CAPITOLO DODICI

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Cassede's POV

Questo silenzio è imbarazzante. Camminiamo tutti e tre vicini, le nostre spalle quasi si toccano mentre percorriamo il tragitto, ma nessuno ha il coraggio di rivolgere parola agli altri due.

Tom è impegnato a scrivere qualcosa con il suo cellulare. Il ragazzo dagli occhi verdi accanto a me, è intento a calciare dei sassolini sul ciglio della strada.

È incredibile come ancora non sappia il suo nome. Ma tutta questa sorta di mistero, in qualche modo mi affascina, mi intriga.

Arriviamo così davanti l'entrata dell'Emerald Cafe, un piccolo bar sul corso.

Bhe, in realtà da fuori sembra piccolo, mentre all'interno il locale è abbastanza spazioso e ben diviso.

A destra è posizionato un grande bancone dove sono esposte infinite varietà di pasticcini e cornetti. Affianco si trova la cassa, vicino ad uno scaffale dove sono posizionate infinite marche diverse di sigarette.

Ugh.

A sinistra invece sono sistemati ordinatamente vari tavolini, alcuni con delle semplici sedie di vinimi, altri con dei divanetti posizionati vicino alla grande vetrata che da sulla strada.

Ci sediamo in uno di quest'ultimo, cosicché l'intera strada sia nella nostra visuale. Essendo il tavolino quadrato, io e Tom ci sediamo uno di fronte all'altra.

"Occhi belli" -così ho deciso di chiamarlo fin quando non saprò il suo vero nome- sposta lo sguardo tra me ed il suo amico e, dopo un attimo di indecisione, si posiziona nel posto vuoto vicino Tom.

Credo di aver visto un piccolissimo sorrisino soddisfatto sul volto di quest ultimo.

Non so esattamente il perché, ma devo dire che ci sono rimasta un pó male. Ma, effettivamente, non avrebbe alcun motivo per sedersi vicino a me. Che stupida.

La voce di Tom mi riporta alla realtà.

"Come scusa?"gli chiedo, scuotendo leggermente la testa, come per scrollarmi da dosso i miei pensieri.

Lui si acciglia leggermente, aggrontando le sopracciglia.

"Ti ho chiesto come vi conoscete." Dice rilassandosi un pochino. 

Questa domanda mi mette un po in difficoltà e, volgendo un veloce sguardo, posso notare che anche a "occhi belli" non va proprio a genio. Riporto lo sguardo sul tavolino e mi muovo a disagio sulla sedia.

Insomma, vosa dovrei dire? Sai, ero ubriaca fradicia e un coglione mi stava per violentare e il tuo amico, del quale non conosco nemmeno il nome tanto per la cronaca, mi ha salvata, mi ha riportata a casa, e mi ha messo a letto come farebbe una baby-sitter con una bimba di quattro anni.

Non credo sia il caso.

"Facciamo il corso di spagnolo insieme." Le parole lasciano la mia bocca prima che possa realmente raggionarci su.

Tom corruga le sopracciglia concentrato, come se stesse esaminando le mie parole e decidendo se crederci o meno. Poi alza lo sguardo su di me, per poi puntarlo verso il suo amico.

"Ma tu non fai spagnolo."

Ecco. E ora?

"No infatti, ma voglio iniziare e quando sono andato ad iscrivermi l'ho incontrata e mi ha spiegato un pó il programma ed ora eccoci qua." Conclude 'occhi belli'.

La facilitá con cui mente mi lascia di stucco. Se non fossi la diretta interessata, e non sapessi la versione reale della storia, probabilmente ci crederei anche io.

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