teenagers scare the living shit out of me

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Yallo! Eccomi di ritorno con questa nuova storia che mi ha presto tempo, energia e della quale ho rimandato la pubblicazione fino all'ultimo minuto. Ero un po' titubante a renderla pubblica, ma finalmente mi sono deciso. Siccome la storia non ha un prologo e si parte direttamente con l'azione, posso consigliare soltanto di andare a rileggere l'epilogo di "Previously On..." per rinfrescare la memoria. Al momento non ho una tabella di marcia per la pubblicazione, ma pensavo di fare un capitolo a settimana, quindi preparatevi ad aggiornamenti saltuari e casuali. Per non perderveli, aggiungete la storia all'elenco di lettura. Detto questo, buona lettura!
- Jack

P.S.
Ci saranno capitoli piuttosto lunghi, d'ora in poi, che si aggireranno sempre dalle 3000 alle 5000 parole! L'era dei capitoli da 1500 parole è finita ;)

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Seoul, South Korea

Partiamo dal presupposto che io volevo pilotare il Quinjet. Era un modo di distrarmi ma tenendo la mia mente sotto controllo allo stesso tempo. Ma Wilson mi aveva fregato il posto e mi aveva appioppato quello da co-pilota, dove non facevo praticamente niente se non alzare e abbassare il reattore sui deflettori grazie ad un pulsantino azzurro.

Una volta atterrati nella proprietà di Tony, avevo sperato di poter prendere una moto, ma no, ovviamente non era un'opzione fattibile: le moto erano soltanto due, ed entrambe erano state occupate da Bucky e da Steve.

Questa è la storia di come mi ritrovai sul sedile passeggero di una Jeep rubata all'HYDRA l'anno scorso, con Clint alla guida e Peter Parker nel sedile posteriore, alla ricerca di un fantasma di nome Cataract. O Visione. E sì, purtroppo, c'era anche Parker. Stark diceva che doveva iniziare a lavorare sul campo anche quando non c'erano guerre, battaglie o cataclismi in corso. Non era malaccio, ma alle volte sapeva essere davvero irritante; ma era solo un ragazzino, dopotutto. Siamo stati tutti irritanti alla sua età.

"Caporale?" mi chiamò Peter, sporgendosi fra i due sedili e appoggiando il mento sulle sue braccia incrociate.

Raccogliendo la mia pazienza, sospirai e mi sforzai di sorridere. Non potevo credere che ci fossero ancora persone ad appellarsi a me col mio grado. "Peter, hai combattuto l'HYDRA al mio fianco. Credo sia ora di lasciar andare il grado quando mi rivolgi la parola."

"Ehm, va bene, Zelda." replicò il ragazzo, un po' timoroso.

Okay, forse sarebbe stato meglio se fossi rimasta zitta. In tutta onestà, poche persone mi chiamavano col mio nome: spesso usavano il grado, o il cognome. Ma ormai il danno era fatto. "Suona strano, ma te lo concedo," dissi con poca convinzione. "Cosa dovevi chiedermi?"

"Il Visione che stiamo cercando... è dalla nostra parte? Cioè, quando ci vedrà, tenterà di attaccarci?"

Clint scalò le marce quando ci fermammo ad un semaforo. "Volete rendermi partecipe o...?"

"Scusa," risposi, roteando il pugno chiuso sullo sterno. "Peter mi ha domandato se Visione è ostile o no." ripresi, unendo le mie parole anche alla lingua dei segni.

Avevo finalmente imparato l'ASL. Per fortuna, aggiungerei. Clint sapeva leggere il labiale, ma riusciva a capire solamente un terzo di un'intera conversazione. Non portava più gli apparecchi acustici da qualche giorno — diceva che dipendeva troppo dalla tecnologia, e doveva imparare a cavarsela anche da solo. Da una parte aveva ragione, i dispositivi elettronici erano sempre molto più corruttibili.

"Questo è il motivo per cui non abbiamo portato Wanda, ragazzino." affermò Clint con decisione, ingranando la prima e ripartendo a tutto gas.

"Oh, per la miseria." borbottò Peter, riappoggiandosi allo schienale.

𝖋𝖆𝖑𝖑𝖊𝖓 𝖈𝖔𝖒𝖗𝖆𝖉𝖊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora