11. Falling at Your Feet

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CAPITOLO XI

FALLING AT YOUR FEET

Some people live for the fortune
Some people live just for the fame
Some people live for the power
Some people live just to play the game

                           Alicia Keys, If Ain't Got You

- Tu sai chi è stato, parla o giuro su quanto di più sacro esiste al mondo che confesserai sotto Imperius. -

Hermione quella mattina si era alzata in tempo per concedersi una colazione tranquilla insieme a Ginny. Un colpetto amichevole sulla spalla di Ron, mentre scendevano in Sala Grande, un abbraccio a Harry che con gli occhi ancora semichiusi odorava di sonno come un bambino appena sveglio, e adesso stava scendendo gli ultimi gradini della scalinata quando quelle parole attirarono la sua attenzione.

Era una voce carica d'ira e di minaccia, tanto che stentò a ricondurla alla voce solitamente affettata e indolente di Blaise Zabini.

Hermione e Ginny si scambiarono un'occhiata e si sporsero oltre la scala per curiosare. Harry, distratto finì addosso a Hermione che però non se ne curò: Zabini aveva tutta l'aria di aver costretto in un angolo qualcuno che stava mettendo spiacevolmente sotto torchio. Il ragazzo si spostò quel tanto che bastava per scorgere la figura di Pansy Parkinson che, con le spalle letteralmente al muro, sul pianerottolo della scala che portava al sotterraneo, aveva un'espressione terrorizzata.

- Non so nulla. – singhiozzò – Lasciami andare, dovrei già essere in classe. -

- Tu non andrai da nessuna parte prima di avermi raccontato tutto quello che sai – Blaise parlò con una durezza raggelante. Ginny soffocò un'esclamazione inorridita quando videro che sfoderava la bacchetta puntandola contro la ragazza che urlò.

Un rumore di passi concitati annunciò l'arrivo di qualcuno dal sotterraneo: Hermione si scoprì sollevata, forse per la seconda volta in vita sua, vedendo la faccia sgradevole di Piton. Il professore di Pozioni rivolse ai suoi studenti uno sguardo indecifrabile, non sembrava arrabbiato ma sul suo volto dal pallore malsano le parve di scorgere qualcosa che somigliava alla costernazione.

- Zabini, Parkinson ...che cosa vi succede? – il tono di voce era gelido ma conteneva una nota stridente di incredulità.

Pansy si portò una mano alla gola, con palese sollievo.

- Nulla, professor Piton, signore. – rispose Blaise, l'ira sembrava scomparsa e adesso la sua espressione era del tutto impenetrabile, come se un muro fosse calato dietro quel volto dalla bellezza severa. Si limitò a lanciare a Pansy uno sguardo di avvertimento, per segnalarle a scanso di ogni equivoco che la faccenda era ben lungi dall'essere conclusa, dopodiché si volse per andarsene.

Piton scelse proprio quel momento per alzare gli occhi sulla scalinata e accorgersi del gruppo di Gryffindor che aveva assistito senza fiatare. Le sue labbra si arricciarono in una smorfia di profonda ripugnanza – Ecco il solito pugno di ficcanaso che non riesce a esimersi dall'impicciarsi nelle faccende altrui. – proferì lentamente. Ron ed Harry sostennero il suo sguardo con la consueta freddezza, Ginny alzò le spalle. Hermione invece incrociò gli occhi di Blaise Zabini fissi su di lei, non c'era ostilità in quello sguardo indecifrabile, e lei ebbe la netta impressione che cercasse di comunicarle qualcosa. D'impulso scosse il capo senza distogliere gli occhi dai suoi, per segnalargli che non capiva. Lui si limitò a girare la testa e ad allontanarsi ad ampie falcate.

- Andatevene – sibilò Piton, squadrandoli come se stesse guardando degli insetti disgustosi.

- Ce ne andiamo, ce ne andiamo. – borbottò Ron prendendo la sorella per un braccio – Non è che io abbia esattamente voglia di sapere che cosa stanno combinando questa volta quei sudici Slytherin – aggiunse a voce abbastanza alta da essere sentito da Piton e dalla Parkinson. Hermione trasalì e vide che Harry irrigidiva le spalle, sicuramente aspettandosi una reazione e preparandosi allo scontro. Tuttavia quella reazione non venne. Gettandosi un'occhiata preoccupata al di sopra della spalla sinistra, la ragazza vide che Piton era chino su una pallidissima Parkinson e le parlava sottovoce, in tono concitato, disinteressandosi del tutto a loro.

The Ground Beneath Her FeetDove le storie prendono vita. Scoprilo ora