«Mio dio che noia!» sbuffò a bassa voce il mio vicino di banco, fissando la docente che parlava ancora, e ancora... e ancora da ore. Accennai un sorriso divertito, appoggiandomi con il viso al braccio e facendo un piccolo sospiro nel vedere come le ore di lezione, nei giorni di pioggia, non finissero mai.
Naturalmente non avevo portato un ombrello.
«Potrebbe evitare di portarla per le lunghe, si...» aggiunsi, fissando l'orologio sopra alla cattedra. Ci eravamo messi in fondo all'aula, visto che per via dei miei trattamenti, spesso il sonno mi prendeva e non riuscivo proprio a rimanere con gli occhi aperti. Dormivo poco, ovvio.. non mi facevo tutte ste ore di pennica durante le lezioni universitarie.. questione di una quindicina di minuti, poi mi riprendeva.
«Hai iniziato a prendere il testosterone?»
«Mmh...»
Aprii un occhio fissando Ian, seduto con il viso sul palmo della mano, sorriso divertito ma sguardo preoccupato. Mi rimisi su stroppicciandomi gli occhi, mi stiracchiai senza farmi notare dalla docente e fissai il nulla per qualche secondo prima di capire cosa fare effettivamente.
Avevo già dato questo esame molto prima del tempo, ma dovevo comunque partecipare a delle lezioni perché quelli con i voti più alti avrebbero dovuto aiutare quelli con i voti più bassi.
Il punto è che a me nessuno si avvicinava.
Non quelli che avevano scoperto da poco ciò che avevo finalmente deciso di fare dopo tanti anni di attesa, l'epoca moderna era tanta ma alcune menti erano fin troppo bigotte. Feci una piccola smorfia e misi tutto via quando la docente iniziò a dire di fare dei gruppi.
«Stella?»
Mi guardò, come se non si aspettasse che mi alzassi.
«E' il mio nome.»
Sorrise alla mia risposta, cercando di non ridere per la mia battuta troppo scontata «Non rimani per la parte finale della lezione? Magari riesco a farti mettere in gruppo con me così non-»
Sospirai, e feci un sorriso dolce alzando appena la mano per fermarlo: «Ho la lode in statistica, Jay... Finirei con i caproni e le caprone della classe che sono anche quelli che l'ultima volta mi hanno versato un frullato in testa. Ci ho messo due ore a togliermi tutto da dosso, sai?»
Lui mi guardò un po' preoccupato, iniziando ad impacchettare anche le sue cose. Lo fermai di nuovo fissandolo «Rimani, la docente sa che vado via per questo motivo. So difendermi fino ai cancelli, grazie della preoccupazione. Ma non ho bisogno di essere protetto da gente bigotta.»
«Eh... sei il ragazzo più testardo che conosco!»
Sorrisi, presi lo zaino e gli diedi un bacio sulla guancia «Vado a fare un po' di foto nella foresta! Ti scrivo quando ho fatto, ok?»
Jay annuì, mi diede una pacca delicatissima sulla mia guancia, poi si alzò per andarsi a mettere nel gruppo più avanti. Io invece approfittai del trambusto per uscire dall'aula senza farmi notare dagli altri, approfittando del fatto che tutti erano a lezione e che quindi avrei incontrato, sperando nella mia fortuna, pochissime persone.
Prima di uscire passai nei bagni, fissando per un momento le due porte che divididevano i maschi dalle femmine. Sospirai scocciato, poi entrai diretto in quello degli uomini, mi diedi una rinfrescata al viso approfittando del grosso specchio presente per darmi un occhiata e legarmi meglio i capelli.
I lineamenti femminili erano ancora lì, ben visibili. Mi tastai il petto, assicurandomi che i tape fossero ben messi e sorridendo nel non sentire praticamente nulla. Non avevo nessuna forma di disforia nei confronti del mio aspetto femminile, tant'è che i capelli erano ancora lunghi. Certo, nell'università in cui studiavo la decenza di chiamarmi con il mio nuovo nome non c'era e quindi spesso venivo ancora chiamato con il nome femminile.