Capitolo 10

6.9K 30 0
                                    

Non riesci a dormire, non sai come farai a gestire i prossimi mesi in ufficio con lei. Ti alzi, sono solo le 3 del mattino, prepari il caffè e ti metti ai fornelli, non hai cenato e ti ritrovi davanti a un piatto di matriciana alle 3.45. Prepari un altro caffè e accendi il PC per lavorare un po’. Alle 6 senti la sveglia, vai in camera a spegnerla e ti butti sotto la doccia. Hai il membro duro, non ti ha dato tregua tutta la notte, ma non vuoi disubbidire alla tua padrona tanto oggi avrai sicuramente il tuo orgasmo. Entri in ufficio e ti siedi alla tua scrivania, apri il cassetto per depositare il cellulare e trovi un pacchetto, lo apri e dentro trovi un dildo con ventosa. Richiudi velocemente, cerchi Davide ma non lo vedi, nascondi come puoi il pacchetto sotto la giacca e vai a bussare all’ufficio del capo. La porta si apre, lei è dietro la porta seminuda, Davide è legato a una sedia e ha la gag ball in bocca. Chiude la porta a chiave, ti spogli velocemente, tremi, chissà cosa penseranno i vostri colleghi vedendo che passate molto tempo con lei chiusi li dentro. Questo pensiero però ti eccita, chissà se sentono i vostri gemiti, o magari stanno peoprio con le orecchie attaccate alla porta, o cercano di spiare da sotto. Sei talmente assorto nei tuoi pensieri che non ti accorgi che ti ha trascinato davanti a una sedia dove ha attaccato il dildo e ti ha dato in mano il lubrificante. Ti strizza le palle e subito torni alla realtà, ti pieghi in due dal dolore. “lubrificalo e siediti sopra”. Esegui, piano piano ti penetri e inizi a muoverti su e giù, gemi, non te ne frega niente se fuori ti sentono. Lei si siede su Davide, lo sta scopando davanti a te, una vampata di gelosia ti assale, continui a muoverti e a godere ma sei arrabbiato. Vedi lui ansimare, lei si massaggia il clitoride, perché ti sta facendo questo? Si alza e viene verso di te, una strizzata di capezzoli ti fa capire che stai rallentando “se vuoi leccarla devi metterci impegno a sfondarti il culo “. Si siede sopra di te, siete faccia a faccia, hai il culo pieno e il cazzo nella sua figa, lei è ferma stai spingendo solo tu. “padrona sto per venire” si alza e schizzi sulla sua figa, ti fa alzare e va a sedersi sulla sua sedia. La segui, ti inginocchi e la pulisci per bene con la lingua, poi ti impegni a farla venire. “Slega tu Davide”, vai subito da lui, non capisci perché non gli ha fatto del male, non ne ha fatto molto neanche a te. Tenta di alzarsi ma non riesce, lo aiuti, la sedia è sporca di sangue. Quando è in piedi vedi le sue natiche piene di ferite e un dildo molto grosso sulla sedia, anche quello sporco di sangue. “l’ho beccato masturbarsi in bagno, così l’ho bacchettato per bene e poi l’ho sfondato”. Lo disinfetti e lo aiuti a vestirsi, gli porti acqua e caffè, ha bisogno di riprendersi un po’ . Quando esci dall’ufficio tutti ti guardano male, credi abbiano sentito tutto ma fai finta di nulla. “Davide oggi resta in ufficio con me, lavorerà qua, tu vai pure al tuo posto”. Ti metti al PC, ti senti gli occhi di tutti addosso, pensi che ti piacerebbe farti sottomettere davanti ai tuoi colleghi.

La padronaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora