La mattina seguente, con un fastidioso mal di testa, Scarlett Henderson aprì gli occhi a quella che sarebbe stata la sua prima, e vera, giornata a Seattle. Fare colazione nella sala in cui, la notte precedente, vi era stata allestita una festa, fu alquanto strano. Il pavimento era ricoperto da chiazze di bibite, bicchieri sparsi, addirittura paia di scarpe e fogli di carta. Dei ragazzi, con entrambe le pelli scottate dal sole, furono intenti a ripulire il territorio. Scarlett addentò la sua fetta di pane e marmellata, per poi avvicinarsi ai tre, chiedendo loro se necessitassero di aiuto. Uno di essi, biondo con occhi azzurri, in un sorriso limpido le indicò la lavagnetta appesa alla parete laterale. Su quest'ultima, vi erano incise con un gesso bianco, i turni delle pulizie. La ragazza alzò un sopracciglio confusa, notando che, in alto a destra, nella casella del lunedì mattina, vi era il suo nome.
«Quella è la suddivisione dei turni settimanali delle pulizie. Ogni mattina, dopo una festa, o in generale, la sala principale va sistemata per bene. Spesso siamo soggetti a dei controlli, da parte di sbirri e polizia municipale. Meglio prevenire e non destare alcun sospetto. Quello che succede in questa confraternita, resta in queste mura.»
A parlare fu Amanda, nel suo pigiama colorato di rosa. Scarlett, al suo fianco, la guardò interamente per poi riportare la sua attenzione nuovamente su quella lavagna. Non solo avrebbe dovuto convivere con una decina di estranei, ma addirittura pulire il casino di feste a cui non avrebbe più partecipato. Non le restò altro che sospirare, nascondendo la sua disapprovazione. Ritornò al grande tavolo di legno, riprendendo la colazione lasciata in sospeso. Era sicura che fosse stata Amanda ad inserire il suo nome, essendone l'unica a conoscenza. Eddie, tuttavia, non avrebbe avuto ragioni per farlo. Credeva inoltre che la bionda, assieme al suo fedele gruppo di amiche studentesse, organizzassero e controllassero questo luogo. A darle conferma furono una serie di fascicoli posti dinanzi a lei, che leggeva e rileggeva con attenzione. Scarlett ne sbirciò il contenuto: tasse e pagamenti d'affitto. Argomenti al di fuori della sua portata. In casa sua era Claudia, sua madre, ad occuparsene.
«Questioni da buon cittadino? Sei qui da un anno, non credevo fossi tu ad occupartene.» si intromise Scarlett, mandando giù il suo boccone.
«Fidati, frequentare l'Università non rende le persone intelligenti, ne tantomeno responsabili. Le ragazze, quelle appoggiate sul divano rosso, sono le uniche ad avere un briciolo di mentalità sana, qui.» disse Amanda, indicandole il gruppo di ragazze in pigiama a qualche metro di distanza; «durante lo scorso anno, le richieste di affitto sono aumentate. Gli studenti non avendo base salaria per permettersi una camera collegiale, puntano sulla seconda scelta: noi. Vedendole in difficoltà, ho deciso di porre loro il mio aiuto. Ed eccomi ora, intenta a raccogliere i fondi per poter ripagare tutto questo.»
Amanda sorrise con leggerezza, evitando che Scarlett potesse sentirsi a disagio. La castana, di canto suo, ascoltò le sue parole. Era da sempre considerata una buona ascoltatrice e spesso, quando riusciva, il suo cervello esternava giusti consigli. Scarlett adorava parlare, essendo una persona eccessivamente loquace. In nuove situazioni, però, mostrava il lato insicuro di sé. Non offriva la sua fiducia a chiunque. Non era sicura che l'avrebbe fatto in questo periodo, con persone nuove e sconosciute. Robin Buckley è solo uno degli esempi positivi. Quando si incontrarono la prima volta, alla gelateria Scoops Ahoy, Scarlett si dimostrò completamente indifferente - quasi infastidita - alla presenza di Robin. Vederla ridere e scherzare con Steve, in quella bolla fatta di armonia e sintonia, creò un soffice bruciore allo stomaco di Scarlett. La sua ingiustificata gelosia, nel vedere il suo migliore amico così vicino ad un'altra che non fosse lei. Ciononostante, Robin non replicò le gesta della castana nel suo stesso modo. Anzi, cercava qualsiasi pretesto pur di instaurare anche la più insensata conversazione. Addirittura raccontarle come il gelato venisse realizzato in fabbrica, o di quanto ridicole fossero le loro divise. Fu in quel momento che Scarlett le rispose, confermando quella supposizione. Aveva perso il conto di quante volte avesse deriso Steve e il suo cappello. Stesso cappello che il ragazzo le regalò, e che adesso riposava in un angolo della sua stanza.
Tuttavia, fu solo dopo l'intervento di Dustin e del codice da lui stesso trovato, che Robin e Scarlett interagirono sulla stessa lunghezza d'onda. Il tempo trascorso insieme a tradurre, spesso sfociava anche in domande personali. Scarlett esitò inizialmente. Robin decise quindi di tranquillizzarla, chiarendo che quella tra lei e Steve fosse una semplice amicizia. Aggiungendo che il suo vero interesse sentimentale era proteso verso altre ragazze. E dopo attimi di silenzio e comprensione, Scarlett si lasciò andare. Non temeva il fatto che Steve potesse intraprendere una nuova relazione, essendo abituata a vederlo flirtare in continuazione. Semplicemente non avrebbe sopportato di rivivere quei momenti di mancanza e di solitudine che Steve le riservò anni prima. Robin teneva tanto al ragazzo, aveva imparato le sue abitudini, così come quelle di Scarlett. Nessuna che Robin disprezzasse, ma che invece trovava coinvolgenti. Vedeva in lei pura semplicità. Sebbene avesse i suoi momenti no, Scarlett nutriva in sé genuinità e spensieratezza. Soprattutto se stimolata dall'adrenalina dell'alcol. Quella sensazione di volare e lasciar libera la mente, senza dar conto agli occhi altrui. La stessa che Scarlett ricercava adesso, in un luogo che stentava ancora riconoscere.
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Con affetto, Steve Harrington.
FanfictionSpesso lunghe amicizie portano ad incomprensioni e momenti di incertezze. Soprattutto se nascosto vi è un sentimento più grande. Scarlett Henderson e Steve Harrington hanno trascorso parte delle loro vite insieme, condividendo momenti di pura folli...