CAPITOLO 7

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Sento delle urla provenire dall'altro capo della porta.

Mi tiro a sedere e appoggio la testa alla testiera del letto.

La testa mi fa un male atroce, la fronte mi brucia e la testa mi martella.

Le voci si fanno sempre più forti ma sono troppo confuse per capire cosa stanno dicendo.

I jeans sfregano contro la mia pelle cominciando a darmi fastidio.

Alla fine del letto sono poggiati un paio di pantaloncini e una maglia pulita probabilmente lasciata lì da Andrea.

Mi svesto dei miei vestiti e mi metto velocemente la roba pulita risedendomi sul letto.

Un sacco di pensieri si impossessano di me.

E se fossi un peso?

Mille scenari diversi si fanno spazio nella mia testa, scena che trattano da come mio padre la possa pensare su di me, a cosa gli abbia fatto cambiare idea e a come stia mio fratello o cosa stia passando in questo momento e a cosa stia succedendo dall'altro capo della porta.

L'ultimo scenario mi mette un'improvvisa curiosità, raccolgo tutte le forze che mi sono rimaste e mi alzo dal letto dirigendomi verso la porta.

Tiro giù la maniglia provocando uno scricchiolio seguito dal rumore dei miei passi.

<Non lo so>

Mi blocco entrando in cucina giusto per sentire questa frase prima che sali il silenzio.

Occhi belli mi dà le spalle, i muscoli della schiena lasciati scoperti sono tesi, Agostino è appoggiato alla colonna che separa la cucina dal salotto ma sembra impassibile.

Dietro l'isola in mezzo alla cucina c'è invece una ragazza che mi sembra avere un viso familiare ma che non ricordo di aver mai visto.

Il migliore amico del moro fa finta di tossire provocando una reazione negli altri due.

Andrea si gira alzandosi e venendo verso di me.

Una volta davanti mi guarda negli occhi come a chiedermi qualcosa ma invece di parlare mi stringe tra le braccia.

La pelle del mio viso a contatto col suo petto nudo mi trasmette un brivido.

Mi passa una mano sulla schiena su e giù mentre io mi beo del suo tocco inspirando il suo profumo.

Ci stacchiamo piano piano mentre lui mi accarezza i capelli.

<Ciao Ago>

Lo saluto accennando un sorriso e  un cenno del capo.

La ragazza che ancora non aveva parlato si avvicina a me porgendomi una mano.

<Piacere Sofia la ragazza di Agostino>
<Isabella>

Tiro un  sospiro di sollievo nel scoprire che non sia una conquista di occhi belli.

<Senti fra noi andiamo se poi vuoi ancora fare quella cosa lì chiamaci>

I due fidanzati si prendono per mano per poi uscire dalla porta chiudendosela alle spalle.

Mi siedo sullo sgabello dove in precedenza era seduto al moro.

Lui viene dietro di me mi avvolge il collo con le braccia posizionando la mano sulla mia guancia e piegandomi verso destra per arrivare il collo e la clavicola.

Comincia a baciarmi e torturarmi un pugno preciso.

Si stacca facendomi sentire improvvisamente freddo.

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