Il Sanctum Sanctorum era diventato un paradiso sciistico. Sul pavimento c'era una coltre di neve alta almeno mezzo metro. I corrimano erano congelati e, di tanto in tanto, dai lampadari si sfaldavano lame di ghiaccio che rischiavano di colpire qualcuno in testa e bucargli il cervello. Faceva un freddo cane e mi pentii di non aver indossato la mia sciarpa di lana preferita.
Wanda si strinse nel suo lungo cardigan grigio e si guardò attorno. "Siamo nel posto giusto?" chiese.
Mi girai a guardare il portone d'ingresso, feci qualche cauto passo indietro nella neve, e sollevai lo sguardo. Anche il Sigillo dei Vishanti era congelato e non vi si poteva vedere attraverso — ma il ghiaccio sembrava essere interno, presente solo dalla nostra parte. Fuori, in effetti, c'era un normalissimo sole tiepido di fine Settembre. "Suppongo di sì," risposi.
"Siete senza dubbio a 177A Bleecker Street," intervenne qualcuno in cima alle scale. Io e Wanda ci voltammo, solamente per vedere un uomo che fluttuava a qualche centimetro dalla neve e che indossava un mantello sopra al cappotto. "E questa è tutta colpa vostra," continuò, uscendo finalmente dall'ombra e mostrando il suo viso.
"Buongiorno anche a te, Stephen," disse Wanda, ignorando la palese accusa.
"Potresti spiegarci in che modo abbiamo a che fare noi con questa nuova filiale degli Appalachi?" domandai, incrociando le braccia al petto. Diamine, se faceva freddo.
Strange si mise le mani sui fianchi e scese le scale fino a fermarsi davanti a noi. O meglio, fluttuò sulle scale fino ad atterrare sulla neve davanti a noi. "Una di voi due ha usato i suoi poteri nelle ultime..." guardò il suo orologio da polso. "Due ore e cinquantatré minuti. Quindi facciamola breve e vuotate il sacco: chi di voi è stata?"
Io e Wanda ci guardammo negli occhi per un attimo, prima di tornare a guardare Strange. "Io stavo lavorando con Stark nel laboratorio, e di certo non posso usare i miei poteri per cercare di ricostruire un sintezoide," risposi per prima. "Poi sono andata a prepararmi delle uova fritte e poi sono venuta fin qui con l'automobile."
"Tre ore fa, mi stavo facendo una doccia e stavo mangiando una tazza di latte e Froot Loops," rispose anche Wanda. "Dopo mi hai telefonato e sono venuta qui con Zelda."
"Ci hai detto di non usare i nostri poteri fuori dalla dimensione Specchio, Stephen, e noi non l'abbiamo fatto," aggiunsi, notando l'espressione poco convinta del Dottor Strange. "Dopo Kamar-Taj..." presi un respiro profondo e lasciai la frase in sospeso.
Quella di Kamar-Taj era stata una vera e propria strage: un mostro con un occhio solo e coi tentacoli era piombato dal cielo e aveva distrutto persone ed edifici all'interno del Santuario. Tutto perché avevo usato i miei poteri a Seoul, prima per salvare Clint e poi per tornare alla safehouse. Avevo una vaga idea di quello che sarebbe successo se io avessi continuato a usare i miei poteri. Non avrei mai potuto immagine che cosa sarebbe successo se Wanda avesse utilizzato i suoi in contemporanea a me.
Stephen ci continuò a fissare per qualche secondo, perplesso, nel tentativo di capire se stessimo mentendo oppure no. Poi, scosse la testa e distolse lo sguardo. "Allora è peggio di quanto avessi immaginato. Dannazione..."
"Che cosa è successo qui?" domandò Wanda, piegandosi in avanti per toccare la neve. Ne prese giusto una noce fra le mani e subito iniziò a sciogliersi. Dove la neve era stata prelevata, però, non sembrava essere cambiato nulla. Non c'erano impronte, non c'era traccia che la neve fosse stata prelevata. Impossibile.
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𝖋𝖆𝖑𝖑𝖊𝖓 𝖈𝖔𝖒𝖗𝖆𝖉𝖊
FanfictionIl Multiverso è stato aperto e rischia di collassare. Visione è appena diventato l'entità più ricercata e bramata di ogni organizzazione mondiale. Il passato ritorna per completare la sua opera. Zelda Wyatt, ora Midnight Sorceress, si ritrova al ce...