PROLOGO

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Hawkins, 1895.

Giugno estivo rinfrescava la cittadina, liberandola dal peso di mille avvenimenti. Le foglie si spargevano tra le strade, mentre macchine sfrecciavano sull'asfalto andando controvento.
Scarlett si osservava attorno, a bordo della sua bicicletta rossa fiammante, e il dolce vento leggero le accarezzava la pelle. Gli occhi scuri scrutarono ogni particolare: le case, i viali, gli alberi ormai spenti.

Piccoli elementi che le ricordavano la sua vita e i modi in cui, quella stessa città, l'avesse distrutta.

I pensieri le tormentavano la testa, i ricordi massacravano il presente e gli incubi le facevano compagnia di notte. Occhi innocenti costretti alla visione di immagini terribili. A partire dalla scomparsa del piccolo Byers, due anni prima, e la conoscenza con Undici, una ragazzina dai poteri strabilianti. Creature disumane che credeva potessero esistere soltanto in vecchi libri di fantascienza. Demogorgoni, di grandi e piccole dimensioni, o il cosiddetto Mind Flayer. Meno pericolosa era la base russa da lei identificata, grazie alla sua preparata conoscenza di lingue straniere. Saper trascrivere, in termini chiari e comprensibili, il codice intercettato da Dustin, suo fratello minore, la portò alla consapevolezza che i russi fossero proprio lì ad Hawkins. Nei fondi dello Starcourt Mall, lavorando all'apertura di un nuovo portale che congiungesse al Sottosopra.

Dopo quella notte, la vita di Scarlett prese una piega differente. La sua era una decisione fine a se stessa, per salvaguardarsi e per staccare la spina. Per liberare la sua mente da tutto quel caos, e ritrovare la tranquillità che Hawkins le aveva portato via. Avrebbe lasciato il passato alle spalle con la speranza di ricostruire un presente migliore, un futuro privo di incertezze e difetti. Sarebbe andata alla ricerca di spensieratezza, libertà, sorrisi. Sebbene questo significasse lasciare la sua città, la sua famiglia, i suoi piccoli amici e Steve.

Steve Harrington, il suo migliore amico.

Definire il loro rapporto costerebbe l'impiego di migliaia di aggettivi. Seppure nessuno di essi possa coincidere esattamente con la realtà.
Scarlett non ricordava il momento preciso in cui le sue iridi si posarono sulla figura del ragazzo. Le foto custodite da sua madre, in un vecchio scatolone, e le infinte storie giunte alle sue orecchie, confermano la loro conoscenza sin dalla tenera età.
A differenziarli era circa un anno, quantunque l'altezza li mettesse su livelli differenti e la goffaggine di lui contrastasse la determinazione di lei. Nonostante le divergenze, i due sono cresciuti l'uno accanto accanto all'altra, creando un equilibrio che andasse oltre lo sbilancio delle loro diverse personalità. La famiglia Harrington è da sempre considerata un'incognita, per Scarlett. La sua presenza nella vita di Steve è sufficientemente inesistente, non appena il ragazzo avesse iniziato a frequentare la scuola pubblica. E questo ha influito molto sul comportamento del figlio. Quella mancanza di affetto si è tramutata in una maschera di indifferenza, che Steve fu solito indossare nel periodo della sua precoce adolescenza. Costretto a vivere sotto l'ombra degli altri, guidato da istinti incoscienti e privi di logica. Scarlett ricordava bene quell'anno, ricordava quei precisi momenti in cui il suo amico esternò completo distacco nei suoi confronti. Lo vedeva aggirarsi nei corridoi accompagnato da Tommy H., Carol e Nancy Wheeler, la sua - ormai - ex ragazza. Anche se Scarlett nutriva forte simpatia nei confronti di Mike Wheeler, non ebbe mai modo di instaurare un rapporto concreto con la sorella maggiore. Le bastava notare il modo in cui Steve la sopravalutasse, per comprendere quanto lei, in realtà, non valesse altro. In quei momenti nutriva la sensazione che il ragazzo non provasse tanto affetto quanto era lei a farlo. Scarlett l'ha sempre cercato, in ogni istante, solo per averlo vicino. Quando tutto quello che la circondava non le andava bene. Ma Steve non era lì per lei, non le avrebbe accarezzato la guancia come suo solito e non le avrebbe sussurrato che tutto sarebbe andato bene. Semplicemente troppo occupato a stare nelle braccia di un'altra.

Con affetto, Steve Harrington. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora