Part 19 " Ciò che muore"

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< Roger >

Vagavo tra i corridoi dell'edificio setacciando ogni stanza possibile, non sapevo bene cosa cercare ma comunque speravo di trovare qualche cosa che potesse liberare David dalle grinfie di Noa.

Il pensiero di loro in quella stanza mi devastava ed ancor più il non aspettarlo all'uscita come mi aveva chiesto, più volte avevo fatto retromarcia per andare da lui ma mi facevo forza proseguendo le mie indagini così da poterlo salvare per sempre.

Frugavo ansioso tra cassetti, sportelli e ante di armadi rovistando tra fascicoli e dossier, qualche dettaglio o sporco segreto che Noa teneva segreto mi avrebbe aiutato. Per qualche ragione inspiegabile era sempre un passo avanti a tutti ed era al corrente di ogni cosa, dovevo assolutamente capire come riuscisse.

"Deve pur esserci un qualcosa da usare per ricattarlo!" bisbigliai nervosamente.

Raggiunsi il suo studio, aprii le tende per far luce e setacciai ogni angolo della stanza, lì avrei potuto trovare qualcosa me lo sentivo, solo Noa ed io eravamo gli unici a possedere la tessera di quel vano. Dopo un ora mi ero ormai rassegnato, mi avvicinai alla finestra per chiuderla ma dal riflesso di essa spiccava una piccola luce, mi voltai di scatto. Davanti a me avevo un puzzle che ritraeva " La nascita di Venere", incuriosito mi avvicinai e nel punto che aveva attirato la mia attenzione mi accorsi di un pezzo dalla forma insolita per un puzzle. Rimossi la copertura in vetro e con delicatezza estrassi una chiave. Sorpreso la guardai con attenzione, essa era stata creata come pezzo per mimetizzarsi perfettamente all'immagine.

" La fortuna gira a quanto pare!" esclamai mentre cercavo di capire cosa potesse aprire dato che in tutto l'edificio ogni porta aveva come chiave solo tessere. 

" Cosa nascondi Noa?" pensai. 

Il suono del mio telefono distolse l'attenzione dall'oggetto, era la clinica e prontamente risposi:

" Pronto!"

" Salve parlo con il Signor Roger?"

" Si mi dica, la Signora Anderson è stata già trasferita?"

Sgranai gli occhi di colpo nel sentire la risposta, raggelato lasciai cadere la chiave a terra, la notizia mi aveva scioccato.

" Signor Roger è ancora in linea?"

Balbettando risposi:

" Si, sono ancora qui!"

" Come dobbiamo procedere?"

" Rimanga in attesa di indicazioni, la richiamerò al più presto, devo avvisare il figlio."

Chiusi la conversazione, dopo aver sbattuto la porta della stanza mi precipitai da David, entrai nell'appartamento completamente al buio.

" David, David!" lo chiamai ma sembrava non esserci, controllai la camera e il bagno ma non lo trovavo, improvvisamente ritornando in salotto vidi una sagoma seduta sul divano.

" David che ci fai al buio?" chiesi mentre ordinavo alle luci di accendersi. Illuminata la stanza raggelai ancora nel vederlo, mi avvicinai chiamandolo:

" Hey David He...!" mi bloccai: era completamente nudo ed a terra poco distante dai suoi piedi vi erano pezzi di cellophane ed un coltello, la maggior parte del corpo era segnato da marcate strisce rosse causate da un qualcosa che lo aveva tenuto stretto. In alcuni punti vi erano delle incisioni da cui usciva sangue. Era completamente sotto shock e tremava come una foglia.

Mi inginocchiai davanti a lui, il suo sguardo era perso:

" David, mi senti?"

Sentendo la mia voce alzò il capo e bisbiglio balbettando:

" Scusami Roger è solo che non riuscivo a togliermi questo cellophane di dosso, era troppo stretto e ho dovuto usare un coltello!"

Il vederlo in quello stato fu il momento più doloroso di tutta la mia vita.

" Tranquillo, ora ci sono io! - ti vado a preparare un bagno caldo così ci laviamo! - Hey sono qui non vado da nessuna parte mi hai capito, ci sono io!"

