small talk

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Your back beneath the sun
Wishin' I could write my name on it
Will you call when you're back at school?
I remember thinkin' I had you

Day two

Entrando per ultimo in sala da pranzo, preceduto dai suoi genitori e sua sorella, Harry, gli occhi disturbati dalla luce del sole già alto nel cielo, puntò subito lo sguardo sul tavolo di Louis, sentendo il cuore saltare un battito quando non lo vide seduto al suo posto. Con una gomitata, sua sorella, però, glielo indicò che stava davanti al solito tavolo al centro della sala, intento a scegliere quale bevanda prendere per colazione. Harry ruotò gli occhi al cielo verso Gemma, ma tirò un silenzioso sospiro di sollievo, guardandolo di sfuggita quando gli passò davanti per arrivare al suo tavolo.

Posò al proprio posto solo il telefono, andandogli subito incontro per prendere un bicchiere di succo di frutta e valutare come fosse la situazione tra loro quel giorno.

Appena Harry gli si parò davanti, lo sguardo puntato sulla tovaglia per non rendere troppo palese che fosse lì solo per lui, la delicata voce di Louis lo sorprese, arrivando alle sue orecchie piacevole come brezza in un giorno caldo:

"Giorno" cinguettò, un piccolo sorriso sincero sulle labbra.

"G-giorno" rispose appena in tempo Harry, prima che quello si girasse e tornasse al suo tavolo con una tazza di thè in mano. Guardando la sua schiena muoversi, rilasciò un sospiro sognante. Gli era tremato tutto lo stomaco, cazzo, ma che gli prendeva?

Tornò a tavola con la testa tra le nuvole e si mise a mangiare meccanicamente, pensando solo ad una strategia per parlargli anche in spiaggia. Se non che:

"Andiamo a fare un giro in città, stamattina?" propose entusiasta sua madre.

"Cosa? No, perché? Io voglio andare al mare" protestò immediatamente Harry.

"Hai tanti altri giorni per andarci, Harry... Solo stamattina l'hotel offre una navetta per portarci nei posti più gettonati di Cannes. Ci portano anche a vedere da fuori dove si svolge il festival cinematografico!"

"Cioè il suolo su cui ha camminato Angelina Jolie? Col cavolo che me la perdo, Harry, non fare il guastafeste" si lamentò Gemma.

"Io non vengo" rimase deciso lui, "non mi succederà niente, ci sono tutti gli altri ospiti. Vado in spiaggia e torno per pranzo, come ieri, ho imparato la strada."

"Sì, tanto è uno responsabile, lui" tentò di convincerla sua sorella, facendo poi una smorfia nella direzione di Harry.

Dopo qualche tentennamento, finalmente Anne accettò e, solo quando si alzarono da tavola, finita la colazione, Harry si accorse che la famiglia di Louis se n'era andata. Sperava non lo avessero obbligato a partecipare alla gita in giro per Cannes, altrimenti si sarebbe maledetto fino al giorno della sua morte.

Credeteci o no, ci impiegò mezz'ora per decidere quale tra i suoi tre costumi indossare quella mattina e alla fine ebbe l'audacia di scegliere quello giallo. Quello per cui sua sorella lo prendeva sempre in giro e, francamente, ne aveva tutte le ragioni. Decise anche di tenere addosso la sua collana con la croce, stabilendo che tutta la fortuna con Louis che aveva avuto la sera prima e a colazione era merito di quella. Questa volta non si dimenticò di mettere al polso l'elastico blu, totalmente inutilizzato, che si portava sempre dietro, preparò la sua borsa di tela con più calma rispetto al giorno precedente e si infilò un cappellino con la visiera al contrario. Alla fine, si mise ad aspettare l'autobus davanti al cancello insieme al resto degli ospiti, scrivendo per messaggio a sua madre che sì, andava tutto bene, non l'aveva ancora rapito nessun francese isterico.

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