Part 4 " Ciò che si presenta" (parte 1)

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- Canary Warfh; falcon way, 120

< David >

Mi trovavo all'indirizzo, ero in anticipo di quasi mezzora. La mia mattina si era presentata agitata nella preparazione.

Tutto era andato liscio se si escludono piccoli incidenti: avevo sbadatamente battuto la testa contro lo spigolo di uno sportello in cucina e correndo tra una stanza e l'altra, ero finito per inciampare sul phon lasciato a terra in bagno..... per il resto tutto ok. Tutto ok per modo di dire, mi ero infine trovato davanti il nemico numero uno della giornata: l'armadio.

Sembrava che le incisioni sulle ante prendessero la forma di due enormi occhi minacciosi che guardandomi, mi ponevano la domanda più terrificante di tutte: "Cosa indosserai?"

Mentre mi massaggiavo delicatamente la testa dopo la botta presa, pensai:

"Come cazzo mi dovrei vestire per incontri di questo genere? un incontro alieno a confronto mi procurerebbe meno problemi."

Dopo aver passato quasi due ore a scegliere ed abbinare, alla fine mi accontentai di un semplice "casual" : una scarpetta bianca da ginnastica, una magliettina rossa con su un giacchino corto bianco ed un jeans leggermente stretto sulla vita. Onestamente non avevo trovato di meglio.

Aspettavo qualcuno che si presentasse a quell'appuntamento, guardavo e riguardavo l'orologio sul cellulare, ero estremamente nervoso. Dovevo assolutamente firmare l'accordo , quel denaro avrebbe risolto ogni problema.

"Magari se gli spiego la condizione di mia madre mi aiuterà forse. Potrei trovarmi una persona compassionevole e buona che mi tenderà la mano ... si! ...vedrai David andrà così certamente." pensai.

Voltandomi sulla destra vidi parcheggiato un Mercedes nero, dalla sportello della guida scese un uomo, di intuito mi sembrava sulla trentina: un completo blu scuro abbinato alla cravatta, una camicia bianca, scarpe nero lucido ed indossava un paio di occhiali da sole.

Capii che era un autista o roba simile, ma più di questo mi sembrava un modello di Dolce § Gabbana. Si guardava intorno come a cercare qualcuno e quel qualcuno ero io.

Titubante alzai la mano come a fargli cenno e lui si avvicinò togliendosi gli occhiali.

Mi sono sempre definito un "gay non praticante". Mi sembrava che dopo aver accettato quell'incontro nella chat, qualcosa in me si era come sbloccato, facendomi apprezzare di più la bellezza ed il fascino maschile e davanti a me avevo un primo premio.

Capelli castani di media lunghezza dalla piega ondulata, labbra carnose dalla forma sensuale come disegnate, una leggera barba sottile che valorizzava un volto dalla pelle chiara a dir poco perfetto. Zigomi alti e ben marcati che caratterizzavano occhi a mandorla dal colore nocciola, che davano profondità a quello sguardo irresistibile.

"Scusami sei per caso ASTAR2002?"

Nel sentire il tono della sua voce per un attimo il mio cuore si fermò, il timbro era calmo ed allo stesso tempo deciso. Il suono delle parole con quella tonalità così profonda incarnava, insieme all'aspetto, la perfezione.

Balbettando come un cretino risposi:

"Si sono io, ma il mio vero nome è David, molto piacere!"

"Piacere mio David, sono l'assistente personale del Signor Ilesvyl, puoi chiamarmi Roger!"

Mi sentivo sconvolto nel realizzare che oltre che essere un figo stratosferico, era pure gentile.

"Per favore seguimi, ti condurrò da lui!"

Seguendolo non potevo non notare altri dettagli da aggiungere all'espressione: "Quanto sei figo": spalle pronunciate che tenevano ben tesa la giacca. Nonostante il tessuto del pantalone fosse lento, riuscivo a distinguere la massa muscolare delle gambe che salendo, rendevano chiara l'idea della perfetta rotondità di un sedere che mentre si muoveva, parlava.

Per un attimo ricordai le serie televisive che guardavo e con quella realtà che mi camminava davanti, non potevo che esclamare fra me e me una lamentela:

"Perché gli scagnozzi dei Boss, sono sempre i più fighi, cazzo!" e subito dopo, in preda ad un isterismo interiore, mi chiesi:

" David, ma da stamattina quante volte hai pronunciato la parola "cazzo"? ...... e smettila cazzo!...ecco un 'altra volta!...sembra che dalla tua bocca non esca altro che il termine "cazzo" ...sono fuori di testa! ...cazzo.

Dopo aver attraversato un lungo corridoio, Roger si fermò davanti ad una porta.

" David entra pure! il Signor Ilesvyl ti aspetta!"

Varcata la soglia mi ritrovai in una stanza leggermente illuminata dai raggi del sole che filtravano dalle persiane accostate. Dall'altra parte, in un angolo dell'ambiente, vidi un uomo seduto sul divano che guardava il cellulare. Mi avvicinai di qualche passo ed a quel punto, accortosi di me, distolse lo sguardo dal telefono e si alzò.

"Ma questa è una congiura per i miei occhi, dove sono finito? - mi sembra di essere circondato da "Adoni" che escono da tutte le parti!" pensai. Di nuovo tornò quel senso di brivido e caldo, se Roger incarnava la perfezione, questo incarnava l'impossibile.

Non sono mai stato bravo con le misure, ma ad occhio e croce superava di sicuro il metro e ottanta di altezza, con la flebile luce spiccava il colore celeste della camicia che si abbinava perfettamente a quello olivastro della sua pelle. Il tessuto aderiva ad essa evidenziando ogni singolo muscolo del petto da cui si intravedeva un addome scolpito, nel muovere le braccia non potevo ignorare la grandezza dei suoi bicipiti. Il colletto della camicia era sbottonato facendo come da cornice ad un collo sensuale, valorizzato da una sottile catenella con un ciondolo.

Si girò di nuovo chinandosi per riprendere il telefono poggiato sul bracciolo del divano, il tessuto nero del pantalone sembrava come una seconda pelle, sospettavo fosse elasticizzato, ma per me a tenerlo così ,era proprio la massiccia muscolatura delle cosce.

Si voltò di nuovo verso di me fissandomi con attenzione. Quegli occhi neri come la notte emanavano un fascino misterioso, in tutta la mia vita non avevo mai visto uno sguardo simile a quello di un lupo ed ora ce l'avevo di fronte.

Più mi guardava e più mi sentivo in soggezione.

Il mio completo imbarazzo, mi portava addirittura a tenere il capo rivolto verso il basso, fu interrotto improvvisamente dal suono della sua risata ...una risata sarcastica tesa a sminuirmi, così la interpretai e subito sentii un fastidio nel mio animo che come una scintilla avrebbe infine acceso un fuoco: il mio.

" David mantieni la calma, ricordati il perché sei qui ...mordi il freno per tua madre! - questa è un occasione d'oro per lei ...cerca di sfruttarla , ma in ogni caso non abbassare mai la testa davanti ciò che ti si presenta!"





















Il rosso nel buioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora