Capitolo 13

141 10 0
                                    

"Wow. E com'è stato?" mi chiede Giorgia.

"Beh, è stata la notte più bella della mia vita, all'inizio avevo un po di paura, ma lui è stato dolcissimo. In quel momento un sacco di emozioni di sono impadronite di me. Non avrei mai immaginato di sentirmi così. Non vedo l'ora di rivederlo"

"E così ti sei innamorata eh? Non dimenticarti di me però"

"Non potrei mai dimenticarmi di te" gli sorrido e gli do una spintarella sulla spalla per gioco.

"Adesso quando vi rivedrete?"

"Non lo so, non ci sentiamo da ieri. Mi ha telefonata di mattina e mi ha detto che doveva studiare, ma non mi ha più mandato neanche un messaggio. Sono un po preoccupata. Al telefono era distante. Spero che vada tutto bene, non potrei sopportare di perderlo"

"Vedrai che andrà tutto bene..."

Drin drin drin

Suona la campanella ed entra la prof.

Alle 9.00 mi vibra il cellulare. Un messaggio di Luca. Lo leggo cercando di non farmi scoprire dalla prof.

Buongiorno piccola. Scusa se ieri non mi sono fatto sentire, ma avevo bisogno di stare solo e di pensare un po. Ci vediamo dopo la scuola?

Lo devo chiedere ai miei. Aspetta qualche minuto

Posso passare il pomeriggio con Luca? Vi prego ho bisogno di parlare con lui, sta passando un brutto momento e non voglio lasciarlo solo. Vi prometto che non farò niente che possa deludervi

Aspetto qualche minuto e poi mi arriva un messaggio di mio padre.

Non se ne parla

Dai, perché no? Mi accompagna lui a casa

Non mi interessa, vi siete già visti ieri...

Senti papà lui è il mio fidanzato che ti piaccia o no. Non voglio litigare, ma io lo amo e lui adesso ha bisogno di me

"Ehi" mi sussurra Giorgia

"Cosa?"

"Tutto bene?"

"Tutto alla perfezione. Perché?" dico a denti stretti.

"Sembrava che volessi spaccare lo sfondo del cellulare"

"Luca mi ha chiesto di vederci oggi, ma mio padre non mi vuole lasciare andare"

Mi arriva un messaggio. Mamma.

Dì a Luca di non portarti a casa troppo tardi

"Bene. Problema risolto. Mi lasciano andare" dico con un sorrisetto di vittoria. Forse mi sto comportando da bambina viziata, ma Luca ha bisogno di me. 

Alle 13.10 suona la campanella, usciamo da scuola, saluto Giorgia e cerco Luca.

Eccolo. Vado verso di lui e lui mi circonda con le sue braccia.

"Ciao" dice e mi da un rapido bacio in bocca "Dai sali in macchina"

Faccio come mi dice e mette in moto.

"Dove andiamo?" chiedo.

"A casa mia. Mio padre lavora e mio fratello pare che abbia trovato una ragazza con cui passare il tempo"

Non sono mai stata a casa di Luca. Sono molto curiosa, ma sarei più felice se ci fossero anche i suoi familiari, vorrei tanto conoscerli, anche se a sentir lui, non mi perdo niente.

Dopo circa dieci minuti, Luca ferma la macchina e scendiamo. Fa il giro e mi prende per mano. Davanti a noi c'è un portone con a fianco i campanelli e i vari nomi di coloro che abitano nel palazzo. Mentre Luca cerca la chiave, io cerco il cartellino con il cognome di Luca. Bower. Eccolo. Sotto il nome Bower c'è un nome scarabocchiato. Sicuramente quel nome sarà stato quello della madre di Luca e sarà stato cancellato perché adesso lei non abita più qui. Mi mette un po di tristezza questo cartellino.

ClarissaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora