Capitolo III

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Finalmente in viaggio!
Non osavo immaginare che sorprese ci riservavano i 'direttori' (già, così si facevano chiamare)
-Guarda la fuori!- urlò Lisa indicando con l'indice il finestrino.
Non potevo credere ai miei occhi, le gambe mi tremavano dalla gioia e lanciai un urlo talmente forte che mi vergognai da morire.
-Avanti! Più veloce!- dissi al guidatore.
-Vai con calma Marco, non sappiamo ancora che ci aspetta.- mi sussurrò saggiamente mia sorella.

-Attenzione campioni! Siamo arrivati sul posto. Iniziate a preparare gli zaini, tra 5 minuti si scende-

Avevo tutto pronto, con fretta presi per mano mia sorella e mi precipitai alla porta del bus. Intanto all'interno di quel veicolo c'era molto chiasso, forse anche gli altri non vedevano l'ora. Era la prima volta che li guardavo in faccia, dopo due ore di viaggio il mio unico pensiero era arrivare a destinazione, ero e sono tutt'ora molto impaziente!
Gli sportelli si aprono e ci precipitamo a scendere. Era un posto stupendo.
Scorgevo dietro a una fitta boscaglia un grande palazzo, non sapevo a cosa serviva ma aveva un aria maestosa.
Ad un tratto con delle strane tecnologie sul pavimento appare uno schermo. Non posso descrivervi questo momento. Era un qualcosa di sensazionale.
-Attenzione vittime, avete 10 minuti di tempo per ritornare a casa, se non lo fate in questo arco di tempo dovrete aspettare il termine della competizione, sempre se ci arrivate-
Aveva una voce robotica, ma molto spaventosa. Perché ci aveva chiamato vittime? Perché 'se ci arrivate' ?
Forse era una specie di test, per testare il coraggio di ognuno di noi.
Ovviamente non ci pensavo proprio di ritornare a casa, così come il resto del gruppo.
Ecco che ad un tratto arriva una signorina niente male, si avvicina a tutti noi e ci assegna un numero.
Intanto iniziavano ad arrivare altri bus con altri competitori; il numero salì fino a 100.
-100, e solo uno vincerà- disse sbalordita Lisa
-Oppure solo uno rimarrà vivo- rispose un tizio dietro di noi, con aria convincente.
-Come solo uno ne rimarrà vivo? Mica siamo venuti a fare la guerra.- risposi.
-Certo, ti fanno credere una cosa ma succede totalmente l'opposto. Vedrai.
Iniziai a farmi una serie di domande mentre mia sorella mi allontanò da quel tizio.
-Attenzione, i giochi si terranno in questo modo: ci sono 4 squadre ciascuna composta da 10 vittime, ogni giorno si terrà una sfida dove la squadra perdente dovrà sottomettersi ad un pegno. Alla fine rimarranno soltanto due squadre che si scontrano per la vittoria finale. Non sappiamo se lo scontro finale si terrà con 10 vittime da una squadra e 10 dall'altra, molto probabilmente il numero calerà di sfida in sfida, e di molto. -

Questo era l'avviso del gestore dei giochi. Ed è proprio da questo momento che la vera storia verso la sopravvivenza inizia.
Pensavo di partecipare ad una sorta di labirinto dove il vincitore avrebbe potuto vincere dei biglietti, dei giocattoli o qualcosa da mangiare.
Mi si è bloccato il tempo in gola quando sentì che alcuni non sarebbero sopravvissuti. Ma che razza di gioco era?
-Vittime, adesso passiamo alla selezione delle squadre-

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