19. Epilogo (Mudblood in my veins)

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EPILOGO

MUDBLOOD IN MY VEINS

Blaise Zabini amava la primavera perché sapeva benissimo quanto gli donasse. Il sole aveva un modo tutto particolare di scintillare sui suoi capelli corvini e di illuminargli il viso già naturalmente abbronzato. Inoltre, cosa non trascurabile, col primo caldo poteva smettere i pesanti completi invernali che, pur facendolo apparire tenebrosamente bello, in qualche modo dissimulavano le sue forme statuarie.

La cosa più bella della primavera però era il preannunciarsi dell'estate.

Blaise sorrise e prese il portafogli dalla tasca interna del mantello. Moltissime persone portavano tra i soldi e le carte della Gringott la fotografia di qualcuno a cui tenevano particolarmente e Blaise Zabini non faceva eccezione: sotto i suoi occhi uno splendido bronzo greco stava emergendo dalle acque cristalline del mare, abbronzato, bruno e pericolosamente bello, con quel torace brunito dal sole e quegli occhi che risaltavano cristallini e verdi come il mare.

Il ragazzo sorrise, era inequivocabile che il mare esistesse nel creato per essere un complemento perfetto dei suoi occhi.

Soffiò un bacio alla fotografia dove il soggetto ritratto ricambiò il suo sguardo con un sorriso affascinante. Dopodiché Blaise ripose con ogni cura foto e portafogli.

Si, la primavera era davvero una cosa splendida: gli uccellini che cinguettavano, le coppiette innamorate che tubavano nel parco della scuola, il sole ...

Tre o quattro cornacchie appollaiate su un ramo spoglio gracchiarono e lui lanciò loro uno sguardo contrariato.

Poco più lontano le coppiette in amore si scambiavano tenere frasi...

- Tess maledizione io non ti capisco! -

Quella voce proveniva da una zona imprecisata alla sua sinistra, probabilmente da dietro quei cespugli di sempreverdi in direzione del lago.

Blaise scosse il capo: non riusciva a capire perché Goldstein non capisse Scervellata Steeval, una donna che aveva tutta la sua comprensione impegnata com'era a coltivare indefessamente la bellezza propria e altrui a colpi di Incantesimi Pettinanti, Arriccianti, Liscianti e di formule di creme e lozioni per ogni esigenza umana. Era una missionaria, un'eroina. Blaise aveva l'impressione che Goldstein non sarebbe mai riuscito a vedere in lei l'intima nobiltà di chi combatte in prima linea la sciatteria diffusa.

Dagli alberi alla sua destra proveniva un'altra voce conosciuta: melodiosa come quella di una banshee, tenera come le zampe di una manticora, delicata come le unghie di un Ippogrifo.

- Si come no ...Re delle Donnole, Portiere dei miei stivali! La tua testa non funziona al di là di una Pluffa! Accidenti a te ...che ti beccasse un Bolide in piena testa! -

Daphne, l'eterea, soave Daphne, augurava ogni bene al suo adorato Weasel che a voce più bassa farfugliava delle scuse per essersi adirato con lei per via della faccenda del Filtro d'Amore, spiegandole che non riusciva nemmeno a capire come gli fosse venuto in mente il pensiero di arrabbiarsi, figurarsi quello di vendicarsi!

Se Blaise aveva visto giusto, riconoscendo la giusta dose di dolcezza negli insulti di Daphne (che adesso stavano decisamente scadendo nel triviale mentre spiegava a chiare lettere come Weasel poteva adoperare Pluffe, Bolidi, manici di scopa e in definitiva tutto il suo armamentario da Quidditch), avrebbero fatto pace al più presto. Certo, alcuni suggerimenti sull'uso del Boccino erano anatomicamente poco probabili ma era quasi certo che Daphne molto presto avrebbe finto di cedere alle scuse di Weasel e concedergli graziosamente il suo perdono.

The Ground Beneath Her FeetDove le storie prendono vita. Scoprilo ora