CAPITOLO 3

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Parcheggio l'auto sotto il mio palazzo e dopo aver aperto il portone salgo le scale.

Quando mi trovo al terzo piano apro al porta di casa e un bambino mi viene incontro.

<Tata, dove sei stata?>

Lascio la borsa a terra per poi prendere in braccio mio fratello.

<Ero da Chiara, Jack, è stata un po' male stanotte sai?>

Lui annuisce e mentre scende dalle mie braccia mi porta verso la cucina.

<Ti sei fatto la colazione da solo?>

Mio fratello annuisce mentre si siede tornando a mangiare i suoi cereali preferiti.

Quel bambino ha otto anni ma a volte sembra un ragazzino.

Percorro il corridoio e apro la porta di camera mia.

Guardo per un attimo il letto e il pensiero di sdraiarmici sopra mi attraversa momentaneamente la testa.

Mi guardo allo specchio.

Ho delle occhiaie leggere, sono a mala pena percettibili.

Dormire con Andrea non è mica male.

Ma cosa cavolo sto pensando?

Stamattina però sei stata bene.

Ripenso ai momenti di stamattina.

Penso che non smetterò mai di ringraziarlo per avermi aiutato.

Per essermi stato vicino, per aver smesso di fare domande sin subito, per avermi fatto compagnia.

Stamattina sembrava tutt'altra persona, non era il ragazzo strafottente della sera prima o quello di cui si parla in quartiere.

Quando mi ha baciato la guancia in macchina, mi sono sentita strana, quando l'ho, successivamente, abbracciato davanti alla porta di casa sua, quella sensazione è cresciuta maggiormente.

Non credo di essermi, realmente, mai sentita così.

Mi cambio e mi sistemo velocemente.

Non ho proprio la minima voglia di andare a lavorare, ma ci devo andare per forza.

Ritorno in salotto e guardo mio fratello mentre sciacqua la ciotola nel lavandino.

<Vuoi una mano piccolino?>

Lui si gira a guardarmi e scuote la testa.

Mi avvicino a lui e lo alzo di peso facendolo spostare dal lavabo.

<Daii stavo lavando la ciotolaaa>

Lo guardo con la coda dell'occhio notando il suo sguardo truce nei miei confronti.

Lui si aggrappa alla mia gamba e io una volta finito lo prendo in braccio.

Lo sposto sul divano e comincio a fargli il solletico.

<Tata, ahaha, bast-AHAHA, BASTAA>

Mio fratello continua a ridere sotto la mia tortura.

Questa scena mi mette così tanta tranquillità.

Vederlo così felice, rende felice anche me.

Mio padre fa il suo ingresso in salotto.

Ci guarda sorridendo per poi sbadigliare.

Mio fratello si libera velocemente dalla mia presa andando in contro all'uomo che si era fermato sull'uscio.

Mio padre lascia andare mio fratello per poi avvicinarsi a me e baciarmi la fronte.

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