C'erano molte leggende sul bosco che si trovava dietro casa mia. Mio padre mi diceva sempre, quando era ancora in vita, che una volta entrati in quel posto non ne potevi più uscire. Ti assorbiva, ti accoglieva... ti faceva dimenticare tutto ciò che per te era importante, e ti svuotava.
Si diceva anche ci fossero alcuni luoghi in particolare in quel bosco, che potevano farti sentire la felicità più grande nel cuore, farti dimenticare le cose brutte della tua vita e farti provare quel profondo senso di soddisfazione che magari bramavi da un sacco di tempo ma, come c'erano quei bei luoghi ve ne erano altri più... oscuri, più brutti, e anche alcuni più tristi.
Ricordo che il mio caro papà era curioso di andare a cercare uno di quei tanti luoghi misteriosi...
Ero seduto a terra, sull'erba verde tagliata a raso, ordinata e pulita, la schiena appoggiata a quella lapide fredda ma, al tempo stesso, calda. Il diario di mio padre sulle gambe con un lettore CD vicino, di quelli che lui adorava tenere sempre dietro, scegliere il cd ed ascoltarne le canzoni. Dentro quel cd però non c'erano canzoni, nè podcast, nè teorie strane... c'era... la voce di mio padre.
Questa roba era arrivata a casa nostra a mio nome dopo sei mesi dalla sua sparizione... non aveva un mittente, né un luogo di provenienza. Aveva solo il mio nome, con la calligrafia di mio padre, insieme ad una serie di carte di un'assicurazione, quelle destinate invece a mia madre che scoppiò il lacrime quando lesse la lettera annessa.
Aveva fatto tutto per noi...
Fissai l'aggeggio per un po' prima di prendere il coraggio di premere il play, tremando nel risentire la sua voce dopo mesi.
"Ciao tesoro, so che molto probabilmente sarai arrabbiata con me per il gesto che ho fatto, visto che sicuramente se stai ascoltando questo cd significa che ho preso definitivamente la mia decisione. Era l'unico modo che mi era rimasto per prenderci cura di te e la mamma.
Non voglio dirti di fare l'uomo di casa, non voglio che chiudi i tuoi sentimenti per prenderti cura di lei. Vorrei che invece rimanessi chi sei, di tenere sempre la tua dolce sensibilità come migliore pregio di cui io, padre di un maschio, sono orgoglioso.
Ricordati, Kaito, di non giocare con i sentimenti delle persone che hai intorno, e di non far giocare le persone con i tuoi di sentimenti. Mi raccomando, se avrai mai una ragazza, o un ragazzo, trattalo come tu vorresti essere trattato e dagli amore ma fai attenzione a non farti usare. Non aver paura di dire ciò che non ti va bene, o di esprimere il piacere verso qualcosa anche di insolito.
Lavati sempre i denti prima di andare a dormire, lo so che spesso di sera te ne dimentichi. Fai il letto quando ti svegli e aiuta la mamma in casa, una volta al mese portale un mazzolino di fiori e ricordati che a lei non piacciono le rose ma-"
"Le orchidee... che hanno bisogno di tante attenzioni per essere tenute bene..." completai la frase, fermando il lettore e coprendomi gli occhi con le mani per spingere indietro le lacrime. Sentivo un così grosso nodo alla gola, avrei voluto rivederlo un ultima volta.
Premetti di nuovo play.
"Ma le orchidee, perché ci vuole tanta cura per tenerle bene a tua madre piace.
Ah... non sai quanto io sia orgoglioso di te, sai? Sono sicuro che hai anche il mio diario con te, vorrei che lo aprissi alla prima pagina cosi ti posso spiegare tutto ciò che ho scoperto come se fossi ancora li con te, come eravamo soliti fare io e te ogni fine settimana.
Ci sono in tutto 23 argomenti, in questo cd, quindi prenditi il tempo per stare con me ancora un po', ti va?"
Il nostro fine settimana era sempre così... io, lui e mia madre in giro a scoprire nuove cose. Aprii il diario iniziando a sfogliarlo seguendo le spiegazioni che mio padre mi dava dal letto cd, tutto era spiegato bene sia a voce, che scritto. Il diario era anche pieno di disegni dettagliati di piante, fiumi, animali che si trovavano in quel bosco. Continuai a sfogliare ed ascoltare finché non mi ritrovai davanti il disegno, che quasi sembrava una foto, di un albero vicino ad un fiume, una... fatina adagiata su di esso e una strana creatura sulla punta che pareva piangere. Per un momento pensai fosse una creatura collegata all'albero, ma guardandola meglio quella creatura ERA l'albero. Un'estensione, una rappresentazione di esso.