Mentre mi alzavo mi afferrò per un braccio e con espressione sofferente mi chiese:

" E' vero Roger? - ci sei davvero?"

Nel sentire quelle parole il senso di colpa mi dilaniò il cuore, sapevo a cosa si riferisse: non mi aveva trovato ad attenderlo dopo essere uscito da quella maledetta stanza. Deglutii più volte e avvicinandomi al suo volto ribadii:

" Non vado da nessuna parte te lo giuro! - d'ora in  avanti ci sarò sempre te lo prometto David."

Entrai in bagno, aprii il rubinetto e mentre la vasca si riempiva, per la prima volta scoppiai a piangere, soffrivo per lui per le condizioni in cui lo avevo trovato e per quello che avrei dovuto dirgli.

Poggiando la fronte sul bordo della vasca sussurrai straziato:

" Come faccio ha dirgli che sua madre è morta!"

< Noa Ren Ilesvyl >

Sbattei il telefono a terra, camminavo nervosamente avanti ed indietro tra imprecazioni e riflessioni a voce alta:

" Sua madre è morta cazzo."

Sapevo che d'ora in avanti il moccioso non avrebbe avuto nessun motivo per restare, strinsi i pugni ed un inspiegabile senso di abbandono mi travolse lasciandomi un senso di vuoto che mi procurava spossatezza. Dovevo assolutamente escogitare un piano per tenerlo legato a me, mi serviva un'atra ragione valida. L'idea di separarmi da lui continuava ad opprimermi sempre più. Cercai di alleviare quella fastidiosa sensazione sotto la doccia e una volta uscito presi il secondo telefono:

" Signor Ilesvyl ma che piacere, come posso aiutarla!"

" Milla ti avevo dato istruzioni di consegnare solo i pasti al ragazzo ma d'ora in avanti dovrai trasferirti nella struttura perché è deceduta la madre e certamente avrà bisogno della tua vicinanza."

" Preparo i bagagli e fra un paio di ore sarò lì Signore."

Chiusi la conversazione e mi avviai verso il mio studio:

" Vediamo cosa sta facendo il moccioso!" pensai mentre entravo nel vano. Immediatamente mi accorsi della chiave a terra, raccogliendola imprecai ancora:

" Roger ha fatto qualche indagine a quanto pare! - vaffanculo pezzo di merda!" esclamai.

Misi la chiave in tasca, uscii dalla studio e mi recai in biblioteca.

Davanti la scaffalatura piena di libri sistemati in ordine alfabetico ne spostai due rivelando la serratura, inserii la chiave e la parete con una leggera spinta si aprì.

Una stanza segreta in cui vi erano televisori di ogni dimensione a cui erano collegate oltre le cinque della zona giorno anche le dieci videocamere nella zona notte dell'appartamento del marmocchio.

Come sospettavo Roger era lì, lo vedevo in bagno mentre poggiava la testa sul bordo della vasca:

" Sei corso subito da lui, figlio di troia!"

Mi rifiutai di vedere altro, uscii stizzito dalla stanza:

" Caro fratellino, non sei riuscito a capire cosa aprisse questa chiave purtroppo per te. - se fossi stato più acuto avresti finalmente capito il perché sono sempre al corrente di tutto!" sussurrai maliziosamente.

< David >

Poggiavo la testa sul suo petto, eravamo stesi a letto. Lentamente uscivo da quello stato di shock, tuttavia i flash di quei momenti con il bastardo ancora mi tormentavano. Roger mi accarezzava i capelli con delicatezza, era stato così premuroso nell'aiutarmi a lavare, nell'asciugarmi i capelli e nell'infilarmi il pigiama. Si era preso cura di me come si ha cura dell'oggetto più prezioso e ciò che mi confortava di più era che per lui non ero un oggetto ma una persona.

" Forse dovrei seguire il suo consiglio, dovrei prendere mia madre e fuggire con lui!"

Avrei veramente voluto dare ascolto a quel pensiero ma qualcosa di incomprensibile mi istigava a rimanere. Qualcosa che nonostante la mia mente non accettasse, il mio cuore comunque sentiva crescere prevaricando su qualsiasi ragione.




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