Rose&Scorpius

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Rose osservava Noah, seduto accanto a lei su una panchina del cortile; ascoltava ciò che le stava dicendo con una strana morsa che le attanagliava lo stomaco, preoccupata per il suo umore, in ansia per quello che Al gli aveva detto.

"Sono sicura che non pensa davvero quello..." Iniziò lei, ma il ragazzo la interruppe subito.

"Temo che stavolta ti sbagli, Rosie" Sorrise amaramente e allungò braccia e gambe per stiracchiarsi pigramente "Va bene così".

"No che non va bene!" Sbottó lei, ma ad un'occhiata di Noah, sospirò sconfitta e scosse il capo "Non ne hai parlato con Lily, vero?"

"No..." Lo disse in un sussurro e indugiò qualche istante, sembrò volesse aggiungere altro, ma l'arrivo di Scorpius lo trattenne.

"Noah che cazz..." Il cugino arrestó il passo non appena si rese conto che il serpeverde non era solo; fece uno sbrigativo cenno del capo a Rose e si schiarì la gola "Ti stavo cercando, abbiamo gli allenamenti tra poco".

"Ah, già" Noah sospirò, per nulla entusiasta di recarsi al campo di Quidditch "Vado a prendere la borsa, l'ho lasciata in aula" Rose notò uno strano gesto rivolto al cugino prima che iniziasse ad incamminarsi "Aspettami qui".

Scorpius sembrava volesse protestare, ma l'altro era già andato via, perciò si limitò ad acconsentire in silenzio. Rose restò seduta, guardandolo dal basso, incerta e timorosa. Lui aveva poggiato la schiena ad una colonna e guardava altrove, comportandosi come se la ragazza non fosse lì accanto a lui. Come, pensó lei, aveva fatto da quando avevano smesso di frequentarsi.

"Come...come stai?" Chiese lei, e la sua voce apparve incerta e patetica. Si morse un labbro, pentita di aver parlato, soprattutto perché Scorpius non rispose. Si limitò a fissarla per pochi secondi, riportando velocemente lo sguardo altrove.

Me lo merito.

"Io sto bene, si..." Continuò "Va meglio, sai..." lo fissò di sottecchi, ma il suo blaterare continuava a non sortire nessuna reazione. Sospirò e sistemó una ciocca ribelle dietro l'orecchio; quando si rialzò per andare via, Scorpius si mosse e per qualche secondo restarono fermi, vicini, a fissarsi. Lo sguardo di Rose cadde su quella bocca piena e screpolata, su quelle labbra che l'avevano sfiorata tante volte e tante volte le avevano dato piacere. Il ragazzo dovette accorgersene perché alzò appena un angolo di quella bocca, come in un accenno di sorriso. Approfittando del ritorno di Noah, la grifondoro si voltò evitando così di arrossire miseramente davanti a Scorpius.

"Andiamo?" Noah si affacciò dal corridoio, facendo un cenno al cugino e rivolgendosi poi a Rose "Grazie" Le fece l'occhiolino mentre la ragazza tornò a girarsi, sventolando la mano nella sua direzione. Scorpius si voltò e seguì Noah senza aprire bocca.

*****

Non aveva chiuso occhio, a colazione era riuscito a bere solo un sorso di caffè prima di dover lasciare la Sala Grande, da giorni sballottato tra Al e Noah che continuavano la loro guerra fredda e poi...poi il giorno prima aveva visto lei. Aveva l'umore sotto le scarpe ed era terribilmente irritabile. E di certo, avrebbe preferito essere fuori, a poltrire sul prato, invece che nell'aula di storia della Magia, in attesa dell'inizio della lezione. Aveva deciso di sedersi da solo, lontano dai due amici perché stanco di sentirsi "in mezzo"; Albus era accanto a Roxanne e Noah vicino ad un compagno di casa. Li osservò distrattamente e capì che anche loro non se la stavano passando alla grande. Fu quando si voltò per tornare a fissare il vuoto dinanzi a sè che osservò la scena: Rose stava sedendosi al primo banco, come suo solito, ma la ragazza che aveva già occupato uno dei due posti le disse qualcosa con un ghigno cattivo, posando la propria borsa sulla sedia. Scorpius si drizzò, gli occhi puntati su Rose; la osservò mentre annuiva mestamente e si voltava, guardandosi intorno alla ricerca di un altro posto libero. Fece un passo verso sinistra, ma il tizio seduto a quel banco posó la mano sulla sedia accanto a lui, rivolgendole uno sguardo eloquente. Scorpius sentì la rabbia montargli dentro e mantenne gli occhi fissi su Rose: era pallida e stringeva con forza la tracolla sulla spalla.

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