"Ti ricordi quei luoghi di cui ti parlavo? Quelli che pare ti facciano provare un'immensa felicità, o immensa paura, terrore o tristezza? Ne ho trovato uno. Sono rimasto in questo luogo per diversi giorni, potendo così notare i vari cambi di questo luogo, e nelle pagine successive potrai vedere come cambia in base all'emozione che vogliono accentuare. Ma, tornando a questo... questo... parla. Lo sai? Oh, è fantastico! Il ragazzino in punta è molto timido... si chiama Eneea ed è uno spirito degli alberi, mentre la fatina è una fatina d'acqua e si chiama Ateea. Ho deciso che questo disegno lo chiamerò Le Lacrime dell'albero... ho parlato un po' con loro, e più ci parlavo più la mia tristezza aumentava ma, al tempo stesso, una certa decisione faceva breccia nella mia testa. Non la decisione di farla finita, ovviamente. Quella... è stata una decisione che ho preso molto tempo fa, per quello non sono morto stando vicino a queste creature...
Parlando con questa entità ho scoperto molte cose... la dama parla con il viandante e ne scopre le paure, le idee, le ragioni che lo rendono felice, i punti di forza e il fanciullo fa in modo che queste persone sfoghino il malessere che covano dentro fino a scoppiare in lacrime, fino ad urlare per quella sensazione di soffocamento che il mondo da, che il lavoro da, che l'ingiustizia da...
Il bambino poi inizia a piangere, e la dama torna silenziosa e si adagia sul tronco accarezzandone la corteccia con amore e dolcezza e ti guarda.. se anche a te scappa una lacrima nel sentire la disperazione del bambino, che a sua volta sente il tuo malessere, ti permette di avvicinarti. Ti fa sedere vicino a lei o ai piedi del tronco e ti fa riposare nell'attesa che quel dolce fanciullo smetta di piangere e si senta meglio."
Aggrottai la fronte nel sentire quelle parole osservando i diversi disegni, riguardo poi quello delle lacrime osservando con attenzione i lineamenti dei due protagonisti del piccolo dipinto. Fu solo in quel momento che, osservando bene i volti del fanciullo e della dama, le lacrime iniziarono a cadere silenziose sulle mie guance. Mio padre probabilmente neanche si era reso conto di ciò che aveva disegnato... non consciamente almeno, ma sicuro il subconscio lo sapeva.
"Sai, il fanciullo ti assomiglia davvero tanto. Ha gli occhi grandi come i tuoi e i modi di fare delicati sembrano esattamente i tuoi... la dama invece... ha lo stesso colore dei capelli della mamma, e accarezzava il tronco del fanciullo come la mamma accarezza te quando hai brutti incubi... mi sento molto a casa qui, ma al tempo stesso desidero vederti un'ultima volta, prima di andarmene per sempre... lo sai... io... sono stato così fortunato ad avere una moglie e un figlio come te, Ermes.. p-prenditi cura della mamma, ok...?"
Mi asciugai le guance portando la testa contro la lapide e fissando davanti a me, fissai il vuoto. In qualche modo avevo capito il suo gesto, eravamo... pieni di debiti dopo che il suo... tz... amico d'infanzia aveva fatto di tutto fino a fare andare in bancarotta la loro società... mio padre aveva un'assicurazione sulla vita, e con la sua morte i soldi di tale assicurazione sarebbero arrivati a noi...
Avrei preferito dormire sotto un ponte, piuttosto che perdere lui questo era più che ovvio... ma lui aveva preso un altra decisione...
Cercai una penna nel mio zaino e continuando ad ascoltare i racconti di mio padre cercai un posto libero della pagina appuntando, con un calligrafia più simile che potessi a quella di mio padre, la frase "Prendono l'aspetto delle persone che più amiamo così da poter far sentire al sicuro e a casa il viandante in questione" e leggermente sotto aggiunsi anche un appunto personale, che avevo capito dalla frase di mio padre e dalle date del diario che precedevano di almeno un mese quelle della sua morte "Se il viandante ha già preso la decisione di porre fine alla propria vita le creature lo lasceranno tornare a casa per dare l'ultimo addio alle persone care. Se il viandante non ha ancora preso la decisione, e passa un periodo piuttosto brutto della propria vita, le creature faranno in modo che esso perda la vita in quel posto, al sicuro dal mondo esterno".