Sono I Miei Vicini

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Vagabondi. Acquattati sul pavimento

come ombre, il ventre a spirale 

pulsante come un'ostrica. 

Li sento pensare: sono libri senza copertina 

e vi è rimasta solo l'anima. 

Il loro è il sesto senso delle stelle, 

l'antitesi perfetta tra quelle piccole 

donne luminose congelate 

in un eterno muro 

e chi invece 

non percepisce pareti, ormai morte. 

Le ossa sono troppo fredde da sopportare. 

Vicini di casa, vigilanti fissi delle strade, 

si assumono la responsabilità notturna 

che non ricambia moneta. Si creano delle fosse 

dentro sacchi di giornali, 

annerendo anni di vita come frutta tagliata. 

Il viso perfetto come una spaventosa sensibilità. 

Vivo perché si affloscino 

nel silenzioso 

e pavido mattino delle mie paure.

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