero. E sentire i tuoi gemiti e sapere che non sono stato io a procurarteli mi ha fatto arrabbiare. E adesso ti prego di dimenticare quello che ho appena detto perché non ha senso» blatera prima di scappare fuori di casa chiudendo la porta dietro di sé.
Derek rimane sconvolto dalle sue parole: davvero piace a quel ragazzino? Non va bene, non va per niente bene. La suonerai del telefono lo distoglie da quei pensieri: è Isaac. Risponde e gli spiega velocemente la situazione di Stiles. Isaac gli dice cosa devono fare e poi lo salutano ringraziandolo. Ignora il messaggio del buongiorno di Parrish e si infila sotto la doccia. Quella mattina Derek non fa colazione prima di andare a lavoro. Lascia un post-it sul tavolino dell’ingresso con la speranza che Stiles lo veda e va in ospedale.
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Siamo Solo Noi
Fiksi Penggemar+++Approfitto del fatto di doverla ripubblicare per revisionarla e riscriverla come la scriverei ora.+++ Era la notte di Natale e Derek aveva appena concluso il sui turno da infermiere in ospedale. Cammina veloce tra le vie illuminate della città, s...