CAPITOLO SETTE

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Il sole di quella splendida mattina di metà giugno, penetrando dalle tende tirate, illuminava leggermente la stanza. I caldi raggi accarezzarono la pelle di Mark, che beatamente, era ancora intrappolato tra le braccia di Morfeo, sognando chissà cosa.

Il ragazzo spalancò gli occhi quando un urlo terrificante giunse alle sue orecchie, spaccandogli quasi i timpani. Spaesato alzó il busto, rimanendo solo seduto sul materasso. Voltó il capo prima a destra e poi a sinistra nella disperata ricerca della fonte da cui proveniva quel suono terribilmente fastidioso, puntando poi gli occhi su una figura snella coperta da un lenzuolo viola.

Cassede, con le mani portate al petto proprio per mantenere il lenzuolo, e gli occhi spalancati fissò Mark, incredula, forse quanto lui.

"Ma chi sei? Che ci fai qua? Come sei entrato? Per-"

"Wo-wo-wo frena. Troppo domande di prima mattina." Rispose Mark, portandosi le mani alla testa, premendole sulle tempie, socchiudendo gli occhi con un lamento.

"Troppe domande...Ma davvero?! In effetti che stupida...Ho solo trovato un estraneo nel mio letto!" Disse ironicamente, ruotando gli occhi al cielo, portandosi le mani sui fianchi, visibilmente spazientita.

"Aspetta...doveva essere una battuta? Bhe, Miss Simpatia, Missione fallita."rispose il ragazzo alzandosi dal materasso e fissando gli occhi azzurri della giovane.

"Ah quindi facciamo anche gli spiritosi ora, eh? Sai che potrei chiamare la polizia?"rispose lei scuotendo leggermente il capo, con un sorriso ironico dipinto sul volto. Avanzando di un passo verso Mark, con aria di sfida.

"E questo sarebbe il ringraziamento per averti salvata dalle mani di quell'idiota?" Anche lui fa un passo. "Complimenti" inizia a battere lentamente le mani, con un sorriso sornione.

"Bhe sai, nessuno te l'ha chiesto."

"Sai, hai ripetuto questa frase troppe volte in questi due giorni, per i miei gusti."

"Oh ma davv-...aspetta. Cosa?"

Mark sorride, abbassando il capo, fissando il pavimento.

"Lascia perdere" sorride, fissando i suoi occhi in quelli della ragazza.

Lei, stranamente, arrossi, sentendosi leggermente imbarazzata dalla situazione che si era fatta a dir poco surreale.

Un fastidioso silenzio regnava nella stanza.
Cassede si schiarì la voce.

"Emh...allora...posso offrirti qualcosa da mangiare? O da bere?"

Mark aggrottó la fronte, alzando poi le sopracciglia, sorpreso per l'improvviso cambio d'umore della giovane.

"Emh...-iniziò portandosi una mano dietro la nuca, distogliendo lo sguardo dalla ragazza davanti a lui- Magari un caffe." Concluse poi.

Lei annui con il capo lentamente.
Senza aggiungere parola, si diressero verso il piano inferiore.

Scendendo le scale molto lentamente, gradino per gradino, ad un tratto la mano di Mark sfiorò quella di Cassede. Un brivido percorse la schiena di entrambi. Alzarono ol viso contemporaneamenre, fisssandosi negli occhi.
Rimasero cosi per alcuni minuti, forse per ore, quando ad un tratto Cassede si girò di scatto e continuo a scendere le scale con il capo basso, velocemente, quasi correndo.

Ancora scosso dallo strano momento appena conclusosi, il rqgazzo ispirò rumorosamente e, trascinandosi le gambe indolenzite, raggiunde la ragazza al piani inferiore.

*~*~*~*~*
Hola chicasss
Mi scuso enormemente per il mio terribile ritardo.
Chiedo umilmento perdono.
Mi farò perdonare. Promesso.
Sooooo, che ne pensate del capitolo? Voglio i voostrii pareeeriii.

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