Canto Del Vuoto

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Oggi le stanze sono vuote. Gli ultimi passeggiatori 

se ne sono andati, gli ultimi alberi 

hanno smesso di sbatacchiare i loro frutti salini 

contro rigide porte d'ospedale. I cuscini 

irridono le lacrime impresse, mai più testimoni 

della brina sciolta sopra i tetti delle conifere. 

Se n'è andato perfino il gong delle campane, 

quei suoni si sono spenti come la fine dell'opera 

ancor prima del crollo del mare 

in uno sfacelo di polvere di conchiglie. 


Eppure è una selva. E' un crepitio d'aria, 

la porcellana che scricchiola. Ho aiutato il gelo 

a mantenermi freddo e perfino il pensiero 

rischia di essere conoscibile solamente dall'immateriale. 

Mi smuove una secca stagione: è come stare 

a Vercelli, in mezzo ai chicchi di riso ingrossati 

dal pianto del cielo, solo senz'acqua, 

sono ruvido e affilato come dentini da grattugia. 

E tu, mio sole che strabuzzi gli occhi 

a chi s'è venduto gli occhi altrove, 

l'eterno chiuso fuori da ogni loculo, 

te ne stai sotterra a fissarmi da un pezzo di cler 

mentre io mi mangio un'unghia. 

Lo sappiamo bene entrambi 

quanti occhi servirebbero per sedurmi. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 30, 2022 ⏰

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