Capitolo 7

445 32 12
                                    

Ehi, Samu, so che è un po' inaspettato, la voce di Suna risuona nella sua testa, ma ho... davvero bisogno di parlarti. Posso venire da te?

Questo era successo poco più di trenta minuti fa. Quello che aveva intenzione di dire era no, vaffanculo, stronzo origliatore, ma quello che alla fine aveva detto era, sì certo, in realtà sono libero in questo momento.

A causa della sua stupida bocca, aveva appena dovuto ammassare un anno di pulizie di primavera in venti minuti. Le bottiglie di birra vuote, le scatole di pizza che continuava a giurare su dio che avrebbe buttato via l'indomani, e tutte le tracce che provano che non aveva dormito nella loro- nella sua stanza per mesi, accampandosi invece sul divano.

Guarda Fiamma che stava facendo le fusa sopra il suo cuscino preferito, apparentemente contenta di essere a casa. È felice di riavere indietro il suo stupido gatto, ma non può fare a meno di piangere il fatto che l'aveva riavuta indietro solo perché era così patetico che il suo ex ragazzo aveva avuto pietà di lui.

Lancia un lamento nell'aria della bara che un tempo chiamava il loro appartamento.

"Cosa devo fare, Fiamma? È finita? Mi taglierà via dalla sua vita perché sono uscito di testa?"

Invece di sentire un campanello suonare, Osamu sente solo la porta di casa che si apre. Gira la testa e incontra gli occhi di Suna Rintarou.

È la prima volta che torna nell'appartamento da mesi. Non è più tornato da quando aveva preso l'ultima delle sue cose.

"Rin." Dice in un sospiro.

Suna alza una mano, facendo tintinnare le sue chiavi. "Mi sono reso conto che avevo ancora queste."

Osamu ridacchia senza fiato. "Ti sei preso fino all'ultimo dei tuoi calzini ma avevi ancora le tue chiavi dell'appartamento, eh?"

Fiamma miagola, trotterellando felicemente per salutare Suna strofinandogli la testa contro le gambe e la sensazione è così familiare che per mezzo secondo, solo mezzo, Suna dice quasi di riflesso, 'sono a casa.'

Si rende conto di essere solo un ospite adesso quando Osamu tossisce imbarazzato, indicando il divano. "Vuoi sederti o qualcosa del genere? Io posso prendere da bere."

Suna forza un sorriso. "Allora solo un po' di tè, forse," dice, scrollando le spalle, "Non credo che bere insieme sarebbe una buona idea per noi due."

Osamu fa una smorfia. "Giusto. Tè, allora."

~

Pochi minuti dopo si trovano seduti sullo stesso divano su cui erano seduti più di un anno fa, la notte in cui si erano lasciati.

Il silenzio dovrebbe essere teso ma non lo è. Un po' imbarazzante, come lo è sempre stato negli ultimi mesi, ma è rimasto comunque un po' di calore. Come i resti di una forte fiamma che si era spenta solo di recente.

"Allora," Osamu si muove un po' sul posto, bevendo un sorso di tè, "Per cosa sei venuto? Sei qui per parlare di diritti di visita per Fiamma o qualcosa del genere?" Cerca di scherzare.

Suna prende un respiro profondo e stabilizzante. "Sono qui per parlare di tutto, credo."

Osamu chiude gli occhi, come se fosse addolorato, come se fosse la risposta che aveva paura di sentire.

Sospira pesantemente.

"Merda," sospira, "Mi dispiace, Rin. La nostra doveva essere una separazione tranquilla. E io ho rovinato tutto ubriacandomi a merda e dandoti fastidio."

Flame || OsasunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